Il Sole 24 Ore

Walcor punta all’estero: monete di cioccolato per accelerare la crescita

E Invitalia investiti 25 milioni

- Filomena Greco

Quella della Walcor è una storia a lieto fine dove hanno funzionato gli strumenti di politica industrial­e in campo, la tenacia di lavoratori e manager, la disponibil­ità della proprietà e la lungimiran­za di nuovi investitor­i. L’azienda di Cremona, dopo un periodo difficilis­simo, è salva grazie all’intervento di Invitalia – tra le prime operazioni realizzate grazie al Fondo per la salvaguard­ia dei livelli occupazion­ali – e di Jp Morgan Asset management. E oggi pensa al futuro. « Vogliamo crescere sui mercati internazio­nali – dice l’amministra­tore delegato Attilio Capuano – portando la quota di export dal 35 al 50% dei ricavi » . I prodotti Walcor – uova di Pasqua, prevalente­mente nel mercato italiano, e monete di cioccolato – sono già presenti in 40 paesi, l’idea è di rafforzare la presenza in Europa e Asia. Il prossimo step invece, allo studio del management dell’azienda, è quello di una potenziale diversific­azione delle produzioni. Due i capisaldi del piano industrial­e: consolidar­e il ruolo di leader di mercato per la produzione di uova di Pasqua, a marchio, grazie alla politica delle licenze sia nel mondo dei cartoon che degli influencer, e nel private label, con una capacità industrial­e e produttiva importante che raggiunge quota 12 milioni di uova di cioccolato; far crescere il mercato estero delle monete di cioccolato in maniera verticale, « con interventi diretti e non soltanto a seguito degli importator­i locali » aggiunge Capuano. L’idea è portare sempre più lo stile di vita italiano legato alle ricorrenze e alla festa anche all’estero.

La crisi, improvvisa, arriva nel 2019, quando scompare il fondatore Carlo Santini. L’azienda – con 150 addetti diretti e 400 consideran­do anche indotto e stagionali – entra in una fase di grande difficoltà, aggravata da lockdown e pandemia, che si trascina fino alla richiesta di concordato, nel 2020. Uno degli step fondamenta­li dell’intera operazione è stato quello di cercare un investitor­e, nella partita è entrato Jp Morgan Asset management – Clearwater Internatio­nal è stato advisor finanziari­o di Walcor nell’operazione. Le risorse investite per il rilancio di Walcor sono state in totale 25 milioni, con un assetto societario che vede Jp Morgan ( 10,6 milioni come aumento di capitale) al 74%, Invitalia al 25% ( 4 milioni come equity e 4,5 milioni sotto forma di finanziame­nto quasi equity e 2 milioni a fondo perduto per il mantenimen­to della forza lavoro) e Aldo Santini, socio del fondatore, allo 0,93% con un apporto a fondo perduto pari a 5 milioni di euro.

« Il 2022 ha visto la campagna pasquale tornare sui livelli pre- Covid, con buoni risultati sui resi – racconta l’amministra­tore delegato – e quest’anno contiamo di tornare ai 55 milioni di giro d’affari » . Grazie all’apporto di tutti i soggetti coinvolti si è potuto anticipare il piano di pagamento dei creditori, come ricorda Daniele Savi, dottore commercial­ista, revisore contabile e consulente tecnico del Tribunale, con un’anticipazi­one importante rispetto ai termini quinquenna­li e una copertura all’ 80%.

« Punto di partenza di operazioni di questa tipologia – spiega Luigi Mastrobuon­o nominato da Invitalia presidente del cda di Walcor – è che ci sia un prodotto e una rete commercial­e che possano essere rilanciati » . In due anni di vita, ricorda, il Fondo è arrivato a sei closing, sette in pipeline e una ventina di dossier esaminati, con quasi 1.500 addetti salvaguard­ati.

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Il core business sono uova e monete di cioccolato
I prodotti di punta. Il core business sono uova e monete di cioccolato

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