Per la siccità alcuni raccolti saranno ridotti fino al 50%
Desertificazione Allarme dei coltivatori
« La crisi bellica ha riportato il focus sulle materie prime: l’input ora è raccogliere di più, ma mancano i mezzi tecnici. E l’acqua è un mezzo tecnico » .
Il paradosso dell’attuale fase storica è tutto racchiuso nella frase di Giovanna Parmigiani ( Confagricoltura e Consiglio nazionale Anbi), intervenuta al convegno sulla siccità organizzato alla Camera, nella giornata contro la desertificazione. Negli ultimi 20 anni – ricorda – la siccità ha provocato danni all’agricoltura italiana per oltre 15 miliardi di euro, tanto che la gran parte delle compagnie assicurative ha smesso di assicurare contro questo rischio.
Che l' 84% dell'agroalimentare italiano derivi da agricoltura irrigua, si evince anche dalla impietosa istantanea sulle produzioni attuali.
Al Nord i campi sono al collasso: l’orzo registra un calo produttivo del 30%; le semine del mais lasciano spazio a sorgo e girasole, il pomodoro da industria – prodotto di punta del nostro agroalimentare – perde posizioni nella classifica dei produttori mondiali a favore della Cina ( stime World processing tomato council).
Soffrono anche le spighe, la cui maturazione è accelerata dalle temperature: nella bassa padovana, dove sono partite le prime trebbiature, Coldiretti rileva un calo di produzione del 10 per cento.
Anche per frutta estiva – reduce da due campagne disastrose – si prevede un calo del 40%. Con danni complessivi destinati a superare il miliardo di euro – ricorda Cia – pomodoro tardivi e altri orticoli rischiano di non vedere nemmeno avviata la coltivazione.
Nel bacino del Po ( 20 milioni di abitanti, il 40% del pil nazionale in agricoltura), « solo negli ultimi giorni sono andati persi 10mila ettari di coltivazioni a causa della risalita del cuneo salino, che ha trasformato l’acqua dolce in salmastra e l’ha resa inutilizzabile » , racconta Meuccio Berselli, segretario generale dell’Autorità di bacino distrettuale.
Oltre allo spaccato di una agricoltura dilaniata dalla siccità, colpisce il ritardo accumulato nel risolvere problemi di portata pluriennale. « Oltre il 40% dell’acqua immessa è dispersa nella rete idrica nazionale e l’acqua piovana viene captata solo per il 10% » , commenta Parmegiani.
Se il trend si conferma tale, il rischio al 2050 è una riduzione dei raccolti globali del 10%, con punte fino al 50 per cento.
« Con i fondi straordinari del Pnrr occorre un vero cambio di passo rispetto al passato, perché le scadenze fissate dalla normativa europea sono ristrette e si procederà per stati certificati di avanzamento » , conclude l’esponente di Confagricoltura.
« Un ritardo sarebbe fatale » perchè, come ricordato ieri a Madrid da Ibrahim Thiaw, segretario esecutivo della Convenzione Onu contro la desertificazione: « Nessun Paese, povero o ricco, è immune » .