Carni bianche, il caro mangimi costa 800 milioni in un anno
Assemblea Unaitalia Il settore vale 5,9 miliardi
Oltre 800 milioni di euro bruciati in un anno, di cui 450 solo nella fase agricola per effetto dei rincari delle materie prime agricole ( in primo luogo mangimi) e dell'energia. È la “conta dei danni” dovuta alla congiuntura internazionale per il settore avicolo made in Italy, uno dei comparti più virtuosi dell'agroalimentare italiano, tra i pochi ad avere un grado di autosufficienza del 108% per le carni bianche e del 97% per le uova.
Una penalizzazione significativa e che sta rischiando anche di compromettere un quinquennio di continua e rilevante crescita con la prima battuta d'arresto nei consumi registrata nel primo trimestre del 2022. E' quanto è emerso nei giorni scorsi a Roma all'assemblea di Unaitalia, l'associazione delle industrie delle carni avicole e delle uova.
D'altro canto - va sottolineato - i costi relativi ai mangimi rappresentano il 60% dei costi di produzione e i relativi prezzi sono cresciuti ancora del 33% nel primo trimestre del 2022. Una dinamica che rischia adesso di mettere in crisi il percorso di crescita messo a segno dal settore negli ultimi cinque anni.
Nel periodo 2017- 21 infatti - hanno spiegato a Unaitalia - le carni avicole hanno registrato un aumento degli acquisti del 9% in quantità e del 19% in valore. Ma nel primo trimestre 2022, in risposta all'incremento dei prezzi medi, la domanda al consumo mostra i primi segni di contrazione (- 11% a volume sul I trimestre 2021). Tuttavia, e nonostante queste prime difficoltà, la carne di pollo - hanno aggiunto a Unaitalia – è rimasta nel 2021 di gran lunga la carne più consumata dagli italiani: il 72% la mangia almeno una volta alla settimana, seguita a lunga distanza da manzo ( 54%), maiale ( 50%), vitello ( 46%). In media il pollo è consumato quasi 2 volte a settimana ( dati Doxa 2021).
« Sui prezzi delle materie prime – ha spiegato il presidente di Unaitalia, Antonio Forlini – dobbiamo però essere chiari: oltre che ad aumenti derivanti dal conflitto Russia- Ucraina, dalla corsa all'approvvigionamento preventivo da parte della Cina ed alle difficoltà di produzione legate ai cambiamenti climatici, siamo di fronte a dinamiche speculative, in atto da quasi 2 anni, che devono essere fermate. I dati forniti dal CFTC Usa dimostrano infatti come i rincari su grano, mais e soia siano anche legati all'ingresso, da metà 2020, di investitori ’ non commerciali’ nel mercato delle materie prime. Da allora i prezzi sono arrivati ai massimi storici, con valori raddoppiati rispetto alle medie del 2015- 2020 » .
Con 6mila allevamenti professionali e 64mila addetti ( 38.500 nella fase di allevamento e 25.500 addetti alla trasformazione), il settore avicolo made in Italy nel 2021 ha prodotto 1.374.000 tonnellate di carne (- 1,14% sul 2020), alle quali vanno aggiunti 12,1 miliardi di uova prodotte.
Complessivamente il settore vale 5,9 miliardi di euro ( 4.830 milioni per le carni e 1.070 milioni per le uova). In ripresa l'export delle carni (+ 8,3%), soprattutto il pollo, che ha raggiunto quota 131mila tonnellate (+ 12,2%).