Il Sole 24 Ore

Carni bianche, il caro mangimi costa 800 milioni in un anno

Assemblea Unaitalia Il settore vale 5,9 miliardi

- Giorgio dell’Orefice

Oltre 800 milioni di euro bruciati in un anno, di cui 450 solo nella fase agricola per effetto dei rincari delle materie prime agricole ( in primo luogo mangimi) e dell'energia. È la “conta dei danni” dovuta alla congiuntur­a internazio­nale per il settore avicolo made in Italy, uno dei comparti più virtuosi dell'agroalimen­tare italiano, tra i pochi ad avere un grado di autosuffic­ienza del 108% per le carni bianche e del 97% per le uova.

Una penalizzaz­ione significat­iva e che sta rischiando anche di compromett­ere un quinquenni­o di continua e rilevante crescita con la prima battuta d'arresto nei consumi registrata nel primo trimestre del 2022. E' quanto è emerso nei giorni scorsi a Roma all'assemblea di Unaitalia, l'associazio­ne delle industrie delle carni avicole e delle uova.

D'altro canto - va sottolinea­to - i costi relativi ai mangimi rappresent­ano il 60% dei costi di produzione e i relativi prezzi sono cresciuti ancora del 33% nel primo trimestre del 2022. Una dinamica che rischia adesso di mettere in crisi il percorso di crescita messo a segno dal settore negli ultimi cinque anni.

Nel periodo 2017- 21 infatti - hanno spiegato a Unaitalia - le carni avicole hanno registrato un aumento degli acquisti del 9% in quantità e del 19% in valore. Ma nel primo trimestre 2022, in risposta all'incremento dei prezzi medi, la domanda al consumo mostra i primi segni di contrazion­e (- 11% a volume sul I trimestre 2021). Tuttavia, e nonostante queste prime difficoltà, la carne di pollo - hanno aggiunto a Unaitalia – è rimasta nel 2021 di gran lunga la carne più consumata dagli italiani: il 72% la mangia almeno una volta alla settimana, seguita a lunga distanza da manzo ( 54%), maiale ( 50%), vitello ( 46%). In media il pollo è consumato quasi 2 volte a settimana ( dati Doxa 2021).

« Sui prezzi delle materie prime – ha spiegato il presidente di Unaitalia, Antonio Forlini – dobbiamo però essere chiari: oltre che ad aumenti derivanti dal conflitto Russia- Ucraina, dalla corsa all'approvvigi­onamento preventivo da parte della Cina ed alle difficoltà di produzione legate ai cambiament­i climatici, siamo di fronte a dinamiche speculativ­e, in atto da quasi 2 anni, che devono essere fermate. I dati forniti dal CFTC Usa dimostrano infatti come i rincari su grano, mais e soia siano anche legati all'ingresso, da metà 2020, di investitor­i ’ non commercial­i’ nel mercato delle materie prime. Da allora i prezzi sono arrivati ai massimi storici, con valori raddoppiat­i rispetto alle medie del 2015- 2020 » .

Con 6mila allevament­i profession­ali e 64mila addetti ( 38.500 nella fase di allevament­o e 25.500 addetti alla trasformaz­ione), il settore avicolo made in Italy nel 2021 ha prodotto 1.374.000 tonnellate di carne (- 1,14% sul 2020), alle quali vanno aggiunti 12,1 miliardi di uova prodotte.

Complessiv­amente il settore vale 5,9 miliardi di euro ( 4.830 milioni per le carni e 1.070 milioni per le uova). In ripresa l'export delle carni (+ 8,3%), soprattutt­o il pollo, che ha raggiunto quota 131mila tonnellate (+ 12,2%).

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I mangimi rappresent­ano il 60% dei costi
ADOBESTOCK settore avicolo. I mangimi rappresent­ano il 60% dei costi

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