Al Nord dal 1° luglio la garanzia pubblica è solo a pagamento
Stimato per il 2022 un costo totale a carico delle imprese di circa 85 milioni di euro
Dal primo luglio ci sarà una nuova barriera all’ingresso per le imprese che vogliono accedere a nuovi prestiti garantiti del fondo per le Pmi, in particolare per quelle che operano nel Centro- Nord del paese.
Per ottenere il finanziamento sarà necessario pagare una commissione a fronte della garanzia pubblica, servizio che negli ultimi due anni era stato invece gratuito. L’introduzione dell’onerosità era stata prevista nell’ambito di una correzione delle misure a supporto della liquidità delle imprese volto ad accompagnare le attività produttive verso il phase out, l’uscita dal supporto pubblico. Peccato che quello scenario era stato ipotizzato prima dei forti rincari dell’energia, del conflitto in Ucraina e ora anche del rischio che si vada incontro a serie misure di razionamento dell’energia elettrica perché la Russia poco alla volta sta chiudendo i rubinetti del gas.
Le commissioni da pagare sono una tantum e rappresentano una percentuale sul garantito: si tratta dell’ 1% per la media impresa, dello 0,50% per le piccole imprese e dello 0,25% per le micro imprese. Le attività che operano nel Mezzogiorno, invece, continuano a mantenere la gratuità.
Questo vuol dire che se un’azienda media richiede un prestito di 100 mila euro, dovrà pagare una commissione di ingresso di mille euro, oltre alle spese ordinarie e al tasso di interesse. Nel caso di una impresa piccola, per lo stesso importo, la commissione sarà di 500 euro e per la micro impresa 250 euro.
Sulla base dell’operatività registrata nel primo semestre 2022 dal fondo per la Pmi, si calcola che la media mensile delle garanzie concesse a favore di imprese del centro nord, soggette al pagamento delle commissioni di accesso, è pari a oltre 20 mila operazioni al mese, per un finanziato di 3,6 miliardi al mese e un garantito di 2,8 miliardi al mese. Sulla base di questi flussi si può stimare che nel secondo semestre 2022 il sistema delle medie e piccole imprese che accedono alle garanzie pubbliche possa essere gravato da un ulteriore onere complessivo compreso tra 75 e 85 milioni dovuto alla reintroduzione dal primo luglio 2022 delle commissioni di accesso alla garanzia. L’azienda che richiede ora un prestito garantito a tasso variabile, che ha una durata massima di 8 anni, dovrebbe vedersi applicare un tasso di ingresso pari allo 0,5 per cento. È un valore contenuto per via della garanzia e perché la durata non è molto lunga; ma se si considera che da settembre la Bce potrebbe alzare dello 0,5% il tasso di sconto si capisce che chi si indebita al tasso variabile vedrà salire sensibilmente la rata nei prossimi mesi. Per cercare di dare maggiore supporto alle imprese, sono stati presentati una serie di emendamenti al decreto Aiuti.
Dal primo luglio, infatti, si ridurranno anche le percentuali garantite: la garanzia scenderà al 60% per le operazioni di liquidità in favore delle imprese in fascia 1 e 2, cioè quelle più solide, mentre per tutte le altre sarà pari all' 80 per cento.
È prevista la garanzia al 90 per cento e la gratuità per alcuni settori ( i 26 comprarti previsti dall'ultimo Temporary Framework) per finanziare interventi di efficientamento energetico.
Gli emendamenti presentati prevedono, oltre a eliminare il pa
La commissione su un prestito di 100 mila euro è mille euro per un’azienda media, 250 euro per la micro
gamento della commissione, per tutte le operazioni, la garanzia diretta all’ 80% e la riassicurazione al 100% su una garanzia massima dei confidi pari all' 80%.
Per le rinegoziazioni la garanzia diretta scende al 70%, la riassicurazione al 90%, fermo restando il limite dell’ 80% per la garanzia dei confidi, a patto che le operazioni in questione prevedano credito aggiuntivo e aumento durata. Per imprese di media dimensione c’è comunque l’alternativa dei finanziamenti garantiti da Sace, ma l’accesso è più complesso e le commissioni in media più costose.