Il Sole 24 Ore

Dolce& Gabbana, viaggio nel tempo alla riscoperta di 30 anni di collezioni

- Giulia Crivelli

« Per carattere e per il mestiere che facciamo siamo portati, quasi costretti, a guardare sempre avanti, a ricomincia­re a ogni stagione da un foglio bianco. Ma per fortuna in oltre trent’anni di collezioni uomo abbiamo costruito un archivio e questa volta abbiamo deciso di entrarci, uscendone sorpresi e orgogliosi e con un’idea: ri- editare alcuni dei capi degli anni 90 e duemila » .

Domenico Dolce e Stefano Gabbana hanno deciso di spiegare gli spunti e le scelte alla base della collezione primavera- estate 2023 che ha sfilato ieri a Milano, 89 look “puntellati” da simboli della maison Dolce& Gabbana, come il patchwork e le lavorazion­i tessili che fanno capire il legame, sempre più forte, con l’artigianal­ità. Una spiegazion­e onesta, lucida e appassiona­ta, di chi si è specchiato nell’archivio e – bando a ogni inutile modestia – ha riconosciu­to il valore del lavoro iniziato nel 1990, quando sfilò la prima collezione Dolce& Gabbana uomo, cinque anni dopo la nascita della maison.

Una spiegazion­e utile a chi li segue da sempre, ma allo stesso tempo quasi superflua per gli appassiona­ti o clienti più giovani del brand: la magia dell’operazione Re- Edition è che ogni look della sfilata è sembrato autenticam­ente nuovo, anche a chi, cercando di pescare nella memoria, aveva già visto alcuni pezzi, come le canottiere o i jeans strappati, portati con al collo un rosario.

Una sfida, quella di convincere gli uomini a indossare gioielli con disinvoltu­ra, nata proprio con Dolce& Gabbana e con un simbolo della nuova eleganza ( o estetica) maschile, David Beckham, che negli 2000 fece persino nascere il neologismo metrosexua­l, che aiutò a superare la convinzion­e che fosse solo l’orientamen­to sessuale a influenzar­e il modo di vestire.

« Non ci piace particolar­mente la parola vintage, perché fa pensare a qualcosa che ha vissuto un momento di gloria e conquistat­o un piccolo o grande posto nella storia della moda, ma non può davvero rivivere – spiegano Domenico Dolce e Stefano Gabbana –. Navigando sui siti di reselling abbiamo avuto un’impression­e leggerment­e diversa: c’è curiosità per il passato per i capi vintage, perché sono diversi, perché spiegano come si è arrivati all’oggi, perché consentono di scegliere con ancora maggiore autonomia il proprio look » . Il 2022 è stato un anno ricco di nuove iniziative per la maison, come del resto lo era stato il 2021 e ieri in prima fila c’erano molti buyer e ospiti americani, europei e persino asiatici : « La collezione casa che avevamo presentato in anteprima a Venezia la scorsa estate con la settimana del design di Milano ha avuto un’ulteriore grande vetrina.

Per noi è stata un passo importante, arrivato dopo quasi 40 anni dall’inizio del nostro sodalizio creativo e imprendito­riale – concludono Domenico Dolce e Stefano Gabbana –. Il passaggio da marchio di moda a simbolo di lifestyle è credibile solo grazie a questo percorso, di cui non rinneghiam­o niente e che in certi aspetti abbiamo riscoperto lavorando sull’archivio » . Tra i progetti più recenti, l’ingresso del marchio nell’universo del gaming, nuovi Nft e lo spot per Tim, di cui gli stilisti sono protagonis­ti, con la regia di Giuseppe Tornatore e le musiche di Ennio Moricone. Il titolo, La forza delle connession­i, sarebbe stato perfetto anche per la collezione che ha sfilato ieri. Connession­i tra passato e presente e soprattutt­o con il futuro, della moda e non solo.

La prima sfilata uomo risale al 1990 e nel tempo il marchio ha impresso una svolta all’estetica maschile

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La sfilata è iniziata con un modello in canottiera, simbolo degli anni 90
Finale. La sfilata è iniziata con un modello in canottiera, simbolo degli anni 90

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