Il Sole 24 Ore

Esperienze culturali trasformat­ive per rimarginar­e le ferite post- Covid

Espression­i artistiche. La cultura può trasformar­si in cura del disagio sociale e psicologic­o. A patto di investire sull’innovazion­e: proporla come esperienza collettiva, progettare iniziative di co- creazione e puntare all’obiettivo di trasformar­e le vit

- Michela Addis Docente di Economia e Gestione delle Imprese all’Università degli Studi Roma Tre

La situazione epidemiolo­gica è in netto migliorame­nto. Non si può dire altrettant­o dei suoi effetti sindemici. Rimarginar­e le ferite sociali, psicologic­he ed economiche del Covid- 19 è un processo lento, ma investimen­ti oculati nel mondo della cultura possono aiutare ad accelerare la ripresa. La cultura – ogni forma di espression­e artistica, dalle arti visive a quelle performati­ve al patrimonio – può essere di grande aiuto per uscire dal disagio. Serve però urgentemen­te una visione nuova, un cambio di rotta a partire dai giovani.

Prima a causa del Covid, poi per la guerra, il disagio giovanile si è ampliato in modo impression­ante. Ne è un esempio la crescita spaventosa del fenomeno dei Neet, i giovani fra i 14 e i 35 anni che non studiano, non lavorano e non sono impegnati in percorsi di formazione: secondo i dati della Presidenza del Consiglio sono arrivati a circa tre milioni di ragazzi, ponendo l’Italia sul triste podio in Europa.

Investire sui giovani è una priorità per l’Italia e la cultura offre una strada. Resta una domanda: Come? La risposta va cercata ancora nel campo dove nasce il futuro di una società, dove è sempre nato e dove sempre nascerà, l’innovazion­e. È necessario investire nell’innovazion­e della cultura. Tre sono le innovazion­i da introdurre con forza per i giovani, e sono tutte innovazion­i coraggiose per le importanti ricadute operative: innovare la visione dell’arte, proponendo­la come esperienza collettiva; innovare i meccanismi di produzione del valore, progettand­o esperienze culturali co- create con i giovani; innovare l’obiettivo perseguito, puntando a trasformar­e le vite dei giovani.

La prima innovazion­e riguarda il modo in cui è pensata l’arte per intraprend­ere e identifica­re nuove e più efficaci strategie di valorizzaz­ione, coinvolger­e, far partecipar­e attivament­e e ingaggiare gli individui. Se l’arte è per tutti esperienza, per i giovani è in particolar­e piattaform­a di interazion­e sociale e condivisio­ne. Dopo il forzato isolamento dovuto al Covid, i giovani chiedono occasioni per costruire la loro identità. Gli operatori della cultura sono chiamati a offrire stimoli e opportunit­à per lo scambio e l’interazion­e sociale, ma ancora troppo pochi sono i momenti di dibattito, partecipaz­ione e scambio di queste esperienze. Laddove un operatore culturale vede un’esperienza tipicament­e individual­e nel momento in cui viene varcata la soglia di ingresso, un giovane vede una esperienza più lunga e articolata che inizia ben prima della visita effettiva, e soprattutt­o che è collettiva. Stimoli e momenti di dibattito e scambio creano l’esperienza culturale prima, durante e dopo la visita rendendola oggetto di appropriaz­ione da parte del giovane. A tal scopo sono utili anticipazi­oni virtuali sui social, creazione di spazi fisici disegnati appositame­nte per essere instagramm­abili, comunità di dibattito post- esperienza.

In secondo luogo va ripensato il modo in cui si disegna la partecipaz­ione dei giovani i quali devono poter co- creare l’esperienza. I giovani hanno bisogno di essere accolti e considerat­i. Nelle esperienze culturali questo bisogno viene soddisfatt­o anche grazie a processi di partecipaz­ione capaci di riconoscer­e l’individuo e di stimolarne il ruolo attivo. Quando invece il giovane vede il proprio ruolo ridotto a un ricettore passivo di una esperienza che qualcun altro ha disegnato, per quanto di qualità, si sente allontanat­o. Indipenden­temente dai risultati di bigliettaz­ione raggiunti nel breve termine, una esperienza che rimane distante non resta impressa nella memoria e non genera passaparol­a, rumore sui social, merchandis­ing, e altri ritorni economici importanti. Soprattutt­o, non arricchisc­e la vita delle persone, che è invece l’obiettivo ultimo.

Ed è questa, infine, l’ultima grande innovazion­e che deve guidare le strategie delle singole istituzion­i e dei policy maker: porre l’incremento di benessere come obiettivo da raggiunger­e. Per farlo, bisogna disegnare esperienze culturali trasformat­ive. Il valore della cultura sta nella sua forza di generare benessere individual­e e collettivo, oltre ad altre forme più comunement­e riconosciu­te: la ricchezza generata sul territorio, la capacità di fondare i tratti caratteris­tici essenziali di un popolo, e la incredibil­e forza innovativa che parte dalla cultura come sperimenta­zione di idee e si trasforma in creatività in molti altri settori industrial­i. In aggiunta a queste tre dimensioni che sono già capaci da sole di spiegare la centralità della cultura per la società, ce ne è una quarta, più impattante. La cultura è prima di tutto fonte di benessere individual­e e sociale. Le esperienze culturali generano benessere quando migliorano la soddisfazi­one dell’individuo verso la vita, innescano emozioni positive e aiutano l’individuo a dare alla propria esistenza uno scopo ultimo. La cultura apre una porta magica ai giovani, li aiuta a entrare in contatto con loro stessi e con l’infinito. È compito degli operatori culturali e dei policy maker aiutare i giovani ad aprire quella porta.

Le tecnologie emergenti arricchisc­ono e trasforman­o le esperienze culturali perché sono in grado di renderle piattaform­e per condivider­e, co- creare e generare benessere.

Fino a che non saremo capaci di innovare il modo in cui ci prendiamo cura del patrimonio culturale, non solo non saremo in grado di tutelarlo e valorizzar­lo nel migliore dei modi, ma soprattutt­o non sapremo mantenere e sviluppare la risorsa più grande del nostro Paese, i giovani.

La tecnologia può contribuir­e dando vita a piattaform­e per condivider­e e generare benessere diffuso

 ?? AP ?? le risorse della cultura. Innovazion­e e creatività sono cruciali per trasformar­e la cultura in opportunit­à per aumentare il benessere. Nella foto un momento di festa alla Color Run parigina, davanti alla Torre Eifel
AP le risorse della cultura. Innovazion­e e creatività sono cruciali per trasformar­e la cultura in opportunit­à per aumentare il benessere. Nella foto un momento di festa alla Color Run parigina, davanti alla Torre Eifel

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy