A Monte- Carlo inizia una estate di musica ed esperienze gourmet
Se il Dio delle autostrade vi assiste, da Milano bastano poco più di tre ore per raggiungerla. Superata Mentone ( che merita una tappa, se ci si passa il mercoledì, per il mercatino dell’antiquariato serale, Les Nocturnes Antiques de Menton) ecco la baia di Monte- Carlo. Rifugio no- tax dal lontano 1870, secondo Paese più piccolo al mondo dopo il Vaticano ma con il primato della densità abitativa – 19mila abitanti per chilometro quadrato – oltre 139 diverse nazionalità. Meta classica dei giocatori, con uno dei casinò più iconici al mondo, Montecarlo ambisce a superare lo stereotipo di buen retiro per super ricchi e si offre ai visitatori con una nuova inaspettata veste gourmand. Che siano i ravioli fritti Barbagiuan, lo Stocafì alle erbe aromatiche e la classica focaccia con cipolle, acciughe e pomodoro Pissaladière da gustare in una trattoria lungo la corniche, o i piatti stellati di Ducasse e Alléno, altro grande chef appena approdato in città, il Principato ha deciso di puntare sull’alta gastronomia, ma non a scapito degli altri punti d’attrazione.
Anche per chi non sia appassionato di roulette e blackjack una visita al casinò s’impone. Le sale cariche di ori e stucchi evocano i fasti della Belle Époque quando, prima al mondo, la casa giochi di Monte- Carlo iniziò a fornire agli ospiti fiches scolpite in madreperla da usare al posto dei contanti. A quei tavoli sedeva, assidua e perdente, la diva Sarah Bernhardt e il motto del responsabile della casa François Blanc era: « Qui non si deve fare nulla di ciò che si fa altrove » . Oggi l’innovazione porta la roulette francese in modalità live nel salone Touzet, dove sono allineate otto postazioni di gioco con touch screen che accettano anche una puntata minima da un euro. E si può giocare all’aperto sulla terrazza del Casino Café de Paris, opzione apprezzata dai fumatori. In qualche caso i clienti dello storico Hotel de Paris riescono a percorrere il corridoio “segreto” che utilizzava Onassis per raggiungere in incognito le sale da gioco.
Imperdibile, poi, la Wunderkammer del Musée Océanographique, una delle più grandi istituzioni scientifiche internazionali dedicate allo studio dell’oceano, nei cui acquari sono ospitate circa
6mila specie di creature marine. Nel 2011 il museo ha chiesto all’artista Mark Dion di creare una nuova esposizione secondo la tradizione del cabinet of curiosity: attingendo dagli archivi, Dion ha riportato alla luce molti pezzi dimenticati della vasta collezione fondata dal Principe Alberto I, con esemplari raccolti durante le esplorazioni del XX secolo, ora disposti tematicamente, dall’orso polare ad antichi scafandri e coralli giganti.
Per i visitatori gourmet, come dicevamo, molte novità: Yannick Alléno ha creato una versione monegasca e dégagé del suo Pavyllon, con un lungo bancone di servizio in cui gli ospiti interagiscono con gli chef. All’Hotel de Paris da Em Sharif la leggiadra Yasmina Hayek propone una versione golosissima della cucina libanese della madre. Marcel Ravin ha conquistato la seconda stella con la proposta gastronomica del Blue Bay, dove i sapori mediterranei sono contaminati dalle sue memorie caraibiche. E per il dopo cena, un cocktail nella frescura dei Jardins des Boulingrins di fronte a Place du Casino e l’intreccio musicale e alcolico fra Oriente e Occidente al Buddha Bar; allo Sporting MonteCarlo “a taste of Lima” nell’offerta di street food peruviana del Coya, che quest’estate inaugura lo spazio privato Coyancha per aperitivi a base di Pisco con musica dal vivo, e il 21 giugno organizza la Noche Blanca con dress code total white. Tra una mano di carte e un aperitivo vista mare c’è spazio anche per uno sguardo alla programmazione musicale. Il Monte- Carlo Music Festival, i concerti di Alicia Keys e della Queen Machine Simphonic. Una chicca per i cultori del violoncello: in Voodoo Cello la virtuosa Imany amalgama la propria voce con otto violoncelli su pezzi che spaziano dai Radiohead a Cat Stevens.