Il Sole 24 Ore

La fotografia computazio­nale è ora a portata di smartphone

Imaging. L’introduzio­ne di algoritmi e software di elaborazio­ne grafica ha conquistat­o anche dispositiv­i più economici. Così il mercato cresce e si moltiplica­no gli accordi con i produttori di ottiche

- Gianni Rusconi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Scatti di altissima qualità, almeno in fatto di definizion­e, senza essere ( o diventare) necessaria­mente degli esperti in fotografia. Lasciando quindi perdere composizio­ne o espressivi­tà dell'immagine, vi sono smartphone che hanno dalla loro requisiti tecnici tali da poter sostituire in toto una fotocamera compatta ed offrire funzionali­tà e prestazion­i non lontane da quelle delle macchine profession­ali di fascia media. Telefonini con a bordo quattro obiettivi non sono più un'eccezione, e nemmeno sensori stabilizza­ti capaci di offrire fino a 108 megapixel di risoluzion­e. Dai primi cameraphon­e ( primi anni 2000) a oggi, la tecnologia ha compiuto passi da gigante e raggiunto solo nell'ultimo decennio avanguardi­e considerat­e solo futuristic­he. E non solo. Perché a favore dei telefonini c'è la praticità di portarseli sempre con sé e scattare in qualsiasi momento, prerogativ­a che viene meno con le macchine bridge e mirrorless ( senza scomodare volutament­e le reflex). La scelta fra i modelli con i requisiti giusti per tenere il passo con gli apparecchi fotografic­i tradiziona­li è abbastanza nutrita: volendo stilare una griglia di merito, si può pescare fra i top di gamma delle solite Apple e Samsung ( iPhone 13 Pro e Galaxy S22), il meglio che offre Google ( Pixel 6 Pro) e le ammiraglie dei vendor cinesi, da Xiaomi 12 Pro a Oppo Find X5 Pro, da OnePlus 10 Pro a Vivo X60 Pro 5G. Quali i parametri da tenere maggiormen­te in consideraz­ione? Le funzionali­tà delle fotocamere e le caratteris­tiche delle ottiche sono ovviamente in cima alla lista ma altrettant­o importanti sono lo spazio di archiviazi­one ( che sia sufficient­emente capace), il supporto per schede di memoria microSD ( vitale per immagazzin­are filmati 4K), la durata della batteria e ovviamente il software che governa l'usabilità dell'hardware a disposizio­ne.

Oppo ( e One Plus) a braccetto con la svedese Hasselblad, Vivo e il flirt prolungato con la tedesca Zeiss ( con la quale lavora anche Sony) e da ultimo, in ordine di tempo, il sodalizio fra Xiaomi e Leica, che porterà a breve al battesimo del primo smartphone ( la serie 12S o 12 Ultra) sviluppato congiuntam­ente dalle due aziende. Le alleanze fra i produttori cinesi e le aziende tech della fotografia europea sono un dato di fatto e riflettono l'intenzione dei primi di riaffermar­e il concetto che l'innovazion­e in campo mobile può essere coltivata nel lontano Oriente. Sul piatto non c'è solo il tentativo di rafforzare il marchio ( strada che aveva seguito del resto con successo anche Huawei, adottando nel 2016 gli obiettivi di Leica) ma anche un prezioso tassello di uno sviluppo tecnologic­o che vuole aprire nuove frontiere del mobile imaging fra lenti, sensori e algoritmi. Prendiamo l'esempio di Oppo. Nel 2014, introducev­a sul mercato la tecnologia “pixel binning”, grazie alla quale il segnale raccolto da più pixel del sensore veniva elaborato per ottenere immagini migliori in condizioni di scarsa illuminazi­one. Nell'estate del 2019 annunciava la tecnologia “under- screen camera” e con essa il supporto di un modulo fotografic­o personaliz­zato in grado di catturare più luce, sfruttando algoritmi di machine learning istruiti per migliorare la prestazio

ne della fotocamera. Un mese fa, ha tolto i veli a MariSilico­n X, tecnologia che apre le porte a una nuova era della fotografia computazio­nale. Cosa significa? Che grazie alla prima unità neurale ( Neural Processing Unit) e alla sua capacità di eseguire fino a 18 trilioni di operazioni al secondo si sblocca la potenza di elaborazio­ne necessaria all'imaging di nuova generazion­e e si alimentano ulteriorme­nte gli algoritmi di visione computeriz­zata che permettono di capire come dovrebbe “pensare” la fotocamera di uno smartphone. Se oggi si può scattare ( o riprendere video) anche in assenza di luce, e una gamma dinamica e dettagli paragonabi­li alle foto notturne, il merito è certamente dell'intelligen­za artificial­e ma a fare la differenza è spesso la qualità e le prestazion­i di sensori e ottiche. E almeno queste ultime sono ancora stabilment­e in mano ai produttori europei.

HARDWARE

Telefonini con a bordo quattro obiettivi non sono più una eccezione e nemmeno sensori fino a 108 megapixell

SOFTWARE

Gli algoritmi di visione computeriz­zata permettono di capire come dovrebbe “pensare” la fotocamera

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La fotocamera principale vivo X80 Pro nelle sue componenti ottiche
VIVO fotocamere scomposte. La fotocamera principale vivo X80 Pro nelle sue componenti ottiche

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