I private equity in uscita difendono i rendimenti: nel 2021 toccato il 19,2%
Dopo il boom 2020 ritorni in linea con gli anni passati Dimezzate le svalutazioni
I rendimenti delle operazioni di private equity si confermano anche nel 2021. In uno scenario di graduale uscita dalla crisi pandemica, nel 2021 il mercato del private equity in Italia si conferma attivo, realizzando una performance con un tasso interno di rendimento lordo ( Irr lordo aggregato) pari a 19,2%, in linea con il trend degli anni passati: se si esclude il valore record del 32,1% conseguito nel 2020 per effetto di pochi “mega- deal”, cioè operazioni di grandi dimensioni che hanno notevolmente impattato sulla performance complessiva.
È quanto emerge dalla periodica rilevazione di Kpmg, con Aifi, basata sull’analisi di 50 operazioni di disinvestimento del 2021 effettuate da 26 operatori, che hanno determinato un controvalore incassato dai private equity, pari a circa 1,7 miliardi di euro, in flessione rispetto al 2020 quando si era registrato il controvalore di incassi record pari a 5,3 miliardi.
Facendo un confronto con il 2020, il 2021 ha mostrato disinvestimenti di dimensioni mediamente più piccole e minori volumi, presentando comunque rendimenti in linea con la media storica. È stato, dunque, un anno caratterizzato da operazioni di medio- piccole dimensioni, con buoni ritorni, ed un numero ridotto di svalutazioni ( write- off). La riduzione, in termini numerici, dei write- off, è un dato rilevante per il 2021: sono state in totale 8 le operazioni coinvolte, ben 10 in meno rispetto al 2020, di cui 3 totali ( cioè svalutazione del 100% del valore dell’investimento) e 5 parziali ( ossia svalutazione pari ad almeno l’ 80% del valore dell'investimento).
I rendimenti più elevati si registrano nelle operazioni di disinvestimento di aziende in fase di management buyout ( 27,0%) e nelle operazioni di development ( 8,4%). Rispetto ai disinvestimenti “early stage”, storicamente interessati da elevata volatilità, nel 2021 riprende il trend di rendimenti positivi, interrotto nel 2020 ed osservato nei 4 anni precedenti, registrando una performance in termini di Irr pari al 4%. Nonostante la situazione di incertezza, nel 2021 i fondi hanno fatto registrare nuovi investimenti in Italia per un controvalore di 3,7 miliardi, il dato più alto mai registrato dal rapporto dopo il 2018, quando si erano osservati volumi record per 4,5 miliardi. Si stima che nel decennio 2012- 2021 i private equity abbiano investito circa 32 miliardi.
Per Max Fiani, partner di Kpmg e coordinatore del rapporto « i fondi di private equity, sia italiani, sia esteri, non si sono lasciati condizionare dall’incertezza e hanno continuato ad avere fiducia nelle imprese italiane investendo volumi importanti in nuovi target, confortati da rendimenti medi ormai stabilmente sopra il 10% » .
« Il private capital sta assumendo un ruolo sempre più importante nella gestione del risparmio istituzionale e il dato è confermato anche dai livelli di Irr realizzati al momento del disinvestimento » , dichiara il presidente di Aifi, Innocenzo Cipolletta.