Scuola, arriva il compromesso su incentivi e taglio di 10mila docenti
Il decreto Pnrr 2. Ok in commissione sull’una tantum per la formazione incentivata dei prof a fronte di una riduzione dell’organico spalmata su tutta la platea dal 2026/ 27, tenendo conto di nascite e immigrazione e con un monitoraggio
Alla fine il compromesso sulle coperture alla nuova formazione incentivata degli insegnanti ( e, di conseguenza, sul taglio di 10mila docenti a partire dal 2026 a esso collegato) è arrivato. Grazie alla riformulazione di un emendamento all’articolo 44 del decreto Pnrr 2 che è giunto in serata sul tavolo della commissione Istruzione del Senato e ha sbloccato l’impasse in atto da venerdì. Maggioranza e governo avrebbero deciso di coprire l’attribuzione di una nuova “una tantum” ( dal 10 al 20% dell’ultimo stipendio) per i prof che si aggiorneranno con un fondo ad hoc dedicato all’istruzione e i cui risparmi eventuali resteranno al comparto ( come chiesto dal Pd). Ad alimentarlo ci penseranno una serie di voci. Tra le quali, a partire dal 2026/ 27, compare anche una riduzione dell’organico dell’autonomia ( e non più del solo organico di potenziamento come previsto in un primo momento, ndr) « conseguente all’andamento demografico, tenuto conto dei flussi migratori » .
Sulle riduzioni di posti ci sarà un monitoraggio attento di Uffici scolastici regionali ( Usr), Istruzione ed Economia. Qualora i conti non tornassero, solo in un secondo momen
Agli insegnanti che si aggiornano ogni tre anni bonus dal 10 al 20 per cento dello stipendio
to si interverrebbe sull’organico di potenziamento. Una soluzione su cui la commissione si è pronunciata in serata dando l’ok all’approdo in aula stamattina del Dl 36. In vista dell’approvazione attesa tra giovedì e venerdì, probabilmente con la fiducia ( il testo è atteso poi alla Camera, e va convertito entro il 29 giugno).
Sempre in tema di docenti l’emendamento conferma il percorso ordinario per abilitarsi, che prevede la laurea più l’acquisizione di 60 Crediti formativi attivi ( Cfu), di cui almeno 10 di area pedagogica e 20 di tirocinio ( diretto e indiretto). I 60 Cfu ( dovrà essere varato un « profilo conclusivo delle competenze professionali del docente abilitato » ) potranno essere presi già durante il percorso di laurea (“di norma” durante la magistrale, ma attraverso gli spazi di flessibilità dei piani di studio si potrebbe iniziare già durante la triennale, come auspicato da Forza Italia, con Valentina Aprea, « per consentire - ha detto - a chi ha la vocazione precoce di cominciare a conseguire parte dei crediti » ). Chi è già in possesso dei 24 Cfu ( oggi previsti in ambito antro- psico- pedagogico) non li perde; gli vengono riconosciuti, ma dovranno essere co