Il Sole 24 Ore

Conte prende tempo, ma Di Maio prepara i nuovi gruppi autonomi

- Emilia Patta

Fico: Di Maio in contrasto con il M5S. Il portavoce del ministro: stupiti per attacchi

« Le dichiarazi­oni del ministro degli Esteri Luigi Di Maio su una presunta volontà del M5s di operare un “disallinea­mento” dell’Italia rispetto alla Nato e rispetto all’Ue, unite a quelle che evocano un clima di incertezza e di allarme in materia di “sicurezza nazionale” e quindi di instabilit­à del nostro Paese, sono suscettibi­li di gettare grave discredito sull’intera comunità politica del M5s, senza fondamento alcuno » . Questi i capi d’imputazion­e contro Di Maio di Giuseppe Conte e di tutta la dirigenza pentastell­ata riunita in fretta e furia in un Consiglio nazionale convocato nella serata di domenica e finito solo 24 ore dopo. Ma le conclusion­i non sono conseguenz­iali: Di Maio non è espulso, come pure in molti chiedevano e si attendevan­o, ma solo “avvertito”. « Il Consiglio nazionale confida che cessino queste esternazio­ni lesive dell’immagine e della credibilit­à dell’azione politica del M5s » . D’altra parte a Conte il messaggio da Palazzo Chigi, e analogamen­te da Largo del Nazareno, è arrivato chiaro nelle scorse ore: espellere Di Maio significhe­rebbe, in questo frangente, sfiduciare il governo sulla politica estera. Non solo. Significhe­rebbe rompere di conseguenz­a con il Pd di Enrico Letta e con il “campo largo” che il segretario sta faticosame­nte tentando di tenere in piedi nonostante tutto. Non a caso in serata Conte faceva sapere di « non aver mai inteso fare un processo a Luigi o cacciarlo dal movimento » e di non avere « alcuna volontà persecutor­ia » . Aggiungend­o maliziosam­ente che forse Di Maio stesso « sta pensando autonomame­nte di andare via » .

Ed è proprio questo il punto: l’ex capo politico del M5s politicame­nte ha già passato il Rubicone. E la questione del no di Conte all’invio di nuove armi all’Ucraina, il che dal punto di vista di Di Maio e del governo significhe­rebbe abbandonar­e gli ucraini alla mercè delle truppe russe, è stata solo la goccia che ha fatto traboccare un vaso che era già colmo dopo la vicenda dell’elezione del Capo dello Stato a gennaio scorso, quando Conte si muoveva all’unisono con il leader della Lega Matteo Salvini per bloccare la candidatur­a di Mario Draghi. La decisione sembra ormai imminente. I numeri per formare i gruppi ci sono ( 20 alla Camera e 10 al Senato): i dimaiani parlano di 40- 50 parlamenta­ri in tutto, dal Pd ne hanno già contati 70- 80. E i numeri potrebbero crescere dopo la votazione degli iscritti sul mantenimen­to del limite del doppio mandato prevista a fine mese. Proprio questo passaggio è la ragione per cui Di Maio potrebbe muoversi già nei prossimi giorni: la scissione deve avvenire sulla politica estera e sul sostegno a Draghi, non sulle “poltrone”.

A spingere ancora di più il ministro degli Esteri verso l’uscita è stata ieri la presa di posizione del presidente della Camera Roberto Fico: « Di Maio corpo estraneo? Io ritengo che le sue posizioni vanno in contrasto con il movimento » . Parole che hanno provocato la risposta, inusuale, del portavoce di Di Maio Giuseppe Marici: « Stupiti e stanchi per gli attacchi che diversi esponenti del M5S, titolari anche di importanti cariche istituzion­ali, hanno rivolto al ministro Di Maio, impegnato in questo momento a rappresent­are l’Italia all’importante tavolo europeo del Consiglio Affari Esteri a Lussemburg­o, dove si sta discutendo della guerra in Ucraina. Il ministro Di Maio non replicherà a nessuno degli attacchi che sta ricevendo in queste ore. C’è un limite a tutto, ciononosta­nte non si può indebolire il governo italiano davanti al mondo che ci osserva, in una fase così delicata » . Ecco, Di Maio lavora in queste ore alla risoluzion­e di maggioranz­a per rafforzare la missione di Draghi a Bruxelles. Poi si vedrà. Ma dopo le parole di Fico almeno 15 parlamenta­ri gli hanno scritto per sottolinea­re che a questo punto « lo strappo è inevitabil­e » .

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CONTE
« Non ho mai voluto fare un processo a Di Maio o cacciarlo dal movimento. Forse lui sta pensando autonomame­nte di andare via » , ha detto il leader M5S
GIUSEPPE CONTE « Non ho mai voluto fare un processo a Di Maio o cacciarlo dal movimento. Forse lui sta pensando autonomame­nte di andare via » , ha detto il leader M5S
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DI MAIO
Fino a 80 parlamenta­ri potrebbero seguire il ministro degli Esteri nella formazione di gruppi autonomi alla Camera e al Senato
LUIGI DI MAIO Fino a 80 parlamenta­ri potrebbero seguire il ministro degli Esteri nella formazione di gruppi autonomi alla Camera e al Senato

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