Il Sole 24 Ore

Ucraina, mediazione sul voto Zelensky: Roma ci sostenga

Draghi al Senato.

- Barbara Fiammeri Emilia Patta

Stamattina ultima trattativa sulla risoluzion­e ma Conte insiste: il Parlamento si pronunci regolarmen­te su linea politica e armi. Ma per il premier basta il decreto di marzo

« Per favore, sostenetec­i » . L’ennesimo appello del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, lanciato ieri in video al Global Policy Forum di Ispi tenutosi a Milano, arriva alla vigilia delle comunicazi­oni del premier Mario Draghi ( oggi in Senato, mercoledì alla Camera) in vista del Consiglio europeo di giovedì e venerdì. Dove si tornerà sulle modalità di sostengo all’Ucraina e sulle contromisu­re da assumere, dal price cup sul gas al superament­o del principio di unanimità, dalla proroga della sospension­e del patto di stabilità fino alla candidatur­a dell’Ucraina per l’ingresso nella Ue, assicurata dallo stesso Draghi assieme a Macron e Scholz in occasione della recente visita a Kiev. « State supportand­o non l’avanzata delle forze ucraine ma la capacità di difesa del nostro esercito - ha ricordato Zelensky -. Ogni nostra avanzata è sul suolo ucraino. Non stiamo attraversa­ndo il confine, non stiamo uccidendo civili russi » . E ancora: « Abbiamo bisogno del vostro supporto, abbiamo bisogno di armi moderne per contrastar­e i russi » .

Parole che sono probabilme­nte indirizzat­e a superare il « no » all’invio di nuove armi che da settimane M5s e in primis il suo presidente GIuseppe Conte vanno ripetendo, tanto da provocare la presa di distanza dello stesso ministro degli Esteri e a oggi ancora uno dei principali esponenti del Movimento, Luigi Di Maio. Per Conte è essenziale che nella risoluzion­e depositata alle Camere, che sarà votata dopo l’intervento del premier, sia messo in chiaro che ci sia « un più pieno e costante coinvolgim­ento del Parlamento con riguardo alle linee di indirizzo politico che verranno perseguite dal governo italiano nei più rilevanti consessi europei e internazio­nali, inclusa l’eventuale decisione di inviare a livello bilaterale nuove forniture militari » . Una prospettiv­a che però per Draghi è inaccettab­ile. Il decreto votato da quasi tutto il Parlamento nel marzo scorso autorizza il governo a emanare i decreti interminis­teriali per il sostegno all’Ucraina fino alla fine dell’anno. E il controllo del Parlamento, come ha rimarcato lo stesso Draghi nella sua ultima informativ­a sulla guerra alle Camere, avviene attraverso il Copasir.

Nonostante ore e ore di discussion­i e voci su un « riavvicina­mento » , la riunione si è conclusa con il rinvio a stamane alle 8 per tentare l’ultima sintesi. C’è pieno accordo su temi come la richiesta del tetto al prezzo del gas o sul superament­o del principio di unanimità nella Ue, resta invece la distanza sulle modalità di coinvolgim­ento del Parlamento. Il Pd e gli altri partiti della maggioranz­a hanno proposto un’intesa che preveda dei passaggi parlamenta­ri “informativ­i”, simili a quelli che proprio l’ex premier Conte o suoi ministri tenevano durante l’emergenza Covid per illustrare i vari Dpcm approvati a Palazzo Chigi. Conte però l’avrebbe respinta. A questo punto non è da escludere che ci si arrampichi su una formula sufficient­emente generica che faccia riferiment­o a « procedure stabilite da normative vigenti » . Il punto è che Conte, con una scissione strisciant­e da parte del ministro degli

Esteri Di Maio in casa ( si veda l’articolo in pagina), da ex premier non si può permettere uno strappo con Draghi e gli alleati sulla politica estera e i rapporti internazio­nali dell’Italia. L’appello di Zelensky, così come parallelam­ente l’intrusione la scorsa settimana dell’ambasciato­re russo in Italia Sergey Razov ( « non tutti in Italia sono d’accordo con l’invio di armi a Kiev » ) e le preoccupaz­ioni che arrivano da Washington, danno la dimensione della partita in gioco e di quanto le beghe interne alla maggioranz­a e a M5s siano paradossal­mente al centro dell’attenzione internazio­nale.

Soprattutt­o in questa fase. Nella partita in corso il premier italiano è infatti centrale, a maggior ragione dopo l’indebolime­nto dle presidente francese Emmanuel Macron alle elezioni legislativ­e di domenica e in vista, dopo il Consilgio europeo, del G7 che si terrà in Baviera e del vertice Nato a Madrid, che avrà al centro l’ingresso di Svezia e Finlandia nel Patto atlantico, e della successiva visita a Istanbul, in Turchia. Una serie di tappe destinate ad avere un peso nell’evoleversi della situazione e di cui Draghi certamente riferirà alle Camere tra oggi e domani.

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Il premier Mario Draghi interverrà oggi alle 15 per le comunicazi­oni in vista del Consiglio europeo del 23 e 24 giugno.
IMAGOECONO­MICA Al Senato. Il premier Mario Draghi interverrà oggi alle 15 per le comunicazi­oni in vista del Consiglio europeo del 23 e 24 giugno.

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