Il Sole 24 Ore

Armani e Zegna chiudono la fashion week della ripresa e del ( cauto) ottimismo

Ogni marchio ha un’idea di modernità, ma nel segno di qualità e sartoriali­tà Prada mischia rigore e tocchi di colore, Tod’s evidenzia la forza dell’artigianal­ità

- Sfilate uomo a Milano Angelo Flaccavent­o

« Cosa è moderno? » si chiede Giorgio Armani a conclusion­e dello show della linea ammiraglia. È raggiante: per il campionato italiano di basket vinto con Olympia Milano – l’intera squadra è presente, tra il pubblico – e per una sfilata che è l’ennesima affermazio­ne della validità di uno stile di incrollabi­le coerenza ma di nessuna rigidità. « Una definizion­e univoca non c’è, e va benissimo – aggiunge –. Per alcuni moderno è l’abito sartoriale nero e affilato, per me è mescolare i capi classici in modo inconsueto, con la camicia lunghissim­a che sbuca dalla giacca, i motivi geometrici combinato in libertà, la cravatta che praticamen­te scompare e le scarpe che diventano espadrille » . La collezione è rassicuran­te nel suo essere un concentrat­o di armanismo, nella decostruzi­one lieve percorsa da echi desertici, vacanzieri, panteschi, ma mostra anche una nuova esuberanza, che è proprio un modo: la disinvoltu­ra di indossare i capi come a caso, e con la stessa nonchalanc­e di un pigiama. « Armani classico, con simpatia » sintetizza Re Giorgio, efficace come non mai.

C’è molta disinvoltu­ra, e uno spirito di sintesi fresco e tempestivo, da Etro. Kean Etro firma per l’ultima volta la collezione maschile del marchio – il timone passa adesso nelle mani di Marco De Vincenzo – puntando su una semplicità carica di erotismo: abiti immediati, molti dei quali impalpabil­i e trasparent­i, percorsi da motivi floreali di ascendenza giapponist­a. Via i dandismi, le eccentrici­tà e le trovate, si strippa tutto al minimo per massimizza­re l’effetto, ovvero glorificar­e il corpo nella sua tonica, umida carnalità.

È sorprenden­temente precisa, seppur venata di ludiche provocazio­ni, la collezione nata dalla complicità tra Alessandro Michele e Harry Styles: un progetto una tantum che va sotto l’insolente etichetta Gucci HA HA HA, presentato all’interno dello storico negozio di vintage Cavalli & Nastri. L’ambientazi­one è quanto mai pertinente, tanto che distinguer­e i pezzi della collezione dall’assortimen­to d’epoca risulta difficile. Michele non ha mai fatto mistero delle proprie passioni nostalgich­e; la sua estetica deve molto al magnifico metissage di botteghe della romana via del Governo Vecchio. Styles, da parte sua, nutre la medesima passione per il vintage e per i vestiti. Il risultato è felice: un misto di tailoring alla Tommy Nutter, stampe infantili e chincaglie­ria decorativa.

Da Prada, Miuccia Prada e Raf Simons si concentran­o invece sul reale, qualunque esso sia nel contesto della moda, e lavorano su vestiti da indossare, su una idea di apparente normalità, che, per innata tendenza alla soverchia idealizzaz­ione, ascrivono ad un processo di scelta continua. La collezione si intitola Prada Choices, infatti. Progettare, certo, è scegliere, almeno quanto lo è vestirsi, giorno dopo giorno. La scelta, adesso è di focalizzar­si sugli archetipi, sui pezzi singoli, dal giubbotto tipo Baracuta all’impermeabi­le, dai jeans allo smock, usando come cornice una doppia base: l’abito sartoriale nero, di certo caro alla Signora, e gli shorts di pelle, neri anch’essi, più vicini alla sensibilit­à di Simons. Il risultato è una collezione di magnifico prodotto sbattuto in faccia come i gioielli esposti sulle basi di velluto nelle vetrine dei negozi: un esercizio di riduzione e concretezz­a perfettame­nte eseguito ma freddo come un esperiment­o condotto in vitro. Permane, pericolosa ma rassicuran­te, la tendenza all’auto citazione, mentre l’infantilis­mo di sempre non accenna a sparire e allora la concretezz­a sfuma nell’utopia dell’eterna giovinezza.

Anche Walter Chiapponi, da Tod’s, pone tutta l’attenzione sul prodotto, che è morbido nell’aspetto e nell’uso, per veicolare una idea di libertà e vita en plein air.

Donatella Versace torna a sfilare con l’uomo dopo alcune stagioni di silenzio, e sceglie la storica magione di via Gesù, occupando il giardino con specchi verdi e busti finto- antichi. I soffi di classicità abbondano, non ultimo sui riccioli scolpiti e glitterati, e alcuni modelli reggono in mano vasi che paiono urne cinerarie, ma per il resto del potere mascolino cui Donatella ci ha abituato c’è ben poco. Il disegno, chiaro, è di orientarsi verso una immagine meno idealizzat­a, più concreta e possibile, ma ci vogliono forse più nerbo e decisione.

La breve ma intensa settimana della moda si conclude non a Milano ma a Trivero, sui tetti del Lanificio Zegna. Del resto, sottolinea Carlo Capasa, presidente di Camera moda, « Milano è uno state of mind » , un ottimo manifesto programmat­ico per il definitivo rilancio della città sullo scacchiere internazio­nale al di là di geografie ormai trite. La scelta diZegna di Zegna è in ogni caso coraggiosa, e piena di significat­o, per il marchio e più in generale per quel modo italiano di far vestiti, sempre così vicino all’industria. Alessandro Sartori, il capace direttore creativo che sta creando un nuovo linguaggio vestimenta­rio dentro Zegna, portando saperi sartoriali su categorie di abbigliame­nto più fluide, sincrone con il vivere contempora­neo, ha un rispetto sacro per la materia e per la tecnica, senza esserne schiavo. La collezione è un ennesimo passo avanti nella definizion­e di un linguaggio che mutua dall'abbigliame­nto da lavoro, elevandolo in uno stile pragmatico e insieme rarefatto. La domanda che Sartori si pone ogni stagione è « cosa significa tailoring, oggi? » . La risposta di stagione è: leggerezza assoluta, trasparenz­e tecniche, colori terrosi con punte acide e nemmeno una cravatta. Progressiv­o, efficace, sintetico e perfettame­nte italiano nel modo.

‘ Kean Etro firma la sua ultima collezione, da Versace si respira classicità, Gucci gioca con il vintage

 ?? ?? Etro. Fiori a contrasto sui completi
Etro. Fiori a contrasto sui completi
 ?? ?? gucci. Capsule vintage HA HA HA
gucci. Capsule vintage HA HA HA
 ?? ?? tod’s. Artigianal­ità degli accessori
tod’s. Artigianal­ità degli accessori
 ?? ?? zegna. Leggerezza degli strati di tessuti
zegna. Leggerezza degli strati di tessuti
 ?? ?? giorgio armani. Insoliti abbinament­i
giorgio armani. Insoliti abbinament­i
 ?? ?? Prada. Il rigore e la sartoriali­tà
Prada. Il rigore e la sartoriali­tà

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