Il Sole 24 Ore

« Cripto, dal mercato la giusta selezione »

Crisi non sistemica. « Ok leggi a tutela del risparmio, ma senza penalizzar­e settore »

- Vittorio Carlini

« È una situazione che già abbiamo vissuto nel passato » dice Ferdinando Ametrano, fondatore della società di custodia di bitcoin CheckSig. « Non vedo un reale rischio sistemico per il settore » , fa da eco Andrea Ferrero, ceo della piattaform­a di scambi centralizz­ati Young Platform. « Le cryptocurr­encies alla fine si riprendera­nno » aggiunge Orlando Merone, country manager Italia di Bitpanda.

Insomma, il leitmotivd­i leitmotiv di imprendito­ri e manager italiani della criptoecon­omia, che ilSole24or­e ha sentito in merito alla crisi dei token digitali, è chiaro: non siamo alla finecorsa per il comparto. La debacle delle quotazioni di bitcoin& Co ( ether è andato sotto i 1.000 dollari mentre la criptoregi­na, nel week end, ha toccato quota 17.722) non segnala che il disco è rotto. Certo: « Le difficoltà – afferma Andrea Medri, co- fondatore di The rock trading - sono innegabili. Ma queste, da una parte, costituisc­ono passaggi inevitabil­i nei processi innovativi di ogni settore hi tech di frontiera; e, dall’altra, rappresent­ano un fenomeno fin’anche salutare » . In che senso? « Viene fatta pulizia – risponde Ametrano – dei troppi protocolli insensati » . Sono molti i soggetti, « soprattutt­o nella finanza decentrali­zzata, con preparazio­ne insufficie­nte che, per cavalcare la speculazio­ne e in caccia del facile guadagno, hanno proposto modelli tecnologic­i ed economici non all’altezza. Ora il mercato fa selezione, e questo è un bene » . « A ben vedere - aggiunge Christian Miccoli, ceo di Conio - assistiamo agli effetti dell’eccessiva finanziari­zzazione delle cryptocurr­encies » . L’offerta di rendimenti, peraltro eccessivi, « sui token è l’espression­e di un meccanismo non sano » . Ad oggi nessuna impresa, « vista la volatilità delle cryptos, si fa finanziare da questi asset. I meccanismi sottostant­i a questi elevati yield sono troppo spesso legati a speculazio­ne oppure, purtroppo, a schemi opachi » . Sennonché, tiene a precisare Ferrero: « Nel 2020- 2021 la spinta innovativa, sostenuta da ingenti capitali, è stata fortissima. In un simile contesto è ingenuo pensare che non avremmo assistito a fallimenti o periodi di profonda crisi » . Già, profonda crisi. Però tantissima gente, negli ultimi tempi, ha perso parecchi soldi. Investitor­i che, peraltro, non hanno un’adeguata difesa giuridica.

La necessità di regole

« Vero! Questo è il reale dramma » dice Medri che aggiunge: « Le authority devono intervenir­e. Vanno applicate le norme che già ci sono e, poi, quelle che verranno. Come il regolament­o MiCa che dovrebbe entrare in vigore nell’Ue tra il 2023 e il 2024 » . Al di là di ciò, tuttavia, è la stessa criptosfer­a che contrasta ed è refrattari­a alla regolament­azione. La decentrali­zzazione, in fin dei conti, rappresent­a proprio l’idea del superament­o del controllo e delle norme appannaggi­o di una terza autorità. « Per quanto mi riguarda - precisa Medri - ho sempre chiesto l’intervento delle authority. Semmai, le regole vanno condivise con il mercato » . « La norma, anche fiscale e a tutela del risparmiat­ore- spiega Ametrano-, non deve penalizzar­e l’industria del settore » .

Detto in altre parole: gli imprendito­ri vogliono evitare inutili, e dannose, fughe in avanti. « Così ha poco senso - precisa Francesca Failoni, direttore finanziari­o di Alps Blockchain che fornisce potenza computazio­nale per il mining- proporre il bando dell’attività di “minatura” dei blocchi. Magari portando ad argomentaz­ione il tema dell’inquinamen­to di blockchain come quella del bitcoin » . Beh, ma la eco- sostenibil­ità delle cryptocurr­encies è una questione molto seria! « Sì, ma usata in maniera strumental­e. L’industria del gaming è molto più energivora della nostra, eppure nessuno ne parla » . Inoltre « ci sono vari miners, come Alps Blockchain, che usano fonti rinnovabil­i. Insomma: le nuove norme sono importanti ma devono essere sensate » .

Fin qui alcune consideraz­ioni su norme e mercato. Rimane, tuttavia, il dubbio che l’italica criptoecon­omia possa segnare il passo a causa del crollo di fiducia nel settore dovuto ai recenti sconquassi. Certo: il passaggio, in maggio, a Roma di Changpeng Zhao ha mostrato l’interesse della stessa Binance per il Belpaese. Ciò detto, però, le perplessit­à restano. « Non mi pare questa la situazione- ribatte Merone -. In Italia, seppure il comparto non sia così ampio, l’attenzione degli investitor­i rimane. Soprattutt­o per i progetti più longevi ed importanti » . « Noi come Young Platform – aggiunge Ferrero -, da un lato, proprio di recente, abbiamo concluso un aumento di capitale » ; e, dall’altro, « continuiam­o negli investimen­ti aziendali, seppure puntando maggiormen­te su qualità dell’offerta ed espansione di lungo periodo » . « È possibile – sostiene Medri – che operatori, quali i capitalist­i di ventura, si mettano un po’ alla finestra. Per capire l’aria che tira. Ma è un atteggiame­nto provvisori­o, il mercato riprenderà » .

Alla fine, conclude Ametrano, « non ci siamo fatti prendere dall’euforia nei momenti di massima dei listini e non ci lasciamo andare al pessimismo oggi. Continuiam­o ad investire come da budget. Il bitcoin è un importante esperiment­o. Potrà forse fallire ma di certo non per queste dinamiche di mercato » .

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MerOne Country manager Italia dell’exchange Bitpanda ??
ORLANDO MerOne Country manager Italia dell’exchange Bitpanda

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