Il Sole 24 Ore

Iata: per il settore aereo ultimo anno in rosso Nel 2023 atteso l’utile

Per i vettori difficile garantire tutti i voli per carenza di personale

- Mara Monti

La forte domanda di trasporto aereo più forte delle previsioni dopo due anni di pandemia che ha costretto a limitare i movimenti, non sembra farsi condiziona­re dall'aumento delle tariffe e soprattutt­o dai disagi di molti aeroporti europei e compagnie aeree. La domanda resta forte per easyJet nonostante abbia annunciato che ridurrà il numero dei voli dopo il taglio della capacità degli aeroporti di Amsterdam e di Londra. Tra i motivi, le difficoltà nel reperire personale a causa di un mercato del lavoro ridotto per piloti e crew, oltre alle complicate clausole di assunzioni di personale europeo a causa della Brexit. Ora la compagnia volerà con una capacità dell’ 87% nel terzo trimestre rispetto ai livelli pre- Covid nello stesso trimestre ( era stato annunciato il al 90%) e il 90% nel quarto trimestre ( era il 97%). Una nota di Ubs riporta che i biglietti venduti per il terzo trimestre finora sono pari all’ 86% e per il quarto trimestre del 48%, mentre i prezzi sono superiori rispettiva­mente del 2% e del 14%. Ubs fa notare come il caos degli aeroporti e le cancellazi­oni dei voli avranno un impatto futuro sulla credibilit­à della compagnia tra i passeggeri. Una situazione comune al settore e talmente disperata che alcune compagnie aeree inglesi come British Airways, easyJet e TUI stanno noleggiato aerei in wet- lease comprensiv­i di equipaggi, uno stratagemm­a per aggirare le regole della Brexit che impongono ai lavoratori comunitari il possesso di una Visa per lavorare nel Regno Unito.

Intanto, anche Lufthansa potrebbe cancellare voli in estate a causa delle difficoltà nel reperire personale dopo i tagli effettuati durante la crisi Covid. Lo ha detto il ceo Carsten Spohr parlando a margine del congresso annuale della Iata, l’associazio­ne internazio­nale delle compagnie aeree a Doha. Dal 78mo congresso Iata, intanto, sono emerse le previsioni del settore per l’anno in corso che segnalano una riduzione delle perdite che nel 2022 dovrebbero attestarsi a 9,7 miliardi di dollari, in netto migliorame­nto rispetto alla perdita 42,1 miliardi di dollari nel 2021. Per la Iata questo potrebbe essere l’ultimo anno in rosso e si mostra fiduciosa di tornare in utile a partire dal 2023. « Il settore potrebbe tornare in utile a partire dal 2023 - ha detto il presidente uscente della IATA, Willie Walsh - e la maggior parte dei mercati dovrebbe vedere il traffico raggiunger­e o superare i livelli pre- pandemia » . Tuttavia le compagnie aeree devono smaltire gli aiuti di stato accumulati durante la pandemia per evitare la bancarotta, circa 200 miliardi di dollari secondo i calcoli degli analisti.

Tuttavia, il fatturato rimarrà ben al di sotto dei livelli pre- pandemia poiché i vettori che si sono indebitati durante la crisi Covid oggi stanno affrontand­o una nuova crisi rappresent­ata dall'aumento dei costi del carburante e dei salari, incrementi che stanno tentando di trasferire ai consumator­i sotto forma di tariffe più elevate. Se la pandemia è ormai un ricordo, Walsh ha voluto citare una ricerca che mostra come la chiusura delle frontiere abbia a malapena arrestato la diffusione della pandemia al costo di congelare un intero settore come quello aeronautic­o e paralizzar­e le economie. « Chiudere i confini non è la risposta giusta a una pandemia » , ha detto Walsh aggiungend­o che le politiche governativ­e confuse hanno peggiorato i disagi come si sta osservando in queste settimane in Europa. Ma il ministro dei trasporti britannico ha criticato le compagnie aeree per i ritardi e ha invitato l’industria ad astenersi dall’overbookin­g dei voli se non possono operare.

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