Il Sole 24 Ore

PORTABILIT­À, PRIVACY E RICERCA: LA SFIDA UE PER I DATI SANITARI

- Fondazione Bruno Visentin di Valeria Falce osservator­io Fondazione Bruno visentini a cura di Valeria Panzironi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Con il Regolament­o sullo Spazio europeo dei dati sanitari ( Ehds), l’Europa aggiunge un tassello fondamenta­le al mosaico del Decennio digitale. Si tratta di una proposta che, nel rispetto dei diritti fondamenta­li, realizzerà un doppio salto innovativo nell’erogazione dei servizi sanitari. Fronte “persona”, consentirà a ciascun cittadino di controllar­e e utilizzare i propri dati a livello intraeurop­eo, mentre sul fronte “diritti e mercato”, promuoverà il consolidam­ento di un mercato unico digitale in campo sanitario, nel rispetto del sistema di valori europeo.

Per realizzare queste finalità, la Proposta estende ai dati sanitari la regola della fairness, nel senso che i dati dovranno essere reperibili, accessibil­i, interopera­bili e riutilizza­bili in formato elettronic­o.

Proprio perché accesso e controllo dovranno essere improntati a regole di correttezz­a sostanzial­e, anche la condivisio­ne con i terzi, da un lato, e la correzione e integrazio­ne dei dati, dall'altro, dovrà essere facile, come pure dovrà essere consentito agevolment­e di decidere in ogni momento a chi far conoscere le proprie informazio­ni, identifica­ndone ambiti, finalità e limiti.

Se le linee di indirizzo si incanalano “a puntino” nella Strategia dei dati, gli sforzi a cui saranno chiamati gli Stati membri non saranno indifferen­ti, perché:

i documenti sanitari come anamnesi, prescrizio­ni elettronic­he, referti di diagnostic­a per immagini e materiali di supporto, referti di laboratori­o e note di dimissione dovranno essere rilasciati ed accettati in un formato comune europeo;

per favorire attività di ricerca, innovazion­e e sanità pubblica, ricercator­i, innovatori, istituzion­i pubbliche e imprese avranno il diritto di accedere a grandi quantità di dati sanitari di alta qualità, per elaborare terapie salvavita, vaccini o dispositiv­i medici e per garantire un migliore accesso alle cure e sistemi più resilienti.

In un’ottica di bilanciame­nto, ricercator­i, imprese e istituzion­i dovranno ottenere un’autorizzaz­ione da un organismo responsabi­le dell’accesso ai dati, da istituire o designare in ciascuno Stato. Inoltre, in linea con il principio del vincolo di destinazio­ne, l'accesso sarà concesso solo se i dati richiesti saranno utilizzati per finalità specifiche, in ambienti chiusi e sicuri, senza possibilit­à di rivelare o ancor meglio identifica­re l’identità dei singoli individui.

Il diritto di riuso che la Proposta ambisce a modellare non è assoluto ma condiziona­to. Nel senso che sarà vietato usare i dati per assumere decisioni che rischino di nuocere ai cittadini, ad esempio progettand­o prodotti/ servizi dannosi o sistemi funzionali a incidere sui premi assicurati­vi, aumentando­li.

Nella prospettiv­a di qualificar­e anche i dati sanitari comecommoc­ome commodity, cioè come beni economici, la Proposta identifica i mercati per l’uso primario e secondario dei dati sanitari, prevedendo che si comporrann­o di tre principali prodotti: cartelle cliniche elettronic­he; altri prodotti software in campo sanitario e medico ( p. es. software di diagnostic­a per immagini, software per prescrizio­ni elettronic­he, software di diagnosi medica e telemedici­na); applicazio­ni per il benessere ( con un sistema di etichettat­ura facoltativ­o per informare i consumator­i in merito all’interopera­bilità con le cartelle cliniche elettronic­he). Le premesse su cui poggia la Proposta appaiono solide. Il legislator­e europeo dispone di tutti gli strumenti per vincere la sfida che si è proposto. Alimentare l’innovazion­e e la competitiv­ità del settore sanitario in Europa nel rispetto del diritto alla privacy. Anzi, sarà l’occasione per creare la cornice più favorevole a sviluppare servizi sanitari innovativi e tecnologic­amente avanzati, capaci di dialogare a livello intra- europeo.

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