Mosca: « La Lituania pagherà per il blocco di Kaliningrad »
Il falco Patrushev, vicino al Cremlino, minaccia misure dal « forte impatto negativo » La ritorsione più scontata potrebbe essere il taglio delle forniture di elettricità
Primo Paese dell’Unione europea ad affrancarsi completamente dalla dipendenza dal gas di Mosca, la Lituania intende stringere i tempi per distaccarsi con un anno di anticipo anche dalla rete elettrica russa, in programma nel 2025. Potrebbe essere comunque troppo tardi: la crisi nata da quello che Mosca definisce il “blocco” di Kaliningrad si sta facendo sempre più pericolosa, in un angolo di Europa dove Russia e Nato sono a distanza ravvicinata. E Nikolaj Patrushev, il segretario del Consiglio di sicurezza che è probabilmente uno degli ispiratori principali del confronto con l’Occidente e dell’attacco all’Ucraina, ha promesso ieri che la risposta di Mosca avrà « un pesante impatto negativo sulla popolazione lituana » . La più scontata tra le ritorsioni russe dovrebbe riguardare l’energia.
Dallo scorso 18 giugno, in linea con le decisioni prese dalla Commissione europea, il Governo di Vilnius ha vietato il transito sul proprio territorio dei prodotti soggetti a sanzioni e scambiati tra Kaliningrad e il resto della Federazione Russa. Cemento, carbone, componenti e prodotti hitech, acciaio e materiali da costruzione, ma anche vodka e caviale. Secondo il governatore Anton Alikhanov, le sanzioni bloccano metà circa dei prodotti in transito da e per Kaliningrad, trasportati su treno ma, secondo fonti dell’amministrazione locale citate da Novyj Kaliningrad, anche su camion: le restrizioni riguarderebbero « ogni tipo di trasporto » .
Alikhanov contesta l’interpretazione comunitaria della parola “trasferimento”: le sanzioni, dice, non dovrebbero riguardare il passaggio di prodotti tra Russia e Russia, sia pure attraversando territori Ue. All’exclave russa resterà solo la possibilità di potenziare i trasporti via mare, con maggiore dispendio di tempo e di risorse.
« Senza dubbio la Russia risponderà a queste azioni ostili » , ha detto ieri Patrushev, uomo molto vicino a Vladimir Putin e divenuto in queste ultime settimane più visibile sui media nazionali russi, con durissime prese di posizione nei confronti dell’Occidente e in particolare della Polonia, accusata di volersi annettere territori ucraini. Il segretario del Consiglio di sicurezza russo ha parlato ieri di « risposte appropriate » elaborate nel prossimo futuro da vari dipartimenti. In particolare, a Mosca affermano che il blocco del transito viola gli accordi del 2002, stretti fra lituani e russi due anni prima l’adesione della Lituania alla Ue. Ma ora, ha fatto notare ieri il primo ministro lituano, Ingrida Šimonyte, « è ironico sentir parlare di violazione di trattati internazionali da un Paese che ha violato ogni singolo trattato internazionale » con l’invasione dell’Ucraina. « Non c’è alcun blocco di Kaliningrad – ha detto ancora la premier lituana -. La Lituania sta attuando le sanzioni Ue » .
E infatti Markus Ederer, rappresentante dell’Unione europea a Mosca, è stato convocato ieri mattina al ministero degli Esteri russo dove gli è stata rivolta la richiesta di ricostituire immediatamente il normale transito verso Kaliningrad. Da Bruxelles, il portavoce Peter Stano ha fatto sapere che la risposta dell’ambasciatore è stata rammentare ai russi la posizione di Bruxelles sull’aggressione russa all’Ucraina.
Kaliningrad si conferma così nodo cruciale nelle relazioni tra Vilnius e Mosca. Questo lembo di terra – un tempo Königsberg – era passato dalla Germania all’Unione Sovietica alla fine della Seconda guerra mondiale, per ritrovarsi exclave stretta tra Polonia e Lituania con lo scioglimento dell’Urss, ed enclave nella Ue quando Varsavia e Vilnius aderirono all’Unione europea, oltre a diventare membri della Nato. Per i russi il transito in territorio lituano è un passaggio obbligato, via terra, per rifornire l’oblast’ di Kaliningrad.
Nello stesso tempo, questo avamposto sull’Europa è per Mosca una carta da giocare come avvertimento: qui è la base della Flotta russa del Baltico, qui sono schierati missili balistici Iskander, in grado di trasportare testate nucleari. Ma soprattutto, Kaliningrad è separata dalla Bielorussia da un corridoio lungo soltanto 100 km, il Suwałki Gap, frontiera tra Polonia e Lituania.
Se Putin lo scegliesse come prossimo obiettivo, il controllo di quei 100 km lascerebbe la Lituania e le altre due repubbliche baltiche, Estonia e Lettonia, isolate dal resto della Nato. A cui sono legate dall'articolo 5, che assicura a ogni Paese membro la difesa collettiva.