Banche, Enria: « Sulle cedole non porremo nuovi limiti »
Ospite di Mediobanca, il banchiere centrale chiede cautela ma esclude interventi Sintonia con Orcel sull’M& A: « Fusioni vere sul retail non sono sul tavolo »
La parola d’ordine rimane “prudenza”, anche se la spada di Damocle di misure eccezionali come lo stop ai dividendi e all'acquisto di azioni proprie ormai non minaccia più le banche europee. Il capo della Vigilanza Bce, Andrea Enria, ha scelto la platea dell’Italian Ceo Conference di Mediobanca per ribadire il suo approccio e mostrare sia la carota che il bastone: « La raccomandazione di sospendere il pagamento dei dividendi e dei buyback che è stata data nel 2020 » durante la pandemia « è stata una decisione eccezionale giustificata da una situazione eccezionale » che « non vogliamo fare di nuovo » , ha scandito confermando la neutralità di Francoforte per la scelta dell’una o dell’altra azione per remunerare gli azionisti. Enria si è affrettato tuttavia a precisare che per le banche « è ancora il momento di rimanere prudenti e di evitare un approccio eccessivamente ottimistico sugli accantonamenti » visto che i corporate default hanno rialzato la testa tra la fine del 2021 e l'inizio del 2022. « Grazie alle decisioni dei regolatori adottate durante la pandemia – ha osservato l'amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel aprendo i lavori della due giorni che vedrà i ceo di 50 aziende quotate incontrare oltre 180 investitori istituzionali, italiani e stranieri - le banche europee stanno entrando in un'altra fase difficile ma con una posizione più forte, dal punto di vista del capitale e della liquidità » . Nagel si è augurato che la Bce continui ad assicurare stabilità attivando lo scudo antispread e con un approccio “fluido e graduale” nell'aumento dei tassi di interesse. Alle parole di Enria ha fatto eco anche l'ad di UniCredit, Andrea Orcel: l'istituto di piazza Gae Aulenti si prepara al rallentamento dell'economia dovuto all'impatto della guerra in Ucraina, ma resta fiducioso sulla possibilità di raggiungere, anche nel nuovo contesto macroeconomico, gli obiettivi del piano industriale e di poter completare la seconda tranche di buyback, che vale un miliardo sui 2,6 totali.
« Nello scenario di rallentamento dell'economia, senza una pesante recessione, siamo ancora in grado di realizzare il Piano » , ha assicurato il banchiere. Enria e Orcel sono apparsi allineati anche in tema di M& A: il banchiere centrale ha spiegato che « il punto decisivo » per le aggregazioni « è spingere le banche a ripensare e rifocalizzare il proprio business model » , magari puntando su combinazioni tra specifiche attività, e che « fusioni vere e proprie nel retail non sono sul tavolo » ; il numero uno di UniCredit ha osservato che un'acquisizione può essere motivata « dal numero di clienti e da cosa posso vendere a quei clienti nei mercati che ci interessano » oppure dalla presenza di « una tecnologia che può accelerare la nostra trasformazione » , mentre « gli sportelli non sono più un indicatore di quota di mercato » . Orcel ha ammesso l'ambizione di aumentare di qualche punto « alle giuste condizioni » la propria market share nei Paesi in cui il gruppo è presente, ma ha constatato che « non siamo ancora riusciti a farlo » , anche perché oggi, e si torna al tema della retribuzione degli azionisti, « i buyback sono molto più attraenti che fare M& A a prezzi gonfiati » .