Generali, compromesso al test del cda
Le posizioni restano distanti: il rischio stallo o di uno scontro legale
Il comitato nomine delle Generali ha deciso: l’ipotesi di compromesso studiata negli ultimi giorni per provare a superare l’impasse venutasi a creare attorno alla sostituzione di Francesco Gaetano Caltagirone verrà sottoposta all’attenzione del consiglio di amministrazione della compagnia in calendario per oggi. In particolare, al board verrà tracciata la linea che il gruppo vuole seguire in proposito. Ossia dare alla minoranza la possibilità di scegliere quale figura tra Alberto Cribiore, Andrea Scrosati o l’ex Mediobanca Stefano Marsaglia, cooptare in consiglio al posto di Caltagirone. Verranno allo stesso modo fatte presenti le ragioni per cui nel novero dei candidati non è stato inserito Luciano Cirinà, l’ex manager delle Generali ora in causa con la compagnia. Per il Leone, stanti gli attriti in corso, è una figura divisiva che in qualche modo potrebbe rendere difficile la gestione delle dinamiche in consiglio.
Non è evidentemente dello stesso avviso la minoranza che, anzi, ritiene Cirinà la scelta ideale. L’ex manager dispone infatti delle competenze per poter mettere al servizio del consiglio l’esperienza maturata negli anni in azienda e nel settore assicurativo. Non solo, la minoranza vuole anche che venga rispettato lo statuto e quindi, accantonato il dibattito sul “genere” ( lo statuto prevede che il consigliere dimissionario venga sostituito con una figura del medesimo genere) ora, a parere loro, va onorata la prassi, in realtà non scritta, di procedere in progressione numerica nel sondare i potenziali candidati presenti nella lista di minoranza e rimasti esclusi dal consiglio in virtù della vittoria, alla scorsa assemblea di aprile della lista del cda. Registrata l’indisponibilità di Roberta Neri e di Claudio Costamagna, ora sarebbe dunque il turno di Cirinà.
Le posizioni dunque allo stato attuale permangono particolarmente distanti. Il consiglio, dalla sua, ha però la forza dei numeri. La proposta del cda di valutare un compromesso e quindi di andare a sondare gli altri uomini presenti nell’elenco stilato da Caltagirone escluso Cirinà, potrebbe incassare la maggioranza dei voti . Da capire se il board vorrà forzare la mano anche perché in questo caso l’esito finale è tutt’altro che scontato. La minoranza potrebbe votare no e per la seconda volta di seguito asserire che la compagnia viola lo statuto alimentando dunque lo spettro di un possibile scontro legale.
E se così non fosse è concreto il rischio che si possa aprire anche un’ulteriore fase di stallo. Non è infatti sicuro che uno dei tre potenziali consiglieri “offerti” dalla maggioranza dia alla fine la propria disponibilità. Se tutti e tre dovessero dire di no all’ingresso nel baord si porrebbe il problema di come proseguire.
Senza dimenticare che Consob già da qualche tempo ha acceso nuovamente un faro sulle dinamiche di governance della compagnia che scontano peraltro l’assenza della minoranza dai comitati endoconsiliari. Assenza che perdurerà almeno fino a quando non verrà sciolto il nodo del sostituto di Caltagirone. Il consiglio di domani è dunque decisivo per comprendere se a stretto giro sarà possibile o meno per la compagnia procedere nei lavori occupandosi principalmente di business.