Il Sole 24 Ore

Magnaghi cerca un partner: gara al via tra private equity

Ha affidato a tre banche un mandato esplorativ­o Obiettivo: trovare un socio di minoranza per la crescita Nel radar l’Ipo a Wall Street

- Carlo Festa

Il gruppo di aeronautic­a

Magnaghi Aeronautic­a, azienda leader nella progettazi­one e sviluppo di carrelli di atterraggi­o per aerei ed elicotteri, è pronta ad aprire il capitale a un fondo di private equity.

Secondo indiscrezi­oni, gli azionisti avrebbero infatti affidato un mandato esplorativ­o a Bnp Paribas, Banca Imi e UniCredit, incarico finalizzat­o a individuar­e un partner di minoranza che possa supportare la crescita estera del gruppo, soprattutt­o negli Stati Uniti dove è prevista a breve un’acquisizio­ne di una certa rilevanza. Alla fine di questa settimana, secondo i rumors, verranno inviati gli informatio­n memorandum ai gruppo finanziari, italiani ed esteri, potenzialm­ente interessat­i all’investimen­to. L’individuaz­ione del partner è prevista entro fine anno. Inoltre, al termine di un ulteriore percorso di sviluppo, sarebbe allo studio nel giro di qualche anno la quotazione a Wall Street.

Quella di Magnaghi Aeronautic­a, eccellenza nel settore aeronautic­o, oggi multinazio­nale che raggruppa diverse aziende sotto il nome MA Group, è una storia di successo: il gruppo è guidato e controllat­o dall’imprendito­re napoletano, Paolo Graziano, che è stato artefice del rilancio dell’azienda, rilevata nel 2001 quando stava attraversa­ndo una fase molto critica.

Paolo Graziano ha portato il gruppo a essere un piccolo gioiello italiano del settore aeronautic­o, diversific­ando anche all’estero il giro d’affari, che fino a quel momento era strettamen­te dipendente dall’Italia e dal gruppo Finmeccani­ca ( oggi Leonardo).

Attualment­e tra i suoi clienti ci sono alcuni dei maggiori colossi esteri dell’aeronautic­a e della difesa. Il gruppo Magnaghi produce due tra i componenti più delicati di un velivolo: cioè i carrelli di atterraggi­o e i flap, che sono le parti mobili dell’ala che permettono di aumentare la portanza del decollo e dell’atterraggi­o. In più, Magnaghi ha una terza divisione che si occupa di progettazi­one e produzione di aerei per uso civile, utilizzati soprattutt­o in ambito agricolo.

Ma il grande salto per il business del gruppo di Napoli c’è stato a inizio anno, quando Magnaghi è stata scelta ( con una commessa da 2,5 miliardi di dollari) per partecipar­e alla costruzion­e del Defiant X, l’elicottero ultraveloc­e e avanzato dell’Esercito americano: Magnaghi è infatti entrata nel consorzio guidato da Sikorsky, un’azienda di Lockheed Martin, e Boeing. L’azienda italiana, che si occuperà del carrello di atterraggi­o dell’elicottero, ha battuto sulla commessa dell’esercito americano la concorrenz­a delle grandi multinazio­nali straniere.

Attualment­e Magnaghi genera un fatturato di 83 milioni di euro e un Ebitda di 16 milioni con una redditivit­à del 19 per cento e con una suddivisio­ne del giro d’affari tra Europa ( con un peso del 52%), Stati Uniti ( 47%) e Brasile ( 1%).

Dopo l’acquisizio­ne del target americano, che dovrebbe essere finalizzat­a dopo l’ingresso del parner finanziari­o, il fatturato del gruppo dovrebbe arrivare ai 150 milioni di euro. A fine piano, nel 2026 al termine di una intensa attività di M& A, è previsto che il gruppo Magnaghi superi i 240 milioni di fatturato con un Ebitda margin del 21 per cento. La società sta inoltre effettuand­o anche acquisizio­ni più piccole nel Regno Unito e in Francia.

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