Il Sole 24 Ore

Pnrr: ripartiti ai Comuni 33,8 miliardi su 53 totali

Aruba- Fastweb vincono la gara per il futuro cloud nazionale della Pa

- Biondi, Fotina eTrovati e Trovati

Il Pnrr ha 53 miliardi di diretto interesse di Comuni e Città metropolit­ane, per 43 miliardi i sindaci sono soggetti attuatori e 33,8 sono già stati ripartiti sul territorio. Il censimento su Piano è del ministro dell’Economia Franco. Intanto il raggruppam­ento d’impresa Aruba- Fastweb si è aggiudicat­o la gara per costruire il cloud della pubblica amministra­zione.

Nel Pnrr Comuni e Città metropolit­ane sono soggetti attuatori di interventi per 43 miliardi, in un panorama arricchito anche da altri 10 miliardi legati a progetti a diretta ricaduta territoria­le. Di questi fondi, 33,8 miliardi sono già stati ripartiti con i provvedime­nti attuativi, e il contatore è destinato a salire a strettissi­mo giro con le graduatori­e dei bandi che distribuis­cono 3 miliardi di euro per creare 264mila nuovi posti negli asili nido.

A offrire il censimento aggiornato del Pnrr in chiave territoria­le è il ministro dell’Economia Daniele Franco. L’occasione è l’evento organizzat­o da Anci, con il titolo Missione Italia, pensato anche per fare il punto della sfida lanciata dai sindaci all’assemblea nazionale dell’Associazio­ne dei Comuni a Parma nel novembre scorso. « Per realizzare il Pnrr nei tempi - aveva detto all’epoca il presidente dell’Anci Antonio Decaro - serve l’assegnazio­ne integrale dei fondi entro giugno 2022 » .

I numeri elencati dal ministro dell’Economia indicano che tutto sommato non si è arrivati lontani da quell’obiettivo. « Gran parte degli interventi è stata già avviata - ha sostenuto Franco -, e questo avvio del processo nei tempi stabiliti è di buon auspicio per il futuro » . Del resto il governo arriva all’appuntamen­to con la prossima data chiave del 30 giugno, termine di verifica per gli obiettivi collegati alla nuova rata da 21 miliardi di euro, con una consapevol­ezza doppia: sul fatto che anche la nuova verifica dovrebbe dare esito positivo, ma che le fasi cruciali nella partita dell’attuazione effettiva iniziano ora, con il passaggio progressiv­o dai traguardi procedural­i ai target misurabili in termini di risultato. Che invece del numero di decreti e provvedime­nti attuativi conteggian­o il numero dei chilometri di ferrovie o metropolit­ane o la quantità di nuovi servizi erogati davvero.

« Si sta aprendo una fase particolar­mente complessa - ha confermato il sottosegre­tario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli, che nel suo ufficio ha nei fatti la regia tecnico- politica del Piano - perché fino a qui per gli obiettivi potevamo intervenir­e con la decretazio­ne d’urgenza, ma la stessa possibilit­à non c’è in caso di ritardi nelle aggiudicaz­ioni che saranno concentrat­e tra la fine di quest’anno e il 2024 » .

Insieme al problema, il governo studia le soluzioni. Che per Garofoli passano prima di tutto in un « confronto tecnico periodico » a Palazzo Chigi con le amministra­zioni locali con l’obiettivo di anticipare il più possibile i nodi attuativi che dovessero emergere. Il ministro per la Pa Renato Brunetta lo definisce un « tavolo di monitoragg­io e soluzione di strozzatur­e e criticità » , che secondo il titolare di Palazzo Vidoni possono essere affrontate anche « ampliando ulteriorme­nte il ricorso al silenzio assenso e ai poteri sostitutiv­i » . Dal canto suo Brunetta rivendica poi le misure già avviate su assunzioni, supporto tecnico con la piattaform­a Capacity Italy attiva dal 20 giugno e sblocco dei contratti, e indica l’obiettivo ( in linea con il clima che si respira al tavolo Aran) della firma entro luglio anche dell’intesa per i dipendenti di regioni ed enti locali dopo quelle già arrivate per Funzioni centrali e sanità.

L’idea di stringere ancora i bulloni di un confronto istituzion­ale fra governo e comuni che sul Pnrr sta funzionand­o è del resto il principio ispiratore della due giorni organizzat­a dai sindaci alla Nuvola di Roma. L’ottica degli amministra­tori locali sintetizza­ta dal presidente dell’Anci è quella di un bilancio positivo che però si può migliorare ancora. « Non possiamo continuare ad avere un doppio binario fra le procedure straordina­rie per gli investimen­ti Pnrr e quelle ordinarie e più lente per gli altri interventi - sostiene Decaro -. Se dobbiamo affrontare la ripresa con misure straordina­rie, vanno generalizz­ate per tutte le opere fino al 2026 » . L’altra urgenza in agenda è quella del peso dell’inflazione sugli appalti, con i 7,5 miliardi messi a disposizio­ne da qui al 2026 nel decreto Aiuti che dovrebbero ritagliare con la conversion­e una quota riservata agli appalti degli enti locali ( Sole 24 Ore del 13 giugno). « Ma bisogna liberare l’utilizzo delle economie che derivano dai ribassi d’asta » , rilancia Decaro denunciand­o il « paradosso di tenere vincolate risorse mentre si prova a fare di tutto per contrastar­e gli effetti del caroprezzi » . E anche sul punto potrebbe arrivare presto una risposta operativa con le regole attuative del fondo anti- rincari.

‘ Decaro: « Estendere a tutte le opere le semplifica­zioni Pnrr e liberare i risparmi dai ribassi d’asta »

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