Il Sole 24 Ore

Cingolani ottiene dai big rassicuraz­ioni: capacità al 90% entro ottobre

Il ministro fa il punto sulle riserve per affrontare il 2023 con Eni, Enel e Snam

- Celestina Dominelli Laura Serafini

Un aumento della capacità degli stoccaggi e la garanzia di arrivare al raggiungim­ento del 90- 95% dei quantitati­vi di gas necessari a superare il prossimo anno senza problemi entro ottobre. È la rassicuraz­ione che ha ottenuto ieri il ministro per la Transizion­e ecologica, Roberto Cingolani, durante l’incontro - probabilme­nte il primo di molti altri - con i maggiori operatori del settore: Eni, Enel e Snam. Ma il piano del governo potrebbe riservare anche sorprese, come la messa a punto di un meccanismo di back up, non è chiaro se con un soggetto che non opera direttamen­te sul mercato per fare fronte a eventuali ammanchi.

Eni ed Enel hanno assunto l’impegno di aumentare la capacità di stoccaggio rispetto allo scorso anno. Snam ha confermato l’intenzione di supportare il sistema completand­o l’eventuale quota che mancasse rispetto a 700- 800 milioni di metri cubi a fine giugno. Una prima quota di 700 milioni di metri cubi Snam l’aveva già immessa nelle scorse settimane e, se necessario, interverrà ancora. Il gap per la scadenza di fine mese sarebbe attorno a 400 milioni.

La soglia complessiv­a di stoccaggi da raggiunger­e entro ottobre a livello nazionale ( al netto delle riserve) è di circa 11 miliardi di metri cubi. I tre grandi operatori assieme potrebbero contribuir­e con una quota che arriva ad almeno 4 miliardi di metri cubi.

Questi numeri hanno rassicurat­o il ministro, che ora dovrà completare il quadro con il ruolo di altri player: le utility locali, gli operatori esteri come Shell, Total, Engie poi i trader, che sono centinaia in tutto il paese. Cingolani probabilme­nte verificher­à disponibil­ità e capacità anche di questi altri operatori per capire l’eventuale quota che dovesse mancare. Da una parte il governo ha messo in campo le garanzie pubbliche, per consentire ai piccoli operatori in difficoltà di prendere a prestito a condizioni agevolate i soldi per comprare il gas, con i prezzi sempre più alle stelle. Dall’altra potrebbe, appunto, individuar­e soluzione ulteriori di backup.

Sempre ieri il ministro ha fatto con Enel il punto sul piano per sostituire la generazion­e di energia elettrica da gas con quella a carbone. Il gruppo elettrico ha assicurato che sarà in grado di portare la produzione da 10 terawattor­a del 2021 a 18 terawattor­a nel 2022. Per raggiunger­e l’obiettivo, la società ha iniziato sin da marzo a diversific­are l’acquisto del carbone da altri paesi al fine di sopperire alle quote ( fino a febbraio prevalenti) che venivano acquistate dalla Russia.

Gli approvvigi­onamenti per garantire il livello di produzione promesso sono a buon punto e la società sta comunque continuand­o a comprare per non farsi trovare impreparat­a nel caso in cui la Russia decidesse, probabilme­nte dal prossimo autunno, di chiudere i rubinetti dei gasdotti verso l’Europa.

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Il ministro Roberto Cingolani LAPRESSE Transizion­e ecologica.

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