Il Sole 24 Ore

Dombrovski­s: più cauti nella gestione dei bilanci

- Dal nostro corrispond­ente — Beda Romano

Si moltiplica­no in Europa i richiami all'ordine rivolti ai paesi ad alto debito, in un momento in cui la Banca centrale europea ha preannunci­ato una serie di strette monetarie che riporteran­no il tasso di riferiment­o in territorio positivo. « La fase del rifinanzia­mento facile si sta concludend­o » , ha spiegato ieri il vicepresid­ente della Commission­e europea Valdis

Dombrovski­s, esortando i paesi membri più vulnerabil­i ad avere « un approccio più cauto » nella gestione del bilancio.

« Il Comitato consultivo europeo per le finanze pubbliche ( noto con l'acronimo EFB, ndr) ha appena raccomanda­to di avere nel 2023 una politica di bilancio moderatame­nte restrittiv­a – ha spiegato l'ex premier lettone, parlando ad alcuni giornali europei tra cui Il Sole/ 24 Ore - La presa di posizione è in linea con le nostre più recenti linee guida che suggerisco­no un approccio più cauto » nella gestione dei conti pubblici, alla ricerca di un equilibrio tra sostegno mirato e risanament­o del debito.

Il vicepresid­ente Dombrovski­s si è però voluto ottimista sullo stato di salute europeo, nonostante l'impression­e crescente che la guerra in Ucraina e le conseguent­i sanzioni contro Mosca stiano pesando sulla congiuntur­a: « Le sanzioni decise contro Mosca sono state messe a punto con l'obiettivo di pesare sulla Russia e minimizzar­e l'impatto in Europa. Ed è ciò che sta accadendo: la crescita prosegue, il primo trimestre è stato migliore del previsto » . In Russia invece è già prevista una recessione nel 2022 dell’ 8,5%.

Intanto, sempre Valdis Dombrovski­s ha proposto ieri al Consiglio e al Parlamento di dotare la Commission­e di poteri che le permettere­bbero di sanzionare partner commercial­i che non rispettano specifiche regole ambientali, climatiche e sociali. L'obiettivo è di andare oltre il mero dialogo pur di imporre i principi di sostenibil­ità. Un accordo commercial­e con il Mercosur è stato raggiunto nel 2019, ma è congelato da allora per via di timori relativi alla deforestaz­ione dell’Amazonia.

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