Gussalli Beretta: la Ue cambi rotta sull’auto
Produzione ed export ancora in crescita. A fronte di tensioni continue per energia, noli e catene di fornitura. È un messaggio misto, fatto di luci e ombre, quello di Franco Gussalli Beretta, presidente di Confindustria Brescia, associazione che ieri ha svolto la propria assemblea privata.
« Il cliente al centro – spiega Gussalli Beretta – è la linea di pensiero che abbiamo, sin da subito, adottato per il nostro mandato di presidenza. Un focus, quello sui nostri associati e sui loro bisogni, che deve essere quantomai centrale oggi, in un periodo di generale incertezza legato in particolare al conflitto russo- ucraino e alle sue conseguenze su questioni già aperte quali il costo delle materie prime e le forniture energetiche » .
Il sistema manifatturiero locale, che vede nella metallurgia e nella meccanica i propri punti di forza, ha chiuso il 2021 con una crescita media annua del 14,8% nella produzione industriale e il record dell’export, attestatosi a 18,9 miliardi, si confronta oggi con nuove incognite che pesano sulle prospettive.
« A queste – spiega il presidente – si aggiunge il futuro dell’automotive, legato alla decisione dell’Unione europea di interrompere la vendita di auto benzina e diesel a partire dal 2035. Si tratta di una scelta che rischia di avere un impatto su tutto il comparto meccanico bresciano legato alla filiera dell’auto, e su cui abbiamo più volte ribadito la necessità di un cambio di rotta, improntato alla neutralità tecnologica. Tra le attività portate avanti nell’ultimo anno, vorrei inoltre ricordare l’impegno in prima linea della nostra Associazione sul fronte Pnrr, per cui abbiamo creato un tavolo di lavoro condiviso nello scorso mese di ottobre » .
Nel corso dei lavori è stato inoltre approvato il bilancio 2021 di Confindustria Brescia: l’esercizio si chiude con proventi per 10,3 milioni di euro, (+ 10% circa), di cui 10,07 milioni riferiti a contributi associativi; questi ultimi hanno subito una crescita rispetto all’anno precedente (+ 829mila euro), a fronte della piena ripresa post pandemia delle attività produttive locali. A fine 2021 il numero delle aziende associate è pari a 1.240, con un totale di 61.453 dipendenti.