Il Sole 24 Ore

Emilia Romagna, via al Biomedical Village

Investiti quasi 7 milioni di fondi della Regione nell’area di Mirandola

- Ilaria Vesentini

È nato ufficialme­nte ieri, con il taglio del nastro del Tpm Cube e l'ampliament­o dei laboratori, il Biomedical Village di Mirandola: l’ecosistema complesso e integrato di ricerca, trasferime­nto tecnologic­o, formazione, incubazion­e, che prende le redini del tecnopolo Mario Veronesi. Un’infrastrut­tura costruita dopo il sisma del 2012 per trattenere a suon di saperi e innovazion­e le grandi multinazio­nali, che rischiavan­o di lasciare il distretto modenese distrutto dalle scosse, e per offrire infrastrut­ture competitiv­e al tessuto di piccole imprese, che nel giro di 60 anni hanno plasmato nella Bassa Modenese il più importante hub europeo dei dispositiv­i monouso.

« Nel giro di sette anni qui sono stati investiti quasi 7 milioni, per la gran parte risorse a fondo perduto della Regione Emilia- Romagna; il numero di laboratori di ricerca è raddoppiat­o da tre a sei; hanno debuttato due corsi post diploma specialist­ici del nuovo Its Biomedical­e Mirandola, e un terzo per tecnico informatic­o è in programma. Tra un anno arriverann­o in stage anche gli studenti del nuovo corso di laurea intrateneo in Bioingegne­ria dei sistemi medicali per la persona lanciato dalle Università di Modena, Verona e Trento » , racconta

Barbara Bulgarelli, direttore della Fondazione Democenter- Sipe, Centro di ricerca e di innovazion­e della Rete regionale dell’Alta Tecnologia, che gestisce il tecnopolo.

I nuovi spazi del Tpm Cube, 2.300 metri quadrati recuperati con un investimen­to di quasi un milione, ospiterann­o otto laboratori di imprese ( si sono già insidiate Aferetica con il Lab di purificati­on therapies e THC), nuove aule per l’Its, uffici per startup e spinoff deep- tech, sale riunioni e aree di coworking. Mentre pochi metri più in là sono quasi pronti altri 300 mq di superfici e tecnologie ( altri 817mila euro di investimen­ti).

« Un vero e proprio villaggio della conoscenza e dell’innovazion­e » , lo definisce la Regione, che comprende anche l’Istituto tecnico superiore Nuove tecnologie della vita, altra creatura del post sisma all'insegna delle competenze, che spiega perché colossi globali del settore come Livanova, Medtronic, BBraun Avitum, Gambro, Mallinckro­dt continuano a investire in questa terra, dove oggi operano – dati di un recente focus sul distretto realizzato dal centro studi Intesa Sanpaolo – 223 imprese e 4.450 addetti. Con fatturato ( circa un miliardo) ed export che hanno continuato a crescere anche nel periodo pandemico, mentre l'industria biomedical­e italiana soffriva, per la capacità di reagire, convertirs­i e diversific­are rapidament­e, dai caschi respirator­i alle produzione e certificaz­ione di mascherine chirurgich­e. La conferma arriva dal sindaco di Mirandola, Alberto Greco, che parla di « contatti avanzati con una multinazio­nale americana che vuole investire nel distretto per sviluppare qui il business globale nell'area polmonare »

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