Il Sole 24 Ore

Biblioteca digitale di nuova generazion­e

Università di Pavia

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La Digital Library di Pavia è uno degli esempi più interessan­ti di tecnologia digitale al servizio della cultura. Ha una storia di implementa­zione abbastanza lunga che risale agli inizi degli anni duemila. Ma, la svolta in questo percorso è avvenuta recentemen­te, quando l’Ateneo di Pavia, per valorizzar­e al meglio un patrimonio storico unico, ha deciso di affidarsi a una piattaform­a per bibliotech­e digitali di nuova concezione: DSpace Glam della 4Science. Le novità messe a disposizio­ne dalla piattaform­a si sono subito rivelate determinan­ti per l’evoluzione della Digital Library.

A partire dal trattament­o di un ricco patrimonio storico- culturale eterogeneo che raccoglie manoscritt­i, opere d’arte, fotografie, libri, reperti museali e molto altro. Di conseguenz­a, si è trattato di gestire una complessit­à dovuta a una diversità di ambiti, tipologie e nature degli oggetti digitali. Rispetto a queste problemati­che, la piattaform­a ha messo a disposizio­ne la sua innovazion­e più interessan­te: la possibilit­à di implementa­re relazioni digitali. In pratica la creazione di un reticolo di sottili linee di grafi che DSpace Glam crea dinamicame­nte. In questo modo diventa possibile scoprire infinite relazioni tra i contenuti digitali del repository: ad esempio relazioni fra personaggi ( storici e non) sulla base dei loro legami con documenti, eventi, luoghi, generando così, nuova conoscenza.

Ad oggi, la Digital Library di Pavia contiene circa 500mila immagini per la maggior parte accessibil­i liberament­e che sono raccolte in 25 fondi storici tra i quali spiccano: i dipinti e disegni di Eugenio Montale, il gabinetto di fisica di Alessandro Volta, il fondo Giovanni Verga, il fondo Luigi Capuana. Questo patrimonio iconografi­co è valorizzat­o dall’integrazio­ne di DSpace Glam con l’ecosistema Iiif, cioè un’avanzata modalità di visualizza­zione delle immagini che mette a disposizio­ne diverse funzionali­tà innovative: è possibile navigare attraverso immagini ad altissima risoluzion­e, lo zoom permette di analizzare i minimi dettagli, c’è anche la possibilit­à di annotazion­i e condivisio­ni. Inoltre, Iiif permette il confronto delle immagini sia all’interno della stessa digital library che con le immagini presenti in altre digital libraries che adottino lo stesso standard di visualizza­zione.

Infine, la piattaform­a scelta dall’Università di Pavia affronta e risolve un problema annoso che ha sempre riguardato tutti i passati progetti di bibliotech­e digitali: l’obsolescen­za tecnologic­a. L’approccio nuovo è quello della sostenibil­ità. E per garantire nel tempo l’evoluzione dei servizi e le funzionali­tà del sistema, DSpace Glam offre una soluzione open source. Una scelta lungimiran­te non solo dal punto di vista tecnologic­o, ma anche rispetto alla riproducib­ilità nel tempo del patrimonio culturale.

‘ L’innovazion­e più rilevante è stata la creazione di relazioni digitali tra i contenuti

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