Apprendimento trasformato in autore
C’è un autore che compare nei cataloghi dell’editore tedesco Springer, il suo nome è Beta Writer. Non è lo pseudonimo di un qualche ghostwriter, ma si tratta di un algoritmo di apprendimento automatico progettato dai ricercatori dell’Università di Goethe di Francoforte. Springer ha dato alle stampe nel 2019“LithiumIonB atteri es ”, il primo libro al mondo scritto da una macchina. Si tratta di un passaggio rivoluzionario che può mettere sovvertire il paradigma del “prodotto libro”. Anzitutto, rispetto alla questione dell’autorialità. Finora l’autore è stato universalmente riconosciuto come colui che concepisce e crea un’opera letteraria, scientifica, artistica. Insomma, una persona fisica responsabile di un prodotto. L’algoritmo in veste d’autore come può essere classificato? Un autore ibrido derivante dall’interazione tra intelligenza artificiale e soggetti umani? Oppure l’algoritmo affiancherà l’umano nella paternità delle opere?
Intanto, nella stesura del libro che fornisce una panoramica sulle ultime ricerche riguardo le batterie a ioni di litio, si è proceduto nel seguente modo: si è partiti da una base dati ricavata da un universo di contenuti tecnico- scientifici già posseduti dall’editore Springer sui quali ha prima lavorato un team di esperti per circoscrivere gli argomenti e subito dopo è intervenuta un’applicazione di machine learning in grado di leggere e apprendere le caratteristiche degli articoli selezionati. A questo punto, per la stesura finale è arrivato Beta Writer che ha generato 233 pagine suddivise in quattro capitoli, paragrafi e sotto- paragrafi. Il lavoro di scrittura dell’algoritmo si è sostanziato in un riassunto incrociato di tutti gli articoli di ricerca precedentemente selezionati con inserimento nel testo anche di collegamenti ipertestuali ai documenti originali.
Springer prevede futuri sviluppi delle tecnologie digitali in ambito editoriale, soprattutto per quel che riguarda l’editoria accademica che, al momento, offre più opportunità per generare contenuti scientifici con l’ausilio di algoritmi. È plausibile immaginare che nel prossimo futuro potranno essere realizzate tutta una varietà di combinazioni di prodotti editoriali generati dal lavoro sempre più interdipendente tra ricercatori e intelligenza artificiale. Questo significa che culturalmente lo “status di autore” si complicherà ulteriormente causa i confini sempre più sfumanti tra uomo e macchina e nello stesso tempo la filiera del libro andrà incontro a cambiamenti sostanziali. Ma forse la morte definitiva dell’autore umano non ci sarà mai, perlomeno fino a quando i sistemi di intelligenza artificiale non riusciranno a evolversi dallo stato computazionale in cui si trovano fino a raggiungere un approccio semantico.
‘ Si prefigura un lavoro più interdipendente tra ricercatori e Ai Ma la fine dell’autore umano non ci sarà mai