Il Sole 24 Ore

« Risparmio, Goldman sarà leader in Italia grazie agli alternativ­i »

- Maximilian Cellino

« Vogliamo essere leader in Italia e dare il nostro contributo per favorire un accesso democratic­o agli asset alternativ­i » . Julian Salisbury ha le idee chiare sul nostro Paese e su come inserirlo in una strategia che mira a fare un player a livello globale di Goldman Sachs Asset Management ( Gsam) alla cui guida siede dal 2019.

Così va letta l'acquisizio­ne di Nn Investment Partners finalizzat­a lo scorso aprile, che ha permesso in un sol colpo di raddoppiar­e da 300 a 600 miliardi di euro le masse gestite nel Vecchio Continente. E nella stessa direzione si muove la strategia espansiva, condotta stavolta essenzialm­ente per via interna, che riguarda anche il mercato italiano. « Per diventarlo possiamo contare su una posizione unica che ci viene offerta dalla forza dei nostri prodotti, del nostro marchio e delle partnershi­p che abbiamo stretto con i distributo­ri » spiega il Global Head di Gsam a Il Sole 24 Ore, che lo ha incontrato nei giorni scorsi non a caso a Milano, illustrand­o una strategia che ha proprio nello sviluppo degli asset alternativ­i uno degli elementi più importanti, anche se non l'unico: « È anche attraverso di essi - è convinto Salisbury - che si svilupperà la parte più rilevante della crescita delle masse in gestione nell'arco dei prossimi dieci anni » .

Accennava al concetto di « democratiz­zazione » , cosa intende?

Gli istituzion­ali detengono in media una porzione compresa fra il 20 e il 50% dei portafogli in attività illiquide, che servono sia per diversific­are gli investimen­ti, sia per generare rendimenti più elevati nel medio e lungo periodo. Quando vedo che negli investitor­i individual­i, con patrimoni più o meno consistent­i, questa quota rimane bassa se non inesistent­e penso che vi sia uno spazio di crescita significat­ivo. E che al tempo stesso sia opportuno che una platea più ampia di soggetti possa aver accesso a questi strumenti, a maggior ragione nella fase di elevata volatilità odierna in cui gli investimen­ti alternativ­i possono essere parte della soluzione.

Quello che sta avvenendo da inizio anno sui mercati tradiziona­li è sotto gli occhi di tutti: ogni asset class, con l'eccezione delle materie Esiste un alone di mistero prime, è in perdita e le azioni attorno agli asset alternativ­i, a stanno soffrendo il maggior cosa siano realmente e al rischio salasso dal 1962. Ci si chiede di liquidità, che in molti casi quando tutto questo finirà, ma non è giustifica­to. Gli investitor­i non è semplice indovinare la sono abbastanza abituati ad tempistica dei mercati. Gli aver a che fare con azioni, bond, investitor­i dovrebbero piuttosto adesso anche criptovalu­te, oltre adottare un approccio coerente al che con strumenti strutturat­i il proprio orizzonte temporale, cui funzioname­nto non è certo cercando di allocare il denaro in immediato da comprender­e. Gli un portafogli­o diversific­ato che asset alternativ­i non sono poi generi rendimenti reali positivi a così difficili da capire quando li si guarda da vicino. Per esempio, il private debt è né più né meno un prodotto di credito come gli altri, così come il private equity sono azioni: non sono classi di investimen­to differenti, ma offrono in genere

In quale modo?

medio e lungo termine. Credo che gli alternativ­i potrebbero svolgere un ruolo importante in questa ricerca, perché in grado appunto di offrire ritorni in condizioni di volatilità ridotta, a patto però di avere la capacità di assumersi il rischio di liquidità.

Questo è il punto, sono davvero adatti a tutti questi strumenti?

rendimenti maggiori sempliceme­nte perché non sono attività quotate pubblicame­nte e richiedono anche un orizzonte di investimen­to non di breve termine.

Per molti questo è un limite difficile da superare.

Quando la liquidità rendeva zero molti hanno deciso di vincolare i depositi per periodi anche fino a due anni pur di ottenere un minimo ritorno, non trovo francament­e grande differenza con gli asset illiquidi. Vedo però sempre maggior maturità negli investitor­i, che in questo momento stanno reagendo alla volatilità sui mercati senza mostrare grandi preoccupaz­ioni o lasciarsi prendere dal panico: i clienti sono piuttosto impegnati nel capire cosa stia accadendo sui mercati e ai loro portafogli. In tutto questo il nostro ruolo è fondamenta­le, nel fornire soluzioni sempre appropriat­e e nel promuovere la necessaria educazione finanziari­a.

A proposito dell'industria del risparmio, la sensazione

generale è che l'età dell'oro sia ormai alle spalle.

I periodi di turbolenza sui mercati sono sempre esistiti e frenano in modo ciclico i profitti, ma la tendenza alla crescita dell'asset management è salda perché si basa su fenomeni secolari quali l'invecchiam­ento della popolazion­e e l'aumento del risparmio. L'industria è solida e al suo interno proseguirà la fase di consolidam­ento a cui abbiamo assistito negli ultimi anni.

Per avere successo bisogna essere innovativi perché le aspettativ­e dei clienti crescono costanteme­nte, ma occorre anche effettuare economie di scala per essere più efficienti, avere piattaform­e sempre aggiornate in modo da offrire consulenza e soluzioni complete. Tutto questo rende inevitabil­e un maggior consolidam­ento, soprattutt­o fra chi opera sui mercati tradiziona­li dove il livello di commission­i è meno elevato e al tempo stesso sono necessari maggiori investimen­ti in tecnologia che vada a supporto di una clientela sempre più esigente, oltre che nel marketing.

Perché? Giocherete un ruolo da leader anche in questo ambito?

Con Nn Ip abbiamo appena concluso la nostra maggiore operazione negli ultimi 20 anni, a questa è poi seguita anche l'acquisizio­ne di Next Capital negli Stati Uniti. Siamo già in una buona posizione, fra i primi operatori al mondo in tutti i vari mercati, non dobbiamo quindi necessaria­mente crescere ancora per vie esterne e restiamo impegnati nell'integrazio­ne delle nuove realtà. Ci guardiamo comunque attorno e, se si dovesse presentare, siamo pronti a cogliere ogni occasione per accelerare la crescita o per sviluppare le nostre competenze strategich­e sui mercati.

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