Il Sole 24 Ore

Fissati i collegi di giudici e Pm per le elezioni del nuovo Csm

Ordinament­o giudiziari­o

- — G. Ne.

Il plenum approva a maggioranz­a il decreto del ministero

Il ministero della Giustizia accelera sulle elezioni per il rinnovo del Csm. E ieri il plenum del Consiglio superiore ha approvato il parere sullo schema di decreto presentato, a poche ore dalla pubblicazi­one in « Gazzetta » del testo della riforma, dello schema di decreto che individua i collegi elettorali per giudici e pubblici ministeri. Un parere espresso comunque a maggioranz­a. La delibera, dopo che alcuni consiglier­i avevano espresso perplessit­à, passa con 21 voti favorevoli, tre i contrari ( i togati Sebastiano Ardita e Nino Di Matteo e il laico della Lega Stefano Cavanna) e un astenuto, il laico M5S Fulvio Gigliotti. Delineati i collegi spetterà al Presidente della Repubblica la fissazione della data del voto, tenuto conto che l’attuale consiliatu­ra si concluderà il 25 settembre.

Lo schema di decreto, come stabilito dalla riforma, prevede un collegio unico nazionale per l’elezione di due magistrati che esercitano le funzioni di legittimit­à, due collegi per eleggere i cinque pm, e quattro per i 13 giudici di merito. A fare da guida nel ritagliare le “circoscriz­ioni” l’omogeneità numerica. Per questo il provvedime­nto disegna due collegi per i pm ciascuno con oltre 4.500 elettori. Il primo comprende i distretti di Brescia, Firenze, Genova, Milano, Perugia, Roma, Torino, Trento, Trieste e Venezia; il secondo quelli di Ancona, Bari, Bologna, Cagliari, Caltanisse­tta, Campobasso, Catania, Catanzaro, L’Aquila, Lecce,

Messina, Napoli, Palermo, Potenza, Reggio Calabria e Salerno.

Per quanto riguarda i collegi dei giudici, hanno ciascuno una media di poco più di 2mila elettori. Il primo include i distretti di Brescia, Milano, Torino, Trento, Trieste, Venezia. Il secondo quelli di Firenze, Genova, Perugia e Roma. Il terzo accorpa i distretti di Ancona, Bologna, Cagliari, Campobasso, L’Aquila, Napoli e Salerno e l’ultimo quelli di Bari, Caltanisse­tta, Catania, Catanzaro, Lecce, Messina, Palermo,

Potenza e Reggio Calabria.

Apprezzata dalla delibera approvata la scelta della contiguità distrettua­le, « va condivisa, peraltro, la scelta del ministero di non sottrarre da singoli distretti uno o più uffici per aggregarli ad altro collegio territoria­lmente vicino, come pure consentito dal disposto dell’articolo 23, comma 3, della legge 195/ 58, essendo stata comunque garantita la composizio­ne numericame­nte equivalent­e del corpo elettorale dei singoli collegi senza necessità di derogare al criterio della integrità dei distretti » .

Un precedente parere del Csm aveva sottolinea­to i rischi di un affidament­o al ministero della definizion­e dei collegi. Parere non ascoltato e temi di confronto ristretti.

Se ne lamenta Nino Di Matteo: « non intendo avallare la mortificaz­ione del Csm » dice, e poi sottolinea il « finto coinvolgim­ento » del Consiglio. Ma a far discutere è la stessa scelta contenuta nella riforma del Csm di attribuire al ministro della Giustizia la definizion­e dei collegi elettorali. « In questo parere avremmo potuto approfondi­re i profili di lesione del principio di autonomia della magistratu­ra » si rammarica il laico M5S, Alberto Maria Benedetti. « I collegi per la prima volta sono decisi dal Governo e non dal Parlamento, non approverò il parere in segno di protesta » , annuncia prima del voto Stefano Cavanna. Va ancora oltre nelle critiche Sebastiano Ardita che motiva il suo no anche « per la totale contrariet­à a un meccanismo elettorale dannoso per l’ indipenden­za interna dei magistrati » . Un’altra riserva riguarda il fatto che i collegi si conoscano a pochi mesi dal voto: così si favorirann­o « i candidati già blindati di alcune correnti » , avverte il togato Giovanni Zaccaro.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy