Il Sole 24 Ore

STRUTTURA A RETE PER COGLIERE I BENEFICI

- Di Gianpaolo Lazzeri * e Andrea Romiti ** * Presidente nazionale Anbima ** Segretario nazionale di Anbima © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Tutela e sviluppo della musica popolare bandistica, questo il tema che persegue Anbima ( Associazio­ne nazionale bande musicali italiane autonome) che ad oggi tra i suoi iscritti conta ( dati aggiornati al 2021) 1251 associazio­ni e 55135 soci. È proprio partendo da questi numeri chel ’ associazio­ne punta, alla luce delle novità introdotte dallarRifo­rma del Terzo settore, ad acquisire la qualifica di rete associativ­a. Il percorso intrapreso dall’Anbima l’ha vista impegnata non solo nell’organizzaz­ione di convegni su tutto il territorio nazionale ma anche nel fornire alle proprie associazio­ni supporto nella trasformaz­ione richiesta dal

Dlgs 117/ 17 stimolando­le ad identifica­re percorsi di sviluppo e crescita futuri.

A bene vedere, infatti, le opportunit­à fornite dalla riforma del Terzo settore diventano ancor più rilevanti se si pensa che già molte delle associazio­ni bandistich­e associate hanno intrapreso percorsi formativi in collaboraz­ione con istituzion­i e sviluppato preparazio­ne tecnica e artistica di rilievo. Una possibilit­à resa percorribi­le attraverso accordi con enti, finanziame­nti regionali o locali e accesso a fondi specifici per tipologie associativ­e, permettend­o di rendere sempre più stabile il rapporto tra pubblica amministra­zione e associazio­ni.

Un rapporto questo che, con i nuovi istituti della coprogramm­azione e coprogetta­zione ( articoli 55- 56 del Cts), potrebbe rafforzars­i garantendo una interlocuz­ione diretta con la Pa. Inoltre, l’asserto secondo cui l’inclusione delle bande nel Terzo settore determiner­ebbe la loro scomparsa per troppa burocrazia e difficoltà gestionali è fortemente strumental­izzato e non veritiero, in quanto gli adempiment­i attuali e quelli richiesti dal Runts sono di fatto pressoché identici, con la differenza che tali obblighi, ad oggi, non devono essere pubblicizz­ati, mentre secondo quanto previsto dal Cts alcuni di questi dovranno essere trasmessi telematica­mente e a volte pubblicati.

Non può non evidenziar­si, quindi, come il mancato accesso nel Runts da parte delle bande determiner­ebbe, a nostro avviso, non la scomparsa delle più piccole, ma la contrazion­e delle attività formative della maggioranz­a delle formazioni determinat­a dalle maggiori difficoltà quali rapporti coneEnti locali non più prioritari, esclusione dall’accesso a tutte le opportunit­à offerte sia in campo associativ­o che gestionale e fiscale e limitazion­e nella crescita a sviluppo associativ­o.

Restano infine da sfatare alcuni miti come l’impossibil­ità per le bande che scelgono di accedere al Runts di non poter più beneficiar­e del trattament­o previsto dall’articolo 67 del Tuir, lettera m) per i compensi spettanti ai collaborat­ori. Una chance questa che resta e si aggiunge alle agevolazio­ni per cori, bande musicali e filodramma­tiche che deciderann­o di intraprend­ere la strada tracciata dalla riforma.

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