STRUTTURA A RETE PER COGLIERE I BENEFICI
Tutela e sviluppo della musica popolare bandistica, questo il tema che persegue Anbima ( Associazione nazionale bande musicali italiane autonome) che ad oggi tra i suoi iscritti conta ( dati aggiornati al 2021) 1251 associazioni e 55135 soci. È proprio partendo da questi numeri chel ’ associazione punta, alla luce delle novità introdotte dallarRiforma del Terzo settore, ad acquisire la qualifica di rete associativa. Il percorso intrapreso dall’Anbima l’ha vista impegnata non solo nell’organizzazione di convegni su tutto il territorio nazionale ma anche nel fornire alle proprie associazioni supporto nella trasformazione richiesta dal
Dlgs 117/ 17 stimolandole ad identificare percorsi di sviluppo e crescita futuri.
A bene vedere, infatti, le opportunità fornite dalla riforma del Terzo settore diventano ancor più rilevanti se si pensa che già molte delle associazioni bandistiche associate hanno intrapreso percorsi formativi in collaborazione con istituzioni e sviluppato preparazione tecnica e artistica di rilievo. Una possibilità resa percorribile attraverso accordi con enti, finanziamenti regionali o locali e accesso a fondi specifici per tipologie associative, permettendo di rendere sempre più stabile il rapporto tra pubblica amministrazione e associazioni.
Un rapporto questo che, con i nuovi istituti della coprogrammazione e coprogettazione ( articoli 55- 56 del Cts), potrebbe rafforzarsi garantendo una interlocuzione diretta con la Pa. Inoltre, l’asserto secondo cui l’inclusione delle bande nel Terzo settore determinerebbe la loro scomparsa per troppa burocrazia e difficoltà gestionali è fortemente strumentalizzato e non veritiero, in quanto gli adempimenti attuali e quelli richiesti dal Runts sono di fatto pressoché identici, con la differenza che tali obblighi, ad oggi, non devono essere pubblicizzati, mentre secondo quanto previsto dal Cts alcuni di questi dovranno essere trasmessi telematicamente e a volte pubblicati.
Non può non evidenziarsi, quindi, come il mancato accesso nel Runts da parte delle bande determinerebbe, a nostro avviso, non la scomparsa delle più piccole, ma la contrazione delle attività formative della maggioranza delle formazioni determinata dalle maggiori difficoltà quali rapporti coneEnti locali non più prioritari, esclusione dall’accesso a tutte le opportunità offerte sia in campo associativo che gestionale e fiscale e limitazione nella crescita a sviluppo associativo.
Restano infine da sfatare alcuni miti come l’impossibilità per le bande che scelgono di accedere al Runts di non poter più beneficiare del trattamento previsto dall’articolo 67 del Tuir, lettera m) per i compensi spettanti ai collaboratori. Una chance questa che resta e si aggiunge alle agevolazioni per cori, bande musicali e filodrammatiche che decideranno di intraprendere la strada tracciata dalla riforma.