Bonomi: serve una politica strutturale di crescita, basta bonus e una tantum
« Aumentato il debito, poveri più che raddoppiati a 5,6 milioni: tagliare il cuneo »
« In un momento in cui la ripresa è messa in discussione occorre lavorare non solo perché l’economia volga al meglio ma soprattutto per rispondere ai bisogni degli italiani, con più lavoro e migliore lavoro. Bisogna evitare le pressioni populistiche che cercano solo il consenso e non sono in grado di dare risposte di governo » .
Carlo Bonomi ha concluso così l’assemblea degli industriali di Cuneo. Incalzando i partiti a smettere con la politica dei bonus, delle una tantum, delle bandierine, ed impegnarsi invece per un « progetto organico di crescita » , con le riforme che l’Italia aspetta da 30 anni. È quel « riformismo competitivo » che oggi si può realizzare: con le risorse del Pnrr non ci sono più scuse.
Scelte ancora più urgenti per gli effetti della guerra. E sul conflitto Bonomi ha ringraziato per le loro parole « alte, serie, senza se e senza ma » Mario Draghi e Sergio Mattarella, « parole che collocano l’Italia dove deve stare » . Già oggi si prevede una crescita dimezzata, attorno al 2%, rispetto a quanto si pensasse. Ma « già dall’autunno dell’anno scorso Confindustria aveva avvisato che dopo l’ottimo periodo di rimbalzo avevamo cominciato a rallentare » . Per questo « avevamo chiesto che nella passata legge di bilancio la stella polare fosse l’ossessione per la crescita. Invece abbiamo assistito alla battaglia delle bandierine » . E ora Bonomi è « stupito » della revisione dei numeri: « nel silenzio più assoluto il 31 maggio l’Istat ha rivisto alcuni parametri con cui si calcola il pil, al 31 marzo 2022 magicamente siamo tornati a livelli pre Covid. Starei molto attento, non vorrei che qualcuno iniziasse a dirci che va tutto bene » . Ci sono altri numeri, ha sottolineato Bonomi, da considerare: negli ultimi 11 anni il debito pubblico è aumentato di 800 miliardi, la spesa sociale è raddoppiata ma, è il paradosso, sono più che raddoppiati anche i poveri, arrivati a 5,6 milioni nel 2021. L’errore è « la politica dei bonus, nelle una tantum, abbiamo avuto una spesa pubblica inefficiente che non ha contrastato la povertà ed è stata un fallimento » .
Servono interventi strutturali: la proposta è un taglio al cuneo fiscale
‘ « Grazie a Mattarella e Draghi per le loro parole alte e serie sul conflitto: collocano l’Italia dove deve stare »
da 16 miliardi, per due terzi ai lavoratori, che permetterebbe ai redditi bassi sotto i 35mila euro di avere 1.223 euro all’anno in più. « Sto ancora aspettando una risposta » . E anche sul salario minimo Bonomi ha usato la chiarezza dei numeri: la maggior parte delle proposte in Parlamento, ha spiegato, parlano di 9 euro all’ora. « Tutti i nostri contratti sono superiori e la direttiva Ue fa riferimento proprio al nostro modello. Si dice che bisogna aumentare i salari con la contrattazione perché ci sono 7 milioni di italiani senza contratto, ma i dipendenti di Confindustria in attesa sono 242mila, 3,4 milioni sono nei servizi e 2,8 nel pubblico impiego, cioè il 40% dipendono da quel ministro che dice a me di rinnovare i contratti » .