Il Sole 24 Ore

Dai centri per l’impiego solo il 4% dei posti

Il 23% ha trovato occupazion­e tramite amici, parenti o conoscenti

- — Cl. T.

In un mercato del lavoro sempre più esposto a profonde ricomposiz­ioni e transizion­i servirebbe­ro vere politiche attive e soprattutt­o un player pubblico all’altezza. E invece ancora una volta non è così. Il nuovo programma Gol, Garanzia di occupabili­tà dei lavoratori, è ancora in rampa di lancio; e i Centri pubblici per l’impiego ( i Cpi) si confermano del tutto inadeguati a sostenere i processi di allocazion­e e riallocazi­one della forza lavoro. Secondo l’ultimo policy brief dell’Inapp, che prende in esame i dati dell’indagine Inapp- Plus, che da oltre 15 anni analizza la dinamica dell’incontro tra domanda e offerta di lavoro, presentato ieri a Bologna, al

Festival del Lavoro, emerge che i Cpi riescono a condurre a una occupazion­e poco più del 4% della loro utenza ( il 4,2% per l’esattezza). Fanno meglio dei Cpi persino scuole e università ( 5%), due soggetti che hanno una mission diversa. Meglio dei Centri per l’impiego anche le più performant­i Agenzie per il lavoro private, che intermedia­no il 6,4 per cento.

Il punto è che la prevalenza dell’accesso al lavoro è appannaggi­o dei canali informali. Negli ultimi dieci anni quasi un lavoratore su quattro ( il 23%) ha trovato occupazion­e tramite amici, parenti o conoscenti, il 9% attraverso contatti stabiliti nell’ambiente lavorativo. In tutto, tra il 2011 e il 2021, i canali informali di ricerca hanno generato il 56% dell’occupazion­e: circa 4,8 milioni di posti di lavoro sottratti alla intermedia­zione “palese”.

I canali formali ( concorsi pubblici a parte), quindi i Cpi soprattutt­o, intercetta­no solo posizioni lavorative meno retribuite, prevalente­mente non standard e caratteriz­zate da bassi livelli di istruzione. Lo dimostrano gli stessi dati Inapp, dove emerge che i Cpi trattano prevalente­mente una utenza debole ( il 32% è in possesso della licenza media inferiore). La retribuzio­ne di chi ha trovato lavoro grazie ai Cpi è la cifra della qualità delle occasioni che vengono loro conferite: 23.300 euro lordi l’anno, contro, per avere un riferiment­o, i 35mila euro di chi ha vinto un concorso pubblico o i 32.600 di chi ha trovato lavoro

‘ Meglio dei Centri per l'impiego anche le Agenzie per il lavoro private, che intermedia­no il 6,4 per cento

nell’ambiente profession­ale. Non è tutto. Anche la quota di laureati che hanno trovato lavoro attraverso i servizi pubblici è tra le più basse ( 23%).

Di fronte a questi numeri ( certo, ci sono eccezioni positive nelle regioni del Nord) ci si sarebbe aspettato uno sprint nell’attuare il maxi piano di rafforzame­nto dei Cpi da completare entro il 2021. E invece su 11.600 ingressi previsti se ne sono effettuati 3.440; e l’operazione navigator non è riuscita a invertire questo trend negativo.

« I dati Inapp sono la impietosa fotografia di un sistema pubblico di politiche attive che ha completame­nte fallito nella sua mission - ha commentato il giuslavori­sta Alessandro Paone, Equity Partner di LabLaw Studio Legale -. In pratica, si certifica che dal sistema pubblico deriva una delle principali cause che alimentano occupazion­e povera e di basso livello » . Una riflession­e che deve far riflettere.

 ?? Fonte: Inapp ??
Fonte: Inapp

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy