Balcani occidentali delusi: Bulgaria pone il veto su Albania e Macedonia
Accolta con amarezza la concessione lampo a Kiev dello status di candidato
È con amarezza, forse anche rabbia, che i paesi dei Balcani occidentali hanno accolto ieri qui a Bruxelles la concessione all'Ucraina dell'ambito status di paese- candidato all'Unione europea. In lista d'attesa da anni per entrare nella costruzione comunitaria, gli esponenti politici della regione non hanno mancato ieri di esprimere la loro scontentezza, a margine di un vertice con i Ventisette organizzato proprio per tentare di raffreddare gli animi.
« Non abbiamo ottenuto nulla » , ha reagito in una conferenza stampa qui a Bruxelles il premier serbo, Aleksander Vucic. Quattro paesi balcanici sono in lista d'attesa da anni per entrare nell'Unione europea. Le trattative di adesione sono iniziate con il Montenegro ( dal 2012) e la Serbia ( dal 2014), mentre la Macedonia e l'Albania aspettano ancora il via libera per l'inizio del negoziato comunitario, pur essendo paesi- candidati dal 2005 e dal 2014 rispettivamente.
Neppure ieri questi due ultimi paesi hanno ricevuto soddisfazione. La Bulgaria sta ancora bloccando il suo benestare per via di contenziosi politici e culturali. « È vergognoso che un Paese della Nato, la Bulgaria, stia tenendo in ostaggio altri due Paesi della Nato, l’Albania e la Macedonia, nel bel mezzo di una guerra nel cortile di casa dell’Europa, mentre altri 26 Paesi restano seduti e offrono uno spaventoso spettacolo di impotenza » , ha dichiarato il premier albanese Edi Rama.
« La posizione bulgara rimarrà invariata fino a quando il Parlamento bulgaro non prenderà una decisione » , ha risposto il premier Kiril Petkov, che in patria è politicamente in bilico dopo aver perso mercoledì un voto di fiducia. La questione posta da Sofia riguarda Skopje, ma ha un impatto anche su Tirana poiché le due capitali vanno a braccetto nel loro cammino di avvicinamento verso l'Unione europea. La scelta relativa all’Ucraina non è stata priva di tensioni neppure tra i Ventisette, riuniti qui a Bruxelles per una duegiorni di summit.
Imbarazzati dalla situazione creatasi con Kiev, alcuni paesi membri hanno chiesto e ottenuto di dare nuove assicurazioni alla Bosnia- Erzegovina, in lista d'attesa da anni per aderire alla Unione Europea. Nella stessa ottica, ancora ieri il presidente francese Emmanuel Macron ha cavalcato nuovamente l’idea di una nuova comunità politica europea con cui « collaborare strategicamente con il vicinato » , e contrastare la crescente influenza cinese, russa e turca nella regione. L’ambito, assicura la Francia, non deve essere ritenuto alternativo all'allargamento, ma complementare.
Il premier serbo Vucic: « Non abbiamo ottenuto nulla » . Il leader albanese Rama: « Ue ostaggio di Sofia »