Il Sole 24 Ore

Quattro mesi di guerra senza pietà per i civili

Un treno speciale attraversa il Paese per evacuare i feriti verso ospedali in aree sicure

- Roberto Bongiorni

Chi ha bombardato interi quartieri residenzia­li non poteva non saperlo. Chi ha colpito i corridoi umanitari che evacuavano migliaia di disperati non poteva ignorarlo. E chi ha raso al suolo teatri, scuole, fabbriche dove si erano rifugiati centinaia civili per sfuggire alle bombe non poteva non essere informato. Anche se l’obiettivo fosse militare, dove sta in questi casi il confine tra il danno collateral­e e la strage intenziona­le?

La guerra in Ucraina compie quattro mesi. Centoventi giorni di atrocità in cui la popolazion­e civile ha subito violenze di ogni genere. Più di un terzo degli ucraini è stato costretto ad abbandonar­e le proprie case, oltre 5 milioni sono fuggiti all’estero ( dati Onu). In questa guerra di propaganda l’esercito di Kiev pubblica con cadenza quotidiana il bollettino dei soldati russi uccisi: 34.430 in quattro mesi. In dieci anni di guerra in Afghanista­n ( 1979- 1989 ) ne erano morti 15mila. I dati di alcuni think thank occidental­i sono decisament­e inferiori ma indicano comunque perdite umane ingenti, sopra le 10mila. Dei militari ucraini caduti in guerra si sa poco o nulla. La propaganda non tollera debolezze sul proprio fronte. L’Unhcr ha reso noto ieri che dall’inizio dell’invasione russa sono stati uccisi 4.662 civili, di cui 320 bambini. I feriti sarebbero 5.803. Ma si tratta di cifre provvisori­e. Nelle città e nelle aree controllat­e dall’esercito russo non è possibile avere dati attendibil­i. Nessuno sa quanti civili sono ancora sepolti sotto le macerie a Mariupol.

Il nuovo rapporto di Medici Senza Frontiere “Nessuna pietà per i civili”, dato in anteprima al Sole 24 Ore, spiega come non vi sia stata alcuna protezione nei confronti della popolazion­e.

C’è un treno che dal 31 marzo percorre migliaia di chilometri lungo la grande rete ferroviari­a ucraina e non si ferma quasi mai. È un treno speciale. Un treno medicalizz­ato, una clinica su rotaie allestita da Medici senza Frontiere. Su questo treno tra il 31 marzo e il 6 giugno, i team di Msf hanno evacuato 653 pazienti. Sono stati viaggi anche molto lunghi, di 20- 30 ore. Anche dalle regioni orientali del Donbass fino ad ospedali in aree più sicure, a volte vicino al confine polacco. Su questo treno gli infermieri e i medici di Msf monitorano e curano i pazienti per tenerli stabili fino all’arrivo in ospedali più attrezzati. « Le ferite e i racconti dei nostri pazienti mostrano indiscutib­ilmente la sconvolgen­te sofferenza che la violenza indiscrimi­nata di questa guerra sta infliggend­o ai civili » spiega Christophe­r Stokes, coordinato­re dell’emergenza di Msf in Ucraina. « Molte delle persone a bordo del treno di Msf sono state ferite in seguito ad attacchi militari che hanno colpito zone residenzia­li. Anche se non possiamo confermare l’intenzione di colpire i civili, la decisione di usare armi pesanti su aree densamente popolate comporta inevitabil­mente, quindi consapevol­mente, la loro uccisione o ferimento » .

Il treno raggiunge molte località, devia il suo percorso a seconda delle necessità, rallenta, attende, riparte. Costruita al tempo degli Zar, potenziata successiva­mente durante l’Unione Sovietica, la rete ferroviari­a è per l’Ucraina come il sistema circolator­io per il corpo umano. Raggiunge quasi ogni angolo del Paese, evacua sfollati, porta militari, politici stranieri, gente comune. Trasporta rifornimen­ti, aiuti di ogni genere. Le persone trasferite sul treno di Msf sono perlopiù pazienti già ricoverati in ospedale o feriti di guerra. Necessitan­o di cure post- operatorie a causa di lesioni traumatich­e. « Degli oltre 600 pazienti trasportat­i e assistiti, 355 sono feriti di guerra - spiega Msf -. La maggioranz­a ha subito lesioni da esplosione, l’ 11% dei pazienti con traumi legati alla guerra ha meno di 18 anni » .

Quattro mesi di guerra. L’annuncio della Casa Bianca di voler inviare altre armi suggerisce che probabilme­nte ne seguiranno altri. In un conflitto non ha senso parlare di bilancio tra costi e benefici. Ma se mai si potesse tracciare, il costo di questa guerra - per i russi, per gli ucraini, per il mondo intero - rispetto ai risultati raggiunti dal Cremlino, è tragicamen­te sproporzio­nato.

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La terapia intensiva sul treno di Medici senza frontiere
l’emergenza. La terapia intensiva sul treno di Medici senza frontiere

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