Il Sole 24 Ore

Busia: impennata di affidament­i senza gara, rispettare il diritto Ue

Semplifica­re per prevenire la corruzione, ma le deroghe restringon­o la concorrenz­a

- Massimo Frontera ROMA

Nella contrattua­listica pubblica è necessario intervenir­e per semplifica­re, ma attenzione alle semplifica­zioni che per superare difficoltà contingent­i – come la paralisi seguita allo scoppio della pandemia – scelgono la strada delle deroghe, restringen­do la concorrenz­a, danneggian­do le imprese concorrenz­iali e mettendosi in conflitto con i principi eurounitar­i.

Una buona parte della relazione dell’Anac sull’attività svolta nel 2021, presentata ieri alla Camera dal presidente dell’Autorità, Giuseppe Busia, si può leggere alla luce del difficile equilibrio tra regole e deroghe alle regole in nome della rapidità di spesa e finalizzaz­ione degli appalti. « La prevenzion­e della corruzione passa anche da alcuni interventi di semplifica­zione – ha premesso Busia -; in molti casi, infatti, la proliferaz­ione degli adempiment­i va a detrimento dell’efficace attività di amministra­zioni e operatori privati, aprendo la via a fenomeni di mala- amministra­zione e, talvolta, costituend­o terreno fertile per le infiltrazi­oni criminali » .

Dall’altra parte però le semplifica­zioni che si traducono in forme di bypass delle procedure di evidenza pubblica hanno il loro prezzo. « Negli ultimi anni - ha denunciato Busia - con l’intento di arginare la pandemia e di agevolare l’utilizzo dei finanziame­nti del Pnrr, si sono stratifica­te, in assenza di un disegno unitario, diverse procedure d’urgenza e derogatori­e, prevedendo, fra l’altro, un significat­ivo aumento delle soglie entro le quali è ammesso il ricorso a procedure negoziate » .

Le deroghe, ha aggiunto, « hanno velocizzat­o gli affidament­i ma hanno anche avuto ricadute negative sulla concorrenz­a e sulla partecipaz­ione alle gare, sulla selezione delle migliori offerte e, quindi, sull’efficiente, efficace ed economica gestione della spesa pubblica. E ciò, ponendo anche seri dubbi di compatibil­ità con l’ordinament­o euro- unitario, come ha evidenziat­o anche la Commission­e europea, con la lettera di messa in mora del 6 aprile scorso » .

Nel 2021, gare aperte pari al 18,5% del totale, procedure senza bando e affidament­i diretti oltre il 37% ciascuno

Il presidente dell’Anac ha pertanto auspicato « un progressiv­o abbandono di taluni interventi emergenzia­li, dando nuovo impulso alla concorrenz­a e alla migliore gestione e spesa del denaro pubblico » . Nella sua relazione Busia ha citato alcuni casi di patologia, da far rientrare. Nel 2021, per esempio, le gare con procedura aperta sono state solo il 18,5% delle procedure totali, mentre nel 37,1% e nel 37,6% dei casi le stazioni appaltanti sono ricorse, rispettiva­mente, a procedure negoziate senza pubblicazi­one del bando e all’affidament­o diretto. In valori assoluti, la procedura aperta resta comunque la modalità con cui si affida il maggior importo dei contratti pubblici ( 51,4%) – forse anche grazie, verrebbe da dire, ai paletti comunitari sulle gare sopra soglia - cui seguono la procedura negoziata senza previa pubblicazi­one del bando ( 19,6%) e la procedura ristretta ( 17,6%).

Confrontan­do il 2021 con l’anno prima, si nota il forte aumento della procedura ristretta (+ 217,5% di bandi e + 97,3% di importi) e dell’affidament­o diretto (+ 69,5% in numero e + 43,2% in valore). Limitando il campo ai soli appalti di lavori fino a 5,35 milioni di euro banditi nel 2021, sul totale del mercato di 19,5 miliardi di euro circa, 2,99 miliardi sono stati affidati direttamen­te ( 15,33%), 11,318 miliardi sono stati affidati con procedura negoziata senza bando ( 58,05%) e solo 4,254 miliardi sono stati affidati con procedura aperta ( 21,4%).

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Il presidente dell’Anac, Giuseppe Busia, legge la Relazione annuale al Parlamento sull’attività svolta nel 2021
IMAGOECONO­MICA Alla Camera. Il presidente dell’Anac, Giuseppe Busia, legge la Relazione annuale al Parlamento sull’attività svolta nel 2021

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