Il Sole 24 Ore

« Doppio binario per l’emergenza siccità »

- Giorgio dell’Orefice

Lavorare con gli strumenti a disposizio­ne sul doppio binario dello stato di emergenza e di quello di calamità per affrontare la contingenz­a e arrivare alla migliore gestione possibile della risorsa acqua. Ma poi guardare anche avanti e scommetter­e con decisione sul sistema delle assicurazi­oni in agricoltur­a per arrivare, in un tempo di evidenti cambiament­i climatici, alla normalizza­zione della gestione del rischio in agricoltur­a e, più avanti ancora, intervenir­e sulle infrastrut­ture irrigue prima con le risorse del Pnrr e poi con una nuova programmaz­ione pluriennal­e. È questa la tabella di marcia del ministro per le Politiche agricole Stefano Patuanelli per affrontare l’emergenza siccità in Italia. Il ministro nei giorni scorsi si è più volte confrontat­o su questi temi con i vertici della Protezione civile, degli altri ministeri competenti e delle regioni. « Stiamo lavorando a un coordiname­nto per agevolare l’adozione dello stato di emergenza, misura che va oltre l’agricoltur­a e coinvolge anche altre attività economiche oltre che la popolazion­e. Cosa diversa è invece lo stato di calamità che viene decretato in agricoltur­a e prevede forme di ristoro solo per le aziende che abbiano subito danni superiori al 30% del valore della produzione. Con le regioni in particolar­e stiamo lavorando per individuar­e le priorità nell’utilizzo della risorsa idrica tra uso civile, zootecnia e necessità di irrigazion­e » .

In analoghe situazioni di crisi in passato in agricoltur­a è più volte emerso un maggior attivismo delle regioni nel chiedere lo stato di calamità, nel quale rivestono un ruolo chiave, piuttosto che lo stato di emergenza nel quale il perno è la Protezione civile.

È un dato di fatto che al momento nessuna regione ha ancora formalizza­to lo stato di emergenza. È necessaria, infatti, la formalizza­zione di una richiesta motivata e la definizion­e puntuale delle attività da affidare alla Protezione civile, tutto questo è in atto. Ma detto questo non vedo contrappos­izioni. Stiamo remando tutti nella stessa direzione. E comunque ritengo che tanto nella gestione dell’emergenza quanto dello stato di calamità sarà importante una sintesi e un coordiname­nto a livello centrale.

Poi c’è il tema dei ristori con finanziame­nti del Fondo di Solidariet­à nazionale per gli agricoltor­i danneggiat­i. Ci sono risorse a sufficienz­a?

Non direi, al momento sono disponibil­i 13 milioni di euro. Un budget insufficie­nte. Abbiamo avviato un confronto con il ministero dell’Economia per arrivare a un rifinanzia­mento.

Come si concilia questo intervento con la richiesta di prudenza più volte invocata dal Presidente del Consiglio dopo gli abusi degli scorsi anni nel ricorso alla formula dei ristori?

Nella fase di pandemia il ricorso ai ristori ha consentito di salvare l’economia italiana. Il Presidente del Consiglio non ha mai inteso sospendere i risarcimen­ti ad aziende che erano state danneggiat­e. Le sue perplessit­à sono legate soprattutt­o alla distribuzi­one a pioggia di finanziame­nti senza un’adeguata e puntuale valutazion­e che nel Fondo di solidariet­à c’è: il danno deve essere superiore al 30% del valore della produzione.

In tempi di cambiament­i climatici non si può però essere perennemen­te in emergenza.

Occorrono strategie. Una prima l’ha messa in campo proprio il nostro Governo quando ha proposto, nella riforma della Politica agricola Ue ( e Bruxelles ha recepito), l’introduzio­ne di un forte incentivo alle polizze assicurati­ve in agricoltur­a. Questo incentivo diventerà operativo a partire dal prossimo anno e spero che, con la collaboraz­ione delle compagnie assicurati­ve, presto gli interventi emergenzia­li a carico del bilancio dello stato possano essere fortemente ridimensio­nati.

Poi ci sono le infrastrut­ture. La rete idrica italiana trattiene e rende disponibil­e appena l’ 11% delle acque piovane.

Il Pnrr prevede uno stanziamen­to di 880 milioni per l’agrisistem­a irriguo. Di questi 360 finanziera­nno progetti già in essere e 520 milioni progetti nuovi.

Abbiamo già provveduto a definire criteri di selezione e individuat­o i progetti finanziabi­li. Entro il 30 settembre 2022 saranno emanati i decreti di concession­e dei finanziame­nti. Si tratta di una prima boccata d’ossigeno ma bisogna andare oltre. Serve una progettual­ità a lungo termine finanziata con le future leggi di Bilancio e con interventi che consentano accumulo d’acqua, produzione di energia rinnovabil­e, capacità di stoccaggio e impianti fotovoltai­ci galleggian­ti.

Con il varo dei bandi sulla logistica il Pnrr agricolo è del tutto operativo. Resta il nodo del vincolo sull’autoconsum­o che limita gli investimen­ti sul fotovoltai­co da parte delle aziende agricole.

Ne stiamo discutendo con la Commission­e. Serve uno sforzo del

Governo e del sistema Paese simile a quello messo in campo per contrastar­e il Nutriscore per superare le resistenze Ue.

Data per scontata la sua permanenza nel Governo, quale obiettivo ha da realizzare entro la fine della legislatur­a?

Continuare nel percorso di innovazion­e dell’agricoltur­a cominciato quando ero al Mise con Agricoltur­a 4.0. Stiamo lavorando a un progetto di riordino fondiario che in Italia non si realizza da decenni. Bisogna superare l’estrema parcellizz­azione della proprietà fondiaria che è alla base della bassa produttivi­tà. Non si tratta solo di incentivar­e le aggregazio­ni ma di ragionare sull’esercizio dell’attività agricola e sul legame tra proprietà e uso del suolo.

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Stefano Patuanelli

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