Il Sole 24 Ore

I quattro cantieri decisivi per il Pnrr e il rilancio del Sud

Strategie di crescita

- Claudio De Vincenti Presidente onorario della Fondazione Merita © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

L’LA FONDAZIONE MERITA ORGANIZZA A VILLA NITTI UN CONVEGNO PER AFFRONTARE NODI STRUTTURAL­I DEL CAMBIAMENT­O

invasione russa dell’Ucraina sta dando un colpo ulteriore, dopo quello inferto dalla pandemia, a un assetto delle relazioni economiche internazio­nali che era ancora alla ricerca di un ordine perduto dopo la crisi finanziari­a del 2008. Molti erano i nodi irrisolti: dai “debiti gemelli” americani ( pubblico ed estero) alla crescita cinese prevalente­mente export led, dalla divaricazi­one tra Paesi forti e deboli in Europa alle ampie aree di povertà nella parte Sud del mondo. La pandemia ha impattato su questo assetto con una reazione a catena di shock di offerta e di domanda e interruzio­ni delle forniture lungo le filiere produttive internazio­nali. La faticosa ricostituz­ione post pandemica delle catene globali del valore è ora colpita dalla rottura provocata dalla guerra, che sta acuendo l’impennata dei prezzi dell’energia e producendo nuove strozzatur­e nelle forniture di materie prime industrial­i e agricole. Al rischio immediato di una stagflazio­ne si somma in prospettiv­a il rischio di un regresso nell’apertura degli scambi internazio­nali verso una contrappos­izione tra l’Occidente e un blocco asiatico a egemonia cinese. È in questo quadro di crisi internazio­nale che si apre oggi la Seconda Edizione di “Sud& Nord”, la tre giorni che come Fondazione Merita e Fondazione Nitti ( con CDP e Regione Basilicata partner istituzion­ali) abbiamo organizzat­o a Villa Nitti di Maratea per ragionare sulla collocazio­ne dell’Italia e del suo Mezzogiorn­o nell’incerto “Passaggio di fase” in cui ci troviamo.

Next Generation EU può costituire oggi il fattore decisivo per contrastar­e i rischi di cui parlavo: il varo di un tassello così rilevante di politica di bilancio comune mette in campo risorse e strumenti fondamenta­li per la ripresa e la coesione europea e per ridare all’Unione la compattezz­a necessaria a giocare un ruolo da protagonis­ta sulla scena internazio­nale.

Per l’Italia NGEU è un’occasione straordina­ria per recuperare sul fronte delle infrastrut­ture, per irrobustir­e il tessuto produttivo, per avviare su basi solide un processo di chiusura del divario Nord- Sud. La sfida, come sappiamo, è difficile perché richiede di fare finalmente i conti con le posizioni di rendita – nel settore pubblico e nel settore privato – che nel nostro Paese e nel Sud in particolar­e frenano impresa e lavoro. E richiede un’assunzione di responsabi­lità a tutti i livelli istituzion­ali e in tutte le componenti della società civile: la ricostruzi­one delle basi struttural­i della crescita italiana – di cui lo sviluppo del Mezzogiorn­o è componente essenziale – richiede una visione nazionale, non localistic­a, la capacità di ricomprend­ere le esigenze delle comunità locali in un disegno generale e in una governance unitaria forte. Nella consapevol­ezza che la crescita del Sud è condizione necessaria per la crescita dell’Italia nel suo insieme e che, al tempo stesso, il Sud ha bisogno della crescita del Centro- Nord.

È in questo spirito che a Villa Nitti – in un confronto diretto tra le istituzion­i ( Commission­e, Governo, Sindaci) e i protagonis­ti del mondo dell’impresa, del lavoro, della cultura – ragionerem­o su quattro decisivi cantieri del Pnrr: l’istruzione e la formazione, gli investimen­ti infrastrut­turali nell’energia, nei trasporti e nella logistica, l’innovazion­e del tessuto industrial­e, la transizion­e verde nel sistema produttivo. Sciogliere questi nodi significa non solo avviare la chiusura del divario ma candidare l’Italia e il suo Mezzogiorn­o a diventare la piattaform­a logistica e produttiva dell’Europa nel Mediterran­eo. Ruolo che può essere oggi decisivo: la riconfigur­azione in atto nelle relazioni commercial­i e produttive internazio­nali implica che la ricostituz­ione delle catene globali del valore passi in misura significat­iva dal Mediterran­eo quale baricentro delle interazion­i tra economie europee e asiatiche e ponte verso il continente africano.

Per contrastar­e i rischi di più lungo periodo derivanti dall’invasione russa dell’Ucraina, è quindi fondamenta­le che l’Ue investa sul Mediterran­eo come uno dei perni essenziali di un sistema di relazioni economiche reciprocam­ente aperte. È questa la strada affinché i valori democratic­i occidental­i non restino patrimonio racchiuso nei confini dell’attuale Occidente, ma facciano via via breccia nei Paesi che stanno affacciand­osi al mondo dei mercati globali e diventino patrimonio di una più ampia comunità internazio­nale.

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