Il Sole 24 Ore

Dopo le feste l’eredità migliore sarà una nuova biblioteca

- Ivrea capitale del libro Bartolomeo Corsini e Paolo Verri Bartolomeo Corsini è Presidente della Fondazione Guelpa; Paolo Verri è Coordinato­re Ivrea 2022 Capitale italiana del libro © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Inumeri non mentono. Al di là di prime, minime donazioni, il nucleo fondamenta­le della Biblioteca Civica di Ivrea è datato 1873: ne festeggere­mo quindi i 150 anni nel 2023. Anno che sarà decisivo per molti aspetti della vita non solo culturale della città: dopo il titolo di patrimonio Unesco nel 2018 e di capitale italiana del libro per l’anno in corso, si deciderann­o numerosi altri investimen­ti sul territorio, tra cui quelli riguardant­i il nuovo ospedale e la nascita della gigafactor­y promossa da Italvolt nell’area di Scarmagno, là dove fino agli 90 dello scorso secolo insisteva l’ultimo e più esteso insediamen­to produttivo Olivetti. Nel 2023 la città intende infatti cominciare i lavori per la nuova biblioteca; precedente­mente, dal 1873 al 1905 fu presso il Liceo Botta; nel 1906 venne intitolata a Costantino Nigra e insediata presso la pretura di Piazza Carlo Alberto. Sappiamo che i lettori nel 1907 furono quasi 1800; e che tra i volumi più prestati ci sono Carducci, D’Annunzio, De Amicis, Giacosa, ma anche Anatole France e Tolstoj. Benchè l’analfabeti­smo fosse diffuso, tuttavia Ivrea con i suoi 11.000 abitanti e una trasformaz­ione potente da borgo agricolo a città industrial­e si fece notare per l’attivismo nella promozione della lettura, e i suoi concittadi­ni più illustri ( tra cui lo stesso Giacosa, la famiglia De Marchi e la famiglia Pinoli) fecero a gara a donare alla biblioteca copiosi volumi sia di letteratur­a e scienza sia di approfondi­ta cultura locale. La biblioteca si arricchì, ma nel dopoguerra la funzione culturale non fu più appoggiata al comune: entrano in campo prepotente­mente le bibliotech­e di fabbrica volute da Olivetti. Ad una di esse, debitament­e formata con un corso che ha seguito a Milano, lavora Lucia Guelpa, fin dal 1946 erede di una ricchezza originata dal matrimonio di sua sorella Adele con Abdone Croff, della omonima famiglia di industrial­i e mobilieri. Adele, Abdone e il loro figlio Livio perdono la vita in un tragico incidente d’auto; Lucia, sposata ma senza figli, imbrigliat­a in un matrimonio dal quale non sa come uscire ( e infatti non vi uscirà mai!), non avrà figli e dedicherà tutte le sue cure alla cultura, destinando l’intero suo testamento al Comune di Ivrea, al quale donerà proprietà e fondi, con la clausola di reinvestir­le in un migliorame­nto dell’educazione dei cittadini proprio a partire dall’oggetto libro.

È il 2003, e il suo obiettivo esplicito è quello di migliorare la fruibilità del Museo Garda da un lato e l’accessibil­ità della Biblitoeca Civica dall’altro. Una biblioteca che nel frattempo è tornata centrale negli spazi urbani eporediesi: la sperimenta­zione olivettian­a a poco a poco si ferma con la morte del suo promotore; nel 1965 i fondi vengono trasferiti in Piazza Ottinetti dove si trovano tuttora e nel 1973 il Comune acquista 35.000 volumi dalle bibliotech­e Olivetti, mentre gli spazi meraviglio­si di via Jervis dove erano collocati a poco a poco cambiano funzione - sono oggi visitabili nell’ambito del progetto di valorizzaz­ione del sito Unesco. Dal 1979, la Biblioteca di Ivrea è centro di una rete di 71 comuni e strettamen­te collegata al sistema delle librerie cittadin, ben 7 - e una ottava sta per essere inaugurata nelle prossime settimane.

Il titolo di capitale italiana del libro, ottenuto per l’anno 2022 sotto l’egida del design della Lettera 22 nata nel 1950 e divenuta presto un clamoroso successo di vendita e di brand a livello mondiale, ha rilanciato potentemen­te la progettazi­one di una nuova biblioteca con cui portare la comunità locale ma anche il sistema del libro regionale dentro le sfide del XXI ma anche del XXII secolo: il dossier di candidatur­a non ha infatti dato risposte, ma volutament­e posto domande alle comunità di scrittori, editori, librai, lettori, distributo­ri, mondo della scuola e della tecnologia. Entro l’anno verrà redatto un Manifesto per il futuro del libro che nascerà su oltre 30.000 interviste ad addetti ai lavori e non, e verrà discusso non solo a Ivrea, ma anche a Mantova e a Francofort­e, dopo essere stato lanciato in occasione dell’ultimo Salone del Libro in collaboraz­ione con gli organizzat­ori del medesimo. Intanto, la Fondazione Guelpa, nata per gestire il patrimonio e realizzare il legato testamenta­rio della biblioteca­ria benefattri­ce, sta lavorando con l’Alta scuola politecnic­a di Torino- Milano per individuar­e le necessità delle bibliotech­e del futuro. Uno studio di fattibilit­à sarà presentato ai primi di ottobre alla cittadinan­za: da lì comincerà un dibattito aperto a tutta cittadinan­za, ma anche agli esperti nazionali e internazio­nali su funzioni e metodologi­a di diffusione del prodotto libro e affini in questo nostro nuovo presente. La biblioteca nuova sarà quindi la migliore eredità del titolo di capitale.

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