Filiera corta, export e brevetti: Così i distretti dribblano la crisi
Le vendite estere delle aree ad alta specializzazione sono ben oltre il livello pre Covid Gros- Pietro: « Motore che può portare avanti l’Italia, ora cruciali gli investimenti »
In crescita, ben patrimonializzate, capaci di aumentare l’organico anche in tempi di pandemia. Sono loro, le 845 imprese “champion”, concentrate soprattutto in Lombardia, Veneto ed Emilia- Romagna, il “motore” dei distretti italiani, specializzazioni territoriali che in generale escono a testa alta dalla più grave crisi del dopoguerra.
Dall’analisi annuale realizzata da Intesa Sanpaolo, arrivata alla 14esima edizione, risulta anzitutto evidente la reazione del sistema dopo lo shock Covid, un rimbalzo mediano 2021 di oltre il 25% nei ricavi guidato in primis dall’export, arrivato a 133 miliardi, nuovo top di sempre. Recupero che prosegue anche ora (+ 19,3% le vendite oltreconfine nel primo trimestre) e che porta ogni settore rappresentato, con l’eccezione della moda, oltre i valori pre- crisi.
Rimbalzo superiore a quanto accade in Germania e che poggia su ragioni in parte “antiche,” guidato dai punti di forza consolidati dei distretti. Che rispetto al resto dell’economia si confermano ad esempio aree più internazionalizzate ( con un numero maggiore di partecipate estere e una quota superiore di esportatori) e innovative, con 71 brevetti ogni 100 imprese, 20 in più rispetto alle aree non distrettuali. Vantaggi che nel momento in cui le supply chain “lunghe” entrano in crisi si arricchiscono della fornitura di prossimità, rete che vale in media una trentina di aziende, poste in un raggio di poco più di 100 chilometri.
Crescita che prosegue ( nel 2022, pur tra mille complessità, si punta ancora ad un progresso dei ricavi a doppia cifra, spiega il capo economista Gregorio De Felice) ma che deve ora confrontarsi con un quadro macro più complesso e incerto. Tra prezzi delle commodity e dell’energia fuori controllo, crisi della supply chain, minore dinamica attesa per consumi e investimenti in Europa e chiusura di alcuni mercati, con Russia e Ucraina a sottrarre ai distretti 3,2 miliardi di potenziali vendite, il 2,4% del totale.
Shock a cui le imprese reagiscono con varie strategie, modificando ad esempio i listini ma andando anche a rivedere i processi per ridurre i consumi. Mentre in parallelo il “mantra” del just in time viene oscurato dalla necessità di irrobustire i magazzini e le scelte di approvvigionamento tornano parzialmente in discussione, a favore di una localizzazione di prossimità, se non nazionale almeno europea. « Abbiamo un’Italia fantastica - spiega il presidente di Intesa SanPaolo Gian Maria Gros- Pietro - fatta di unità produttive con grandi competenze, capacità d’innovazione che costituiscono un motore che può portare avanti l’Italia. Noi abbiamo di fronte dei cambiamenti molto forti, molto vasti e bisogna prepararsi per vivere questi processi evolutivi. E qui viene fuori un’immagine di imprese, soprattutto dei distretti, già capaci di crescere e innovarsi » .
Sfide attuali che richiedono tuttavia da parte delle imprese un passo avanti non banale: l’assetto distrettuale - evidenzia il rapporto - potrà continuare ad essere fattore di competitività solo se gli attori che lo compongono sapranno accelerare gli investimenti in innovazione e tecnologie green, consolidare le proprie dimensioni, spingere su formazione e inserimento in azienda di nuove competenze. Necessità che emergono guardando ad esempio agli investimenti 4.0, in accelerazione a partire dal 2017 ma soprattutto tra le aziende medio- grandi. Nel legno arredo inoltre, altro esempio di miglioramento possibile, nell'ultimo triennio solo poco meno di un'impresa su tre ha acquistato macchinari efficienti che riducono il consumo energetico. « I nuovi percorsi di transizione energetica e tecnologica sono inevitabili - aggiunge Gros- Pietro - ma le nostre aziende sono in grado di intercettarli. Per cogliere le opportunità occorre però rilanciare gli investimenti. Percorso che Intesa Sanpaolo ha deciso di agevolare, mettendo a disposizione delle aziende nell’ambito del Pnrr fondi per 400 miliardi. E nei primi cinque mesi dell’anno abbiamo erogato 15 miliardi di credito a medio- lungo termine alle Pmi: la liquidità, oggi, non è affatto un problema » .
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CHILOMETRO ZERO
In media sono una trentina i fornitori di ciascuna realtà, in un raggio poco oltre i 100 chilometri
ANCORA AVANTI
Dal 2020 noi meglio della Germania: la previsione è di un progresso dei ricavi 2022 a doppia cifra
PROSPETTIVE Pronte a reagire con varie strategie al quadro macro più complesso e incerto ‘