Il Sole 24 Ore

Mind, la smart city prende forma

I terreni che sette anni fa ospitarono l’Expo sono in piena trasformaz­ione: lo Human Technopole è operativo da tempo, in settembre aprirà al pubblico l’ospedale Galeazzi e anche i progetti privati affidati a LendLease stanno decollando

- Giovanna Mancini

Se fino a un anno fa era ancora una « città delle gru » , oggi Mind, il Distretto dell’innovazion­e di Milano che sta nascendo sui terreni che sette anni fa hanno ospitato Expo 2015, sta prendendo rapidament­e la forma e la sostanza di una « città del futuro » . Un luogo dove ogni giorno arrivano già oggi circa 2mila persone per lavorare e fare ricerca, spiega Igor De Biasio, amministra­tore delegato di Arexpo, la società a controllo pubblico che di quei terreni è proprietar­ia e che ha affidato al gruppo australian­o LendLease ( con una concession­e di 99 anni) lo sviluppo e al gestione della parte privata del progetto.

« Molti degli obiettivi che ci eravamo dati e che avevamo sinora espresso soprattutt­o come concetti, ora stanno prendendo forma concreta » , precisa De Biasio. Lo Human Technopole, il polo di ricerca sulle scienze della vita e la medicina di precisione attorno a cui è nato il progetto complessiv­o di Mind, è operativo ormai da due anni e conta oggi oltre 300 ricercator­i in attività, che nel 2025 saliranno a 1.200. L’ospedale Galeazzi è terminato e aprirà a settembre, portando altre 6- 7mila persone al giorno nell’area. E in attesa che partano i lavori per il nuovo Campus dell’Università Statale ( ultimo dei tre soggetti pubblici all’interno di Mind, che sarà pronto nel 2025), anche la parte privata del distretto – quella affidata a LendLease – sta prendendo rapidament­e forma. « È un luogo vivo e in piena attività – spiega De Biasio –. Siamo ancora lontani dal traguardo delle 70mila persone che prevediamo frequenter­anno l’area nel 2029, quando tutte le funzioni pubbliche e private saranno a regime, ma siamo a buon punto e stiamo rispettand­o la tabella di marcia, cosa niente affatto scontata se si pensa che in mezzo c’è stata la pandemia, che comunque non ha fermato il progetto e i cantieri » .

Anzi, uno degli “pezzi” più significat­ivi, il Mind Village che oggi ospita una decina di aziende oltre al personale di molte altre imprese e start up che portano avanti progetti condivisi con le realtà già presenti, è stato annunciato nel maggio del 2020, realizzato e commercial­izzato in questi due anni e oggi è sostanzial­mente al compketo, spiega Stefano Minini, project director Mind di LendLease.

I due grandi filoni tematici attorno a cui si sviluppa il progetto Mind sono le scienze della vita e la città del futuro. Entrambi sono oggetto delle ricerche e delle tecnologie che in questo distretto prendono forma o trovano applicazio­ne. « Il nostro obiettivo è creare un luogo dell’innovazion­e e una comunità di innovatori che qui possa trovare tutte le condizioni per sviluppare i propri progetti – spiega Minini –. Perciò abbiamo promosso una Federated Innovation che aggrega oggi 36 aziende, tra cui E. ON, Novartis, AstraZenec­a o Bracco, che dialogano tra loro, con lo Human Technopole o con gli altri tenant del distretto » . Dentro Mind nascono contaminaz­ioni che creano nuove soluzioni e prodotti, come E4Shield, la tecnologia presentata lunedì scorso dalla stessa LendLease con Elettronic­a ( anch’essa tra le imprese della Federated innovation), che l’ha sviluppata. Si tratta di un sistema di protezione da inserire negli edifici, in grado di inattivare il Coronaviru­s e le sue varianti Wuhan, Delta e Omicron, programmab­ile in futuro per contrastar­e nuovi agenti patogeni.

E se il contenuto di questa piccola smart city alle porte di Milano si sta delineando con contorni sempre più precisi, anche il contenitor­e, per così dire, non è da meno. « Una comunità di innovatori deve potersi percepire come tale – aggiunge Minini –. Deve poter investire nelle interazion­i e avere un sistema di obiettivi strategici comuni, quali la decarboniz­zazione, l’inclusivit­à, lo sviluppo di nuova tecnologia e nuova conoscenza » . Tra gli obiettivi di LendLease c’è appunto la decarboniz­zazione del distretto: le emissioni nette di carbonio saranno azzerate entro il 2025, mentre al 2040 l’obiettivo è azzerare le emissioni di carbonio senza compensazi­oni. « È una sfida importante – dice Minini – che possiamo vincere solo attraverso collaboraz­ioni con partner specializz­ati e qualificat­i, in questo caso E. ON, con il quale abbiamo siglato una joint venture per dotare tutti gli edifici del distretto di un sistema di riscaldame­nto e raffrescam­ento “zero- carbon”, attraverso la tecnologia Ectogrid » ( si veda l’articolo sotto). Mind è dunque anche un luogo di sperimenta­zione e applicazio­ne su larga scala di soluzioni avanzate per la transizion­e energetica.

Finora il lavoro di Arexpo e LendLease è stato principalm­ente quello di far incontrare e dialogare una serie di soggetti in grado di costituire questo ecosistema dell’innovazion­e. « L’intuizione che si è rivelata giusta è stata quella di voler popolare da subito l’area, attraendo imprese pubbliche e private per fare ricerca » , osserva De Biasio. Molte di queste sono destinate a rimanere, avendo già firmato con LendLease contratti di locazione a lungo termine. « Attraverso la porta della Federated Innovation, progressiv­amente sono arrivate a occupare chi un desk, chi il piano di un edificio, chi solo a fare ricerca – dice Minini –. Il Village, ottenuto con la ristruttur­azione di alcuni edifici di Expo, è il luogo fisico dove questo sta avvenendo, ma nel frattempo stiamo costruendo il West Gate, che sarà consegnato a metà del 2024 e costituirà il distretto vero e proprio, con edifici residenzia­li, un albergo e diverse funzioni » .

‘ De Biasio ( Arexpo): un luogo vivo e in attività. Minini ( LendLease): sta nascendo una comunità degli innovatori

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Zero- Carbon. Il distretto dell’innovazion­e sarà a zero emissioni nette di carbonio entro il 2025, mentre per il 2040 l’obiettivo è azzerare le emissioni di carbonio senza compensazi­oni

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