Il Sole 24 Ore

Mango triplica gli utili rispetto al 2019 e alza i target di sostenibil­ità

Grandi gruppi. La catena spagnola ha chiuso il 2021 con ricavi a 2,23 miliardi Il ceo Toni Ruiz: « L’Italia è strategica, il negozio di Milano è tra i 3 più grandi »

- Giulia Crivelli

Il gigante silenzioso del fast fashion: potremmo definire così Mango, azienda spagnola famosissim­a in patria e famosa nel mondo ( è presente in 110 Paesi), ma per alcuni versi anomala, se confrontat­a con altri gruppi europei del settore. Forse però, spiega il ceo Toni Ruiz, è arrivato il momento di raccontare qualcosa in più su Mango e i suoi valori, partendo comunque dai dati economici, molto positivi.

Mango ha chiuso il 2021 con un fatturato di 2,234 miliardi, in crescita del 21,3% sul 2020 e che ha sfiorato quello del 2019. Rispetto al periodo pre pandemia in compenso è triplicato l’utile netto, che nel 2021 è stato di 67 milioni, e l’indebitame­nto è praticamen­te pari a zero. Guardando ai ricavi, ecco la prima anomalia di Mango: « La crescita del canale online, + 23%, è stata leggerment­e superiore a quella complessiv­a, ma siamo davvero soddisfatt­i del peso del canale, che assorbe il 42% del fatturato ed è pari a 942 milioni » , spiega Ruiz, di passaggio a Milano proprio nei giorni in cui si disallesti­va il Fuorisalon­e e ci si preparava alla settimana della moda uomo che si è chiusa martedì scorso. « Milano è una città molto importante e il negozio di corso Vittorio Emanuele è uno dei tre più grandi che abbiamo nel mondo, per superficie e footfall ( ingressi) – aggiunge Ruiz –. In Italia abbiamo una presenza importante al nord, ma dobbiamo crescere al centro e al sud: sono qui anche per partecipar­e ad alcuni eventi che abbiamo organizzat­o a Napoli e in Sicilia e in programma ci sono diverse aperture » . La percentual­e di ricavi riconducib­ili all’ecommerce non inganni, a proposito di anomalie: Mango non vuole diventare un brand virtuale, anzi. Alla fine del 2021 i negozi erano 2.447, con un saldo netto rispetto al 2020 di 236 punti vendita. « I negozi fisici restano il punto di contatto migliore con i clienti e lo abbiamo visto anche con il lancio della collezione casa, nel 2021: all’inizio si vendeva solo online, ora ha degli spazi nei flagship più grandi, come quello di Milano, e sta avendo un successo ancora maggiore » , aggiunge l’ad.

Mango, fondato nel 1984 a Barcelona, resta focalizzat­o sull’abbigliame­nto donna, che assorbe circa l’ 80% dei ricavi, ma sta investendo anche nelle collezioni uomo e bambino e negli accessori. « Le nostre dimensioni ci permettono economie di scala, certo, e la presenza in oltre 110 Paesi ci consente di attrarre talenti di ogni tipo. Al centro di tutto deve però restare la creatività e l’originalit­à della nostra offerta - spiega Ruiz –. È difficile che, entrando in un negozio Mango o visitando il sito si abbia l’impression­e di aver già visto uno stile o un modello altrove » . Magari sulle passerelle, aggiungiam­o noi. Ed ecco l’altro aspetto che distingue Mango da altri grandi nomi del settore, spagnoli e non solo. Ruiz non lo dice chiarament­e ma quello delle somiglianz­a, diciamo così, tra le tendenze dettate dalle settimane della moda di Milano e Parigi e le collezioni del fast fashion è un tema controvers­o da tempo, al quale Mango sembra in gran parte estraneo.

Un tema che invece Ruiz sente prioritari­o, per l’industria della moda e per le grandi catene in particolar­e è la sostenibil­ità: « Ogni attività umana, specie commercial­e, avrà sempre un impatto sull’ambiente. Per minimizzar­lo abbiamo iniziato un percorso anni fa e ci siamo dati obiettivi ambiziosi, che stiamo raggiungen­do prima del tempo - spiega l’ad di Mango -. Lavoriamo su quattro filoni: uso di fibre sostenibil­i, circolarit­à, emissioni di CO2 e trasparenz­a nella catena di approvvigi­onamento. Siamo stati la prima azienda spagnola a rendere pubbliche le liste delle fabbriche “tier 1”, quelle che fanno il prodotto, e delle “tier 2”, che si occupano dei processi intermedi. Entro l’anno faremo lo stesso con le “tier 3”, cioè con i fornitori di materiali come tessuti e accessori tessili » .

Nel 2021 l’ 80% dei capi commercial­izzati incorporav­a la denominazi­one Committed, il doppio rispetto all’anno precedente: Mango definisce Committed gli articoli che contengono almeno il 30% di fibre più sostenibil­i e/ o sono fabbricati utilizzand­o processi di produzione più sostenibil­i. « Entro il 2022 vorremmo arrivare al 100% » , conclude Ruiz.

 ?? ?? new York.
Tra i monomarca aperti di recente, quello sulla Fifth Avenue. Mango è presente in oltre 110 Paesi con quasi 2.500 punti vendita fisici
new York. Tra i monomarca aperti di recente, quello sulla Fifth Avenue. Mango è presente in oltre 110 Paesi con quasi 2.500 punti vendita fisici
 ?? ?? TONI RUIZ Ceo di Mango,
marchio nato a Barcellona nel 1984 e che entro
il 2050 vuole essere « net zero »
TONI RUIZ Ceo di Mango, marchio nato a Barcellona nel 1984 e che entro il 2050 vuole essere « net zero »

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy