De Nora va avanti: ordini già coperti
Il Cfo Lodrini: « La solidità della nostra storia e i nostri progetti sono apprezzati »
La parola d’ordine è « fiducia » , dettata dal fatto che De Nora « è al centro della rivoluzione industriale dell’idrogeno verde, ha registrato un livello fenomenale di crescita in questi anni e un primo trimestre straordinario » . Con queste parole l’amministratore delegato Paolo Dellachà ha presentato ieri l’Ipo della multinazionale italiana specializzata in tecnologie sostenibili che, incassato l’ok di Consob e Borsa Italiana, a ieri sera risultava ormai in dirittura d’arrivo.
Dopo essere stato aperto mercoledì il book degli ordini, come riportato da Radiocor, sarebbe ormai coperto e l’operazione – salvo colpi di scena dell’ultima ora – ormai prossima a concludersi, con lo sbarco a Piazza Affari previsto per metà della prossima settimana. Qualche incertezza resterebbe ancora sui tempi perchè l’Offerta potrebbe anche essere chiusa in anticipo oggi ( anziché come previsto lunedì 27 giugno): in questo caso già stasera potrebbe essere diffuso il prezzo definitivo. Prezzo che spaziava in una forchetta tra 13,5 euro a 16,5 euro ( per una capitalizzazione finale tra 2,72 e 3,28 miliardi): resta da vedere in che area si sono concentrati gli ordini, anche se – più in generale – la presenza di “cornerstone investors” come la San Quirico dei Garrone- Mondini e 7- Industries Holding ha giocato un ruolo rilevante, visto che sottoscriveranno il 38% dell’Offerta.
Del resto il momento sui mercati non è dei migliori, ma il management di De Nora ha rivendicato la leadership globale dell’azienda in vari settori ( dagli elettrodi al trattamento delle acque, in particolare delle piscine, per arrivare all’idrogeno verde), l’andamento brillante del business e la visione di lungo periodo dei suoi soci. « Ci stiamo lavorando da oltre un anno, la solidità della nostra storia e i nostri progetti sono apprezzati dagli investitori » , ha chiarito il Cfo, Matteo Lodrini. Proprio questa Ipo, ha fatto notare, « ci consentirà di aspirare in futuro a una M& A di grandi dimensioni » . A supporto di una quotazione che vedrà la famiglia De Nora restare in maggioranza, Snam con una quota rilevante ( stimata del 25%) e un flottante di circa il 20%, il management ha illustrato sia la dividend policy – « distribuiremo il 25% dei profitti » – sia i numeri del primo trimestre: un fatturato di 200 milioni (+ 79,8% sull’anno scorso), un aumento della redditività a 55 milioni e un backlog cresciuto del 12% a 613 milioni, a fronte di una posizione finanziaria netta di 196,5 milioni, 1,2 volte l’Ebitda. Un numero, quest’ultimo, inferiore alla media del settore della transizione energetica, anche se in realtà De Nora è un’azienda diversificata e difficilmente paragonabile sul mercato: ragionamento applicabile anche per un altro multiplo, questo invece ben più rotondo, relativo al rapporto tra valore d’impresa ed Ebitda 2021, pari a 26 volte, nonostante le ambizioni sulla valorizzazione dell’azienda siano state un po’ ridimensionate rispetto a qualche mese fa. « Siamo la “Intel inside” dei nostri clienti, le nostre tecnologie sono fattori abilitanti delle loro performance » , ha sintetizzato Dellachà, ribadendo che sull’idrogeno verde De Nora ha « la tecnologia più performante » , che le ha permesso di accumulare un portafoglio ordini di oltre 2,5 GW.
Infine le partnership, « in cui crediamo molto, sia con ThyssenKrupp in Nucera, sia con Snam, che è un alleato strategico con cui stiamo portando avanti progetti importanti, tra cui la prima gigafactory italiana a idrogeno verde prevista dal Pnrr: speriamo di poterla fare molto presto, vicino a Milano » , ha precisato Dellachà. Per quanto riguarda invece l’ingresso nel capitale della San Quirico dei GarroneMondini, l’ad ha fatto notare che per il momento l’investimento della holding è solo di natura finanziaria ma in futuro, dato il loro ruolo di azionisti di riferimento in Erg, non sono da escludere collaborazioni con quest’ultima.