Generali, il doppio parere sullo statuto che prova a dribblare il caso Cirinà
La palla è tornata nelle mani del comitato nomine. La delicata questione della sostituzione di Francesco Gaetano Caltagirone nel consiglio di amministrazione delle Generali, dopo il nulla di fatto del cda tenuto mercoledì 22 giugno, è nuovamente sul tavolo dell’organo endoconsiliare. Che però, secondo fonti vicine al Leone, ora saprebbe esattamente come muoversi, grazie a un paio di pareri legali a cui la compagnia ha deciso di affidarsi. Ma che cosa dicono? L’articolo che disciplina la sostituzione di un candidato può avere due differenti tipi di interpretazione: una sistematica e l’altra letterale. Ed è la seconda quella alla quale il gruppo ha deciso di dare retta. In particolare, i pareri sostengono che venendo meno il verificarsi di quanto previsto dall’articolo 28.13 lettera i, ossia la sostituzione automatica dell’imprenditore con il primo candidato della lista di minoranza che sia eleggibile, che si renda disponibile e che sia del medesimo genere, scatta l’articolo 28.13 lettera ii. Dunque ci si deve rifare alle « vigenti disposizioni di legge » . Disposizioni che nel caso specifico impongono solo che vengano rispettate le norme in termini di rappresentanza di genere. L’esito dunque potrebbe essere che, sulla carta, i potenziali candidati a sostituire Caltagirone non siano solo i tre nomi fin qui circolati, ossia Stefano Marsaglia, Alberto Cribiore e Andrea Scrosati, ma anche tutte le altre donne a suo tempo presenti nell’elenco e dunque Maria Varsellona, Paola Schwizer, Nicoletta Montella e Patrizia Michela Giangualano. A tutti loro, dunque, verrà chiesta la disponibilità a far parte del cda di Trieste. Non ci si rivolgerà invece a Luciano Cirinà, ex manager del gruppo ora in conflitto con la compagnia, perché ritenuto divisivo e non idoneo. Una scelta che evidentemente si scontra con quello che vuole la minoranza. Che si appella invece a un’interpretazione sistematica dello statuto, che in quanto tale prevede che vengano tenute in debita considerazione le prassi. E una prassi consolidata, nonché spesso consigliata, è ovviamente sondare in maniera progressiva i candidati della lista: dunque dopo il no di Roberta Neri e di Claudio Costamagna toccherebbe a Cirinà. Da qui non si scampa. Anche se i pareri raccolti da Generali sottolineano che lì dove si è voluto applicare il principio dello “scorrimento”, la cosa è stata chiaramente esplicitata nello statuto come nell’articolo 28.10 lettera f. Il rischio che tutto finisca in uno scontro legale resta alto. ( L. G.)