« Da energia, inflazione e tassi non solo rischi per il nostro Paese »
Oltre 50 ad di aziende italiane a confronto con 180 investitori in Mediobanca
Transizione energetica e ripensamento geopolitico dell’Europa che, in attesa di una compiuta autonomia, può puntare sul Nord Africa. Tensioni sui prezzi dell’energia, e delle materie prime in generale ( anche alimentari), con ricadute sull’inflazione e sui tassi di interesse. E infine le ripercussioni sulle banche e sulle loro prospettive di redditività.
Sono questi alcuni dei principali temi affrontati nel corso della ottava edizione della Italian Ceo Conference, organizzata il 21 e 22 giugno da Mediobanca mettendo a confronto a porte chiuse ( ma quest’anno di nuovo in presenza) oltre 50 ceo di aziende italiane quotate e più di 180 investitori italiani e stranieri appartenenti alle principali case di investimento.
Già in apertura dei lavori il ceo di Mediobanca Alberto Nagel ha posto l’accento sul tema della transizione energetica, soffermandosi sull’Italia e in particolare sul ruolo che il Meridione del Paese può avere. « Il Sud Italia dispone di molteplici fonti di energia rinnovabile, di una posizione geografica che gli consente di trasformarsi in un hub del gas naturale oggi e dell’idrogeno domani per il Nord Europa, base ideale per i business e le start- up innovative – ha detto Nagel – e con specifico riferimento all’energia verde il Sud del Paese può diventare un punto di riferimento per l’energia fotovoltaica, eolica e geotermica » .
I temi dell’energia e delle infrastrutture ( anche digitali) hanno dominato la seconda giornata della conference, in cui sono intervenuti il presidente dell’Arera Stefano Besseghini e i ceo Claudio Descalzi ( Eni), Stefano Venier ( Snam), Stefano Donnarumma ( Terna) e Giovanni Ferigo ( Inwit). « Dai vari interventi è emersa la necessità per l’Europa di mettere con urgenza al centro del dibattito l’esigenza di aumentare la sicurezza dell’offerta di energia – spiega Javier Suarez, co- head equity research di Mediobanca – e questo comporta lo sviluppo di quantità significative di risorse energetiche interne » . Ma per gestire la transizione, resa più complicata dalle tensioni con la Russia, è emerso come l’Europa dovrà affrontare con realpolitik una rivisitazione della geopolitica.
« L’Africa del Nord e le aree vicine al Mediterraneo possono essere decisive per aiutarci a gestire la transizione – sintetizza Suarez – e in questo contesto l’Italia può avere un ruolo significativo nel collegare Sud ed Est Europa. Un corretto utilizzo del Recovery Plan Ue rappresenta in questo senso una opportunità storica » .
Intanto l’aumento dell’inflazione sta portando all’aumento dei tassi di interesse da parte della Bce. L’impat
« Per una transizione energetica ordinata serve un’alleanza Ue- Nord Africa »
to del nuovo scenario macro è stato dibattuto nel corso della prima giornata della conference. Oltre all’intervento pubblico del numero uno della Vigilanza Bce Andrea Enria, si sono confrontati con gli investitori il ceo di UniCredit Andrea Orcel e il cfo di IntesaSanpaolo Stefano Del Punta.
« Il dibattito in corso tra gli investitori è sui benefici che le banche avranno in termini di margine di interesse dal rialzo dei tassi e i rischi che da esso derivano – spiega Andrea Filtri, co- head equity research di Mediobanca – a partire dall’impatto sul rallentamento dell’economia. Ma conteranno anche le possibili ricadute negative sulle commissioni da prodotti di risparmio, l’impatto dell’inflazione sui costi del personale e in caso di frenata economica la risalita degli Npl. Il vero grande interrogativo al momento per le banche, soprattutto italiane, è però il ventilato scudo anti- frammentazione di Bce cui dovrebbe essere affidato il compito di contenere il rischio sovrano » .
Denso di novità anche il dibattito sull’euro digitale tra Andrea Pinna, Team Lead Digital Euro di Bce, e Pietro Sella, presidente del Comitato Tecnico e Innovazione dell’Abi. « La sensazione è che il digital euro non sia più un’ipotesi ma una realtà e che l’ipotesi di lavoro è realizzarlo senza bypassare le banche – sintetizza Filtri – Da quelle italiane è emerso che una valuta programmabile possa essere più un’opportunità che un rischio per il settore, che intravede il nascere di nuove linee di business » .