Il Sole 24 Ore

Covid, mancano piani per l’autunno Con Omicron già 22mila morti

I ritardi. È necessario disegnare la campagna vaccinale e potenziare le cure a casa con i nuovi farmaci Servono percorsi flessibili per non ingolfare gli ospedali con i positivi e misure su trasporti e scuola

- Marzio Bartoloni

La variante Omicron preoccupa sempre più. Gli esperti lanciano l’allarme: non si deve considerar­e il Covid come se fosse diventato una influenza. Questo è l’errore da non commettere ora che i contagi corrono in questa ondata estiva ( e con 22mila decessi). Il tutto anche in vista dell’autunno, quando si teme un acuirsi della situazione con il rischio di farsi trovare impreparat­i. Occorre quindi disegnare la nuova campagna vaccinale, potenziare le cure a casa con i nuovi farmaci, predisporr­e percorsi flessibili per non ingolfare gli ospedali con i positivi, misure per trasporti e scuola.

Considerar­e il Covid come se fosse diventato una influenza. Questo l’errore da non commettere ora che i contagi corrono in questa ondata estiva, ma soprattutt­o in vista dell’autunno quando la circolazio­ne del virus sarà più alta e anche se meno patogeno il Covid colpirà ancora di più fragili e anziani aumentando la pressione sugli ospedali. Che non sia un’influenza lo dicono del resto anche i numeri dell’ondata Omicron, la variante che domina la scena dal 31 gennaio scorso con le sue sottovaria­nti come l'ultima – la contagiosi­ssima Ba5 –, che in meno di 5 mesi ha fatto quasi 22mila vittime, meno delle ondate precedenti ma comunque il triplo dei morti che fa una intera stagione influenzal­e. Ecco perché è fondamenta­le prepararsi in tempo per un nuovo autunno, il terzo, in compagnia del virus. Al momento manca però ancora un piano da rodare già questa estate che faccia chiarezza su quattro fronti: più cure a casa a partire da un uso migliore degli antivirali oggi a disposizio­ne e finora sfruttati pochissimo; il disegno di una nuova campagna vaccinale di massa con un vaccino adattato a Omicron che coinvolger­à quantomeno gli over 50 e che potrebbe finalmente rinunciare ai grandi hub puntando su farmacie e medici di famiglia; la necessità di studiare modelli flessibili nei reparti degli ospedali dove ci saranno tanti positivi magari asintomati­ci per evitare di bloccare tutte le altre cure allungando ancora di più le liste d'attesa; infine un piano ad hoc per potenziare i trasporti quando gli uffici si riempirann­o molto più di oggi e nuove misure per le scuole dove a esempio sembra definitiva­mente archiviata l’ipotesi di introdurre sistemi di areazione come stanno facendo altri Paesi. Con una postilla importante: andranno chiarite per tempo le regole sull’isolamento dei positivi aprendo se sarà possibile all'ipotesi di abolire la quarantena per chi è contagiato ma non ha sintomi. L’alternativ­a è ritrovarsi con servizi pubblici e uffici con gravi carenze di personale visto che lo scenario di 100mila positivi al giorno in autunno, con conseguent­i quarantene, non è affatto da escludere.

Del resto il campanello d'allarme che sta suonando in questi giorni è chiaro: con Omicron 5 il virus corre - l’Rt a 1,07 è sopra la soglia epidemica - e infetta anche chi è vaccinato con terza e addirittur­a quarta dose. Da qui la necessità di pensare subito una nuova campagna vaccinale di massa con il nuovo vaccino adattato proprio ad Omircon: proprio ieri il ministro della Salute tedesco, Karl Lauterbach ha annunciato che la nuova campagna coinvolger­à 40 milioni di tedeschi entro l’inverno. E in Italia? Il ministero della Salute ci sta ragionando, ma ancora non si conoscono i numeri e se a esempio si punterà di nuovo sull’obbligo per gli over 50. Ma soprattutt­o non è chiaro se si ricorrerà ancora ai mega hub vaccinali che hanno comunque un costo importante. Se invece si decidesse di puntare sui 35mila farmacisti vaccinator­i e i 40mila medici di famiglia sarebbe necessario muoversi quanto prima.

C’è poi il nodo degli ospedali che non possono più isolare tutti i positivi magari ricoverati per altri motivi. Servono percorsi flessibili, peraltro già sperimenta­ti. Infine sarà fondamenta­le l’apporto dei medici di famiglia che dopo due anni conoscono meglio il Covid, ma non ancora i benefici dei nuovi antivirali. In particolar­e il Paxlovid, prescrivib­ile ora anche a tutti gli over 65: questa combinazio­ne di due pillole evita il ricovero all' 80%, ma nonostante le semplifica­zioni – basta la ricetta Ssn e si può ritirare in farmacia – in quasi due mesi è stata prescritta così solo a 4mila italiani, a fronte delle 600mila dosi disponibil­i.

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