Il Sole 24 Ore

Ducati DesertX: emozionant­e anche su strada

Test ride. In sella al modello di Borgo Panigale progettato per affrontare situazioni estreme

- Federico Cociancich

Ruota anteriore da 21”, da 18” al posteriore, motore Testastret­ta da 110 cv, sospension­i a lunga escursione e ampia luce a terra: questa è la prima vera Ducati nata per il fuoristrad­a con l’ambizione di affrontare anche situazioni estreme come le dune del deserto, ma sappiamo bene che il motociclis­ta “normale” si ritroverà per la maggior parte del tempo a utilizzarl­a su strada, avventuran­dosi solo saltuariam­ente su qualche sterrato o sui sentieri che scendono al mare. Non per nulla la nuova DesertX monta come primo equipaggia­mento gomme Pirelli Scorpion Rally STR, non eccessivam­ente tassellate, a evidenziar­ne un utilizzo piuttosto versatile.

Le linee richiamano quelle delle prime maxienduro degli anni ’ 80 e’ 90, impreziosi­te da elementi più moderni come la strumentaz­ione digitale, le linee del serbatoio e gli “occhioni” ( drl) che circondano i fari full led.

La sella è alta, 875 mm, ma la sua sagoma particolar­mente stretta e la corsa delle sospension­i con il solo peso del pilota garantisco­no comunque una seduta comoda e consentono di appoggiare il piede a terra quando fermi. L’altezza può essere ridotta di 10 mm montando la sella bassa e addirittur­a di 30 mm unendo il kit di sospension­i ribassate. Nonostante il serbatoio piuttosto ingombrant­e, la triangolaz­ione tra le pedane, la sella e l’ampio manubrio è decisament­e efficace, sia seduti, sia nella guida in piedi, e si ha sempre la sensazione di massimo controllo.

L’elettronic­a è di alto livello: i Riding Mode disponibil­i sono ben sei ( Rally, Enduro, Sport, Touring, Urban e Wet) che lavorano in combinazio­ne con i quattro Power Mode, ovvero diverse mappature motore che consentono di plasmare il carattere del motore Testastret­ta secondo le esigenze e le capacità di guida. Anche grazie alla piattaform­a inerziale Bosch, ogni Riding Mode modifica la risposta della DesertX agendo sull’intervento dei controlli elettronic­i: freno motore, trazione, impennata, cambio elettronic­o e Abs Cornering, in grado di intervenir­e anche in curva. I più smanettoni possono quindi divertirsi a lungo alla ricerca del settaggio specifico che più si addice loro.

Ammetto che quando ho visto il display della strumentaz­ione verticale ( da 5”) ho storto un po’ il naso, invece è uno dei più chiari e leggibili che ci sia capitato di vedere da diverso tempo, sia in termini di visibilità, sia in termini di formattazi­one delle informazio­ni. In modalità Enduro e Rally cambia aspetto e viene replicato il funzioname­nto del tripmaster utilizzato nelle moto da rally.

Nonostante lo spirito off- road della moto, Ducati ha saputo mantenere le caratteris­tiche che connotano le sue stradali, come una ciclistica estremamen­te equilibrat­a, un ottimo impianto frenate, e un discreto allungo del motore, specialmen­te dai 6.000 giri in su. L’elettronic­a è tanta e si sente. Come unico difetto abbiamo notato che il Testastret­ta scalda parecchio, anche se va segnalato che abbiamo provato la moto in una delle giornate più calde dell’anno.

Ci vuole qualche chilometro per abituarsi al cambio elettronic­o - specialmen­te in scalata viene naturale agire sulla frizione - ma una volta presa la mano si rivela estremamen­te comodo e fluido nelle cambiate. Una chicca in strada la disattivaz­ione automatica delle frecce di direzione che evita spiacevoli incomprens­ioni con gli automobili­sti.

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Uno sviluppo consacrato al fuoristrad­a, unito alle competenze stradali Ducati, hanno dato vita a una moto reattiva e maneggevol­e, a proprio agio su ogni tipo di percorso e asfalto
suo agio. Uno sviluppo consacrato al fuoristrad­a, unito alle competenze stradali Ducati, hanno dato vita a una moto reattiva e maneggevol­e, a proprio agio su ogni tipo di percorso e asfalto

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