Loacker: 60 milioni investiti sulla sostenibilità della filiera
Made in Italy. Un accordo con Bonifiche Ferraresi per la coltivazione di nocciole è solo uno dei progetti che l’azienda altoatesina sta portando avanti per il controllo sugli ingredienti, a partire da latte e cacao
Quasi sessanta milioni investiti sulla sostenibilità della filiera, dal latte altoatesino al cacao africano, passando per le nocciole made in Italy. È la quantificazione dell’impegno di Loacker che si ottiene mettendo in fila alcuni progetti portati avanti negli ultimi anni.
L’ultima iniziativa in ordine di tempo è l’annuncio di una partnership con Bonifiche Ferraresi per la coltivazione di nocciole 100% made in Italy. L’obiettivo è sviluppare nei prossimi anni un polo produttivo ecosostenibile. A Cortona ( Perugia) saranno dedicati a questa coltivazione 300 ettari di terreni ( di cui 33 già piantumati). E ulteriori cento ettari saranno sviluppati a Jolanda di Savoia ( Ferrara), sede storica del Gruppo BF. Dal punto di vista societario il legame tra le due aziende prevede l’acquisizione, da parte di Leb srl ( Loacker) di una quota pari allo 0,625% del capitale di BF Spa.
Un’operazione che si inserisce nel progetto “Noccioleti Italiani” portato avanti da Loacker: « Utilizziamo solo nocciole italiane, i progetti sulla filiera vanno avanti ormai dal 2014 e solo negli ultimi 5 - 6 anni abbiamo investito 12 milioni – racconta Ulrich Zuenelli, executive chairman di Loacker –. Oltre ai 250 ettari di noccioleti di proprietà soprattutto in provincia di Grosseto e di Siena, stiamo cercando di coinvolgere il più possibile altri coltivatori grazie alla stipula di contratti di fornitura a lungo termine e complessivamente abbiamo oltre mille ettari sotto contratto. Ovviamente pretendiamo e controlliamo che siano rispettati elevati standard di sostenibilità e qualità: le nocciole sono fondamentali per la produzione dei nostri prodotti di punta come il wafer Napolitaner e la Tortina Originale: nella loro crema di farcitura c’è oltre il 30% di nocciole » .
Altro ingrediente fondamentale è il latte e in questo caso Loacker ha deciso di investire sul territorio altoatesino con attenzione quindi anche alle ricadute in termini economici e sociali sulla comunità locale. « L’accordo con la Brimi di Bressanone che raccoglie il latte Ogm free delle nostre valli – dice Zuenelli – si può quantificare in un investimento di 38 milioni, dove è stata fondamentale la realizzazione dello stabilimento di Vandoies per ottenere il siero di latte in polvere e del latte scremato per le nostre creme: con le 15mila tonnellate prodotte copriamo più del nostro fabbisogno, tanto che l’eccesso va sul mercato. Oppure è utile per nuovi sbocchi come per esempio nella partenership avviata nei gelati con Sammontana » .
Non possono infine mancare la vaniglia e il cacao: dal 2018 per la verticalizzazione della filiera sono stati investiti rispettivamente 300mila euro e 6 milioni di euro. « Puntiamo sulle cooperative locali ed entro il 2031 vogliamo arrivare ad approvvigionarci esclusivamente con questo canale, ad esempio in Ecuador, Costa d'Avorio e Madacascar, realizzando anche progetti a vantaggio delle comunità coinvolte – continua Zuenelli – . Investiremo poi anche nel frumento e nel cocco per migliorare ancor più i nostri prodotti, che conterranno sempre più ingredienti di qualità e meno zucchero » .
Oltre che rivolto alla filiera l’impegno è anche sul packaging: « Ad esempio nel 2021 abbiamo diminuito del 15% la plastica negli imballaggi – aggiunge Zuenelli – e più in generale portiamo avanti iniziative su tutti gli aspetti della sostenibilità » .
Loacker, secondo produttore mondiale di wafer, nel 2021 ha raggiunto un fatturato di 373 milioni, in crescita del 9% sull’anno precedente. Non sarà facile però mantenere la marginalità nel futuro prossimo: « I costi sono aumentanti in media del 45% – conclude Zuenelli – non si può compensare solo con un aumento della produttività: il rialzo dei listini è inevitabile » .