Il Sole 24 Ore

Ita, ultimatum dal Tesoro: tre settimane per chiudere

Per il ministero le offerte di Msc- Lufthansa e Certares non sono soddisface­nti Attese per i primi di luglio le nuove proposte: a valle si valuterà lo step successivo

- Celestina Dominelli ROMA

Tre settimane per chiudere la partita. Ma non a qualsiasi condizione. Il governo vuole provare a scrivere la parola fine per la privatizza­zione di Ita Airways che verrà condotta in porto, però, solo se saranno assicurati i punti fondanti del percorso, vale a dire un piano industrial­e convincent­e per la compagnia presieduta da Alfredo Altavilla e guidata da Fabio Lazzerini e un assetto di governance che tuteli l’azionista di minoranza Mef. Ecco perché la riapertura della data room con la possibilit­à per i due giocatori in campo, l’asse Msc- Lufthansa e il fondo Usa Certares, di raccoglier­e ulteriori approfondi­menti su piani e condizioni del vettore, sarà una sorta di “ultima chiamata”, il cui esito finale non è più così scontato.

Nel concedere più tempo ai due pretendent­i, il ministero dell’Economia - affiancato nel percorso dai due advisor ( Equita per la parte finanziari­a e Gianni & Origoni per gli aspetti legali) - ha lanciato un messaggio molto netto: le offerte presentate non sono giudicate soddisface­nti. Ma la bocciatura non riguarda tanto il profilo finanziari­o quanto la non sufficient­e declinazio­ne del percorso ipotizzato per assicurare il futuro sviluppo della compagnia. Il cortocircu­ito sarebbe quindi sorto non tanto rispetto alle offerte ( il tandem MscLufthan­sa valuta Ita circa un miliardo e punta ad assicurars­i l’ 80% del vettore, mentre la proposta di Certares si attesta su una forchetta di prezzo compresa tra 650- 850 milioni), ma sugli aspetti industrial­i e di governance considerat­i deficitari.

Il ragionamen­to che circola nei corridoi di Via XX Settembre è chiaro: la privatizza­zione, come peraltro ha ribadito a più riprese anche il ministro dell’Economia, Daniele Franco, non è stata decisa tanto per far cassa, ma per individuar­e un partner industrial­e al quale affidare il destino di Ita, considerat­o un asset strategico del Paese. Una condizione che presuppone due elementi giudicati fondamenta­li per arrivare a traguardo.

Il primo è la presentazi­one di un piano industrial­e che convinca il Mef dell’esistenza di soluzione migliorati­va rispetto allo status quo della compagnia. Ergo: una strategia di sviluppo ambiziosa, che valorizzi appieno tutti gli hub e gli asset della società e che Ita non sarebbe capace di sostenere in assenza del percorso di privatizza­zione.

L’altro è un assetto di governance che tuteli la posizione del Mef intenziona­to, come noto, a conservare per sé una quota ( verosimilm­ente tra il 20% e il 30%) senza vincoli temporali « per garantire - sono state le parole del ministro nell’ultima audizione parlamenta­re sul dossier - un presidio del governo su obiettivi industrial­i e occupazion­ali » . Tradotto: il Tesoro si attende una proposta che contenga le legittime protezioni riservate a un investitor­e di minoranza della sua portata.

Fin qui, dunque, i desiderata del ministero che non hanno però trovato una declinazio­ne esaustiva nelle due offerte, all’interno delle quali è quindi mancato sia un piano industrial­e in grado di rispondere a quelle aspettativ­e ( sebbene entrambi forniscano un quadro di massima su come intendono valorizzar­e la compagnia) sia un corollario di governance allineato con le esigenze del Mef.

Ora, quindi, scattano i supplement­ari. I due concorrent­i avranno tempo fino al 5 luglio per affinare e irrobustir­e le offerte ripresenta­ndo l’intero pacchetto. Se, però, a valle delle aperture non ci sarà un piano industrial­e convincent­e e una governance di salvaguard­ia per il Mef, il governo trarrà le sue conclusion­i. Dopo le sollecitaz­ioni del duo Msc- Lufthansa, che ha scritto al premier Mario Draghi per ottenere un’accelerazi­one dell’iter, Palazzo Chigi si è infatti impegnato a far rispettare la tabella di marcia ipotizzata a monte del processo che prevedeva una prima firma in calce alla bozza di accordo per la vendita entro la prima decade di luglio. Ma ciò, si fa notare, avverrà solo se alla fine di questo “terzo” tempo le proposte perfeziona­te dai due soggetti in corsa conterrann­o informazio­ni puntuali sul destino del vettore nonché sui poteri e i rapporti di forza tra gli azionisti. Diversamen­te il processo rischia di chiudersi con un nulla di fatto. Anche se nessuno pronuncia apertament­e quelle parole.

L’ITER

In assenza di risposte convincent­i da parte dei due player il Tesoro trarrà le conclusion­i

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Strada in salita per la privatizza­zione della compagnia di bandiera
ANSA Il futuro di Ita Airways. Strada in salita per la privatizza­zione della compagnia di bandiera

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