Con la formula light onere uguale per tutti
Introdotto nel 2019, vincola al calcolo della pensione con il metodo contributivo
Ieri il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, ha definito il riscatto light della laurea, introdotto nel 2019, un primo passo verso il riscatto gratuito. L’opzione, normata dal decreto legge 4/ 2019, è una delle tre attualmente disponibili, ma non sono intercambiabili, perché l’utilizzo di una o dell’altra è soggetto al rispetto di determinate regole.
L’onere del riscatto del titolo di studio dipende da dove si colloca temporalmente il periodo interessato dall’operazione. Per gli anni fino al 31 dicembre 1995, vige il criterio della riserva matematica. La valorizzazione di tali anzianità porta a un incremento delle quote retributive di pensione. L’onere viene determinato prendendo a riferimento le retribuzioni godute fino a quel momento e calcolato quale valore attuale della maggior quota di pensione futura derivante dalla valorizzazione di quei periodi. L’importo pagato valorizza il periodo come se fosse stato contribuito all’epoca degli studi.
Per riscatti che si collocano dal 1° gennaio 1996, l’onere viene determinato con le regole del cosiddetto criterio di calcolo a percentuale. In pratica, sulla retribuzione assoggettata a contribuzione nei 12 mesi meno remoti rispetto alla data della domanda viene applicata l’aliquota di finanziamen
ai fini pensionistici ( che varia dal 32,65% per gli iscritti alla gestione dipendenti pubblici al 33% per gli iscritti alla Cassa Stato e al Fondo pensioni lavoratori dipendenti dell’Inps). Il valore così ottenuto viene moltiplicato per il periodo oggetto di riscatto.
Quindi, ipotizzando una retribuzione di 40mila euro, lo si deve moltiplicare per l’aliquota contributiva e il risultato ottenuto va moltiplicato a sua volta per gli anni da riscattare. L’importo che ne deriva va a incrementare il montante contributivo a decorrere dall’anno di presentazione della domanda, prescindendo da quando effettivamente sarà pagato l’onere.
Con il decreto legge 4/ 2019, il legislatore ha introdotto la possibilità di riscattare il titolo di studio con onere agevolato, prendendo a riferimento il reddito minimale degli iscritti alla gestione speciale dei lavoratori autonomi artigiani e commercianti, in luogo della retribuzione media pensionabile dei 12 mesi meno remoti rispetto alla data di presentazione della domanda. Per il 2022, poiché il reddito minimale è pari a 16.243 euro, riscattare un anno di studio costa 5.360,19 euro. Tale valore, ovviamente, va moltiplicato per il numero di anni che si intende riscattare. L’onere pagato va a incrementare il montante contributivo, a decorrere dall’anno di presentazione della domanda.
Il riscatto agevolato è riservato ai soggetti privi di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995, il cui titolo di studio si colloca temporalmente dopo tale data. Tuttavia, l’Inps ammette tale possibilità anche nei confronti dei soggetti con anzianità contributiva accredita entro la fine del 1995, a condizione che optino per il sistema contributivo. In altri termini, gli interessati devono rinunciare volontariamente e definitivamente al proprio sistema di calcolo applicabile ( misto) e accettare una pensione calcolata interamente con il sistema contributivo ( secondo le regole dell’opzione “Dini”).
Analoga facoltà è concessa ai soggetti privi di anzianità al 1995, il cui titolo di studio si colloca, anche parzialmente, entro tale data. Con l’onere agevolato è possibile riscattare esclusivamente la laurea, il diploma di specializzazione post laurea, il diploma universitario, il dottorato di ricerca, il diploma universitario dell’area infermieristica tecnica e della riabilitazione, il diploma delle scuole dirette a fini speciali e gli eventuali titoli ammessi per sentenza dalla Corte costituzionale.