Altavilla: « Il 5 luglio chiudiamo data room Ita, poi il Mef sceglie »
Il presidente di Ita: « Serve un partner che consenta la crescita della flotta »
La data room per la vendita di Ita Airways « si chiuderà il 5 luglio » ( come anticipato dal Sole 24 Ore ieri). Poi toccherà al ministero dell’Economia e delle finanze decidere tra i due contendenti in gara: la cordata formata da Msc con Lufthansa e quella tra il fondo di private equity Certares Management con Air France- Klm e Delta Airlines; ma se l’operazione non si chiudesse prima dell’estate, sarebbe « un grandissimo problema per la compagnia » , a cui « serve un partner industriale solido » .
A scandire i tempi di cessione e a definire i desiderata dell’ex Alitalia è Alfredo Altavilla, presidente esecutivo di Ita, davanti alla platea dei Giovani imprenditori riuniti a Rapallo. « Il target che avevano in mente per la conclusione della data room - ha affermato - era il 30 giugno; la chiudiamo il 5 luglio. Sperabilmente il Mef potrà esprimersi nel giro di pochi giorni, quindi sostanzialmente siamo nei tempi. Considerando gli standard della vecchia Alitalia, non mi pare che una settimana o dieci giorni in più spostino l’asse del problema » .
Secondo Altavilla, infatti, « il vero problema è fare la scelta giusta, che vuol dire trovare per la compagnia un partner industriale solido. È importante trovarne uno che ci consenta di espandere la nostra flotta, di poter avere accesso a un network di destinazioni molto più ampio e redditizio; e questa è l’unica condizione per garantire non solo la sopravvivenza alle persone che sono passate a lavorare da noi ma, soprattutto, una solidità finanziaria alla nuova compagnia » . Dal punto di vista operativo, ha concluso Altavilla, « sarebbe un gravissimo problema se ( il partner industriale, ndr) non si sapesse entro l’estate » .
Il settore del trasporto aereo, ha poi sottolineato Altavilla, « è stato il più impattato dai due anni di pandemia; adesso la crisi energetica ha fatto schizzare alle stelle il costo del carburante. È un mondo che cambia in continuazione, eppure questo è il momento di cercare una discontinuità e creare una compagnia che sia la meno rischiosa possibile e che abbia un futuro industriale molto più solido, con un portafoglio allargato anche al cargo e al charter: portare in giro i passeggeri nel mondo, è quanto di più ciclico esista » .
La tempesta perfetta, ha concluso, « non è ancora arrivata; imprese e management devono trovare il coraggio della discontinuità, cioè modificare lo status quo, che inevitabilmente porta a peggiorare la condizione di competitività di un’impresa » .